giovedì 25 settembre 2008

PEDIBUSSSSSSSSSSSI'

Quando io ero piccola non esisteva lo scuolabus. E meno male! Altrimenti, anche se l'odore di nafta mi faceva cambiar colore e vomitare, sicuramente mi ci avrebbero caricato su, soprattutto nella stagione fredda ... ma anche in primavera e, forse, anche in estate, per non farmi sudare e poi buscarmi " qualcosa". Mia nonna aveva e mi metteva il terrore della pleure, malattia di cui, mi diceva, i bambini morivano. Così, anche se non era ancora stato inventato, noi facevamo il pedibus! col metodo naturale, naturalmente!
Io abitavo di fronte alla Susy Bolzonello, la quale abitava vicino alla Maria Rosa Scuglia e più avanti abitava la Fiorella Costantin. Noi eravamo quelle del centro. Per prima partiva Fiorella, che andava a chiamare Maria Rosa. Le due andavano a chiamare Susy e poi, tutte e tre venivano a chiamare me. Mio nonno, con la scusa di portarmi la cartella, ci accompagnava. Ma non sempre, soltanto quando pioveva. Giunti alla chiesa vecchia, il nonno ci salutava e tornava indietro, mentre noi quattro entravamo all'asilo " La casa dei bambini" per la dottrina.
Più o meno alla stessa ora , dal bosco Montello, partiva per prima Sandra Tocchetto che abitava vicino alla chiesa di S. Lucia. Scendeva e andava a chiamare l'Antonella Bordin e altre più grandi si univano più giù. Poi anche loro raggiungevano l'asilo assieme alla Laura Fasan, Gianni Tonello, Fernando, Bruno Miotto, e tanti altri che arrivavano da Via Aglaia Anassillide. Dopo la dottrina c'incamminavamo tutti insieme verso la Scuola Elementare Francesco Baracca. Ci facevamo gli occhi ammirando il giardino del Collegio dei Padri Missionari della Consolata e se eravamo fortunate qualche padre ci regalava un pansè per la maestra. Una volta un padre ci regalò una rondine che era caduta e si era spezzata un'ala. Noi non avevamo mai visto da vicino quell'uccello così padrone della nostra fantasia ed egli ci fece osservare la coda a due punte e la pancia bianca. La nostra maestra, Zita Raccamari, che arrivava sempre in anticipo con la bicicletta, ci aspettava sulle sue gambe lunghe e tozze, coi piedi dentro delle comode scarpe basse di camoscio marrone bruciato. Le braccia conserte e gli occhi vigili su di noi bene in fila ordinata. Tutte le mattine questo rito: col sole, con la pioggia, con la neve, col caldo, col fresco, col freddo, col gelo...
Se pioveva indossavamo, sopra i cappottini e i berretti, delle mantelline col cappuccio di tela cerata verde o blu e ci riparavamo con ombrellini colorati. Io ne portavo uno a spicchi coi colori dell'arcobaleno. C'era un solo bambino che arrivava in automobile, solo, con un adulto. Una mattina arrivò guidando la macchina e fu il fattaccio... Sì ci arrivava all'acceleratore, era alto perchè era un ripetente. Ma il bello era che arrivava ugualmente sempre in ritardo e faceva ridere tutti!
Al ritorno, gli stessi gruppi, ognuno per la sua strada, faceva ritorno a casa senza fretta. Un divertimento inappagabile... Un'allegria propria dell'infanzia che non può tornare mai più. Se è persa è persa!
Stamane ho visto dei bambini che venivano accompagnati in automobile, fino al passaggio a ovest della scuola: chi li accompagnava infrangeva il divieto di accesso, faceva manovre di inversione a U, pericolose anche per l'incolumità di chi arrivava in bicicletta o a piedi...
Bambini, voi che siete così saggi, aderite al Pedibus, non costa nulla, vi divertirete, affronterete la giornata più sani e in allegria.
Il 30 settembre alle ore 20.30, i genitori della Scuola Elementare Marconi di Scorzè terranno una riunione in Sala Gatto per spiegare tutto ciò che c'è da sapere. Forza si parte!

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