lunedì 29 novembre 2010

CONTRO L'INCENERIMENTO


1 dicembre giornata mondiale contro l’incenerimento
ECOLOGIA ED ECONOMIA DEL RICICLO DEI RIFIUTI
di Michele Boato

Dopo il convegno “Riciclo dei rifiuti speciali–buone pratiche ed esperienze venete”, organizzato da Rete Ambiente Veneto-Comitati Rifiuti Zero con la Provincia di Venezia, in aprile 2010, il 26 novembre 2010 abbiamo partecipato alla seconda tappa di una svolta culturale, economica ed ecologica, per passare dalla logica di smaltimento (discarica/incenerimento) a quella di prevenzione, riduzione e riciclo totale dei Rifiuti, non solo Urbani, ma anche Speciali.
Si tratta del Convegno “Verso il Piano Regionale dei Rifiuti Speciali” che Rete Ambiente Veneto – Comitati Rifiuti Zero ha organizzato con Regione Veneto e le Province di Treviso e Venezia venerdì 26 novembre 2010 nella sede di S.Artemio a Treviso. Ecco la relazione introduttiva che ho svolto a nome dei Comitati Rifiuti Zero di Tv e Ve.

Contrariamente allo stereotipo che dipinge tutti i Comitati ambientalisti come un miope “fronte del no”, i Comitati riuniti Rifiuti Zero di Tv e Ve vogliono contribuire alla formulazione di Idee guida per un Piano dei Rifiuti Speciali, che non si limiti a fotografare la situazione esistente e fare una lista degli impianti di smaltimento, ma punti a regolare e indirizzare il mercato, incidendo sui sistemi produttivi e distributivi, per ridurre quantità e pericolosità dei Rifiuti Speciali e aumentare riuso e riciclo dei rifiuti sia nelle fasi produttive che di “consumo”.

Sfida 3 R - Riduzione, Riuso e Riciclo - anche per i Rifiuti Speciali
Il Veneto è all'avanguardia in Italia e in Europa per raccolta differenziata e riciclo dei Rifiuti Urbani (56,3% nel 2009, con il 71% in provincia di Treviso, e oltre 80% in decine di comuni).
Ora la sfida dei Rifiuti zero-Riciclo totale si deve portare anche nel settore, molto più vasto e complicato, dei Rifiuti speciali: gli urbani nel Veneto sono circa 2,3 milioni di tonnellate/anno, gli speciali, sommano a circa 17 milioni di tonn. (8,2 milioni di R.S. non Pericolosi, un milione di R.S. Pericolosi e 8 di inerti da Costruzioni e Demolizioni).

I dati dell'Osservatorio Regionale Rifiuti ci dicono che, a fronte di una produzione di 8,2 milioni di tonn./a di RS non Pericolosi, in Veneto, nel 2008, se ne sono gestiti addirittura 9 milioni (cioè non c'è carenza di impianti);
di questi ben il 62% come recupero di materia, ovvero riciclo, e solo 0,3% con incenerimento.
E' già una buona base di partenza, a cui si aggiunge il 90% di riciclo dei 7 milioni di tonn. inerti e il 17% delle 800mila tonn. di Pericolosi, che sono la tipologia su cui concentrarsi, soprattutto per prevenirli e ridurli con le BAT, le migliori tecnologie disponibili., come ci spiega Marco Caldiroli di Medicina Democratica.
In totale in Veneto ci sono oltre 1200 impianti di riciclo, per 12 milioni di tonnellate di rifiuti speciali.
Anche il trend di gestione, dal 2004 al 2008, è positivo: 37% di aumento del riciclo, 25% di riduzione di discarica e diminuzione del 49% dell’incenerimento.

Con il riciclo si riducono nettamente i danni ambientali e sanitari
Puntare su prevenzione, riduzione, riuso e riciclo dei rifiuti, è una scelta rispettosa delle priorità dettate dalle direttive europee, per ridurre:
- l'occupazione di suolo,
- l'estrazione e l'utilizzo di risorse non rinnovabili,
- le emissioni di gas serra
- i consumi idrici.
Inoltre il riciclo dei materiali, con la loro trasformazione in “materie seconde”, elimina quasi totalmente i danni provocati ad ambiente e salute dallo smaltimento rifiuti. Danni che, in un recente studio, l'Unione Europea si è spinta a quantificare economicamente: i danni eco-sanitari da discarica possono variare (secondo i tipi di impianti e di materiali) da 10 a 13 euro per tonnellata smaltita; quelli da incenerimento da 4 a 21 euro per tonnellata bruciata.

Riciclo e Green Economy
Il riciclo ha, inoltre, una grandissima valenza economica, anche per le sue ricadute occupazionali e di risparmio energetico; non a caso è uno dei pilastri della cosiddetta Green Economy.
“Il riciclo dei rifiuti è stato considerato per anni un'attività a basso contenuto di valore aggiunto e di innovazione tecnologica”: così inizia Il riciclo ecoefficiente, volume curato da Duccio Bianchi, che presenta i risultati di uno studio molto approfondito, finanziato da Comieco ed altri consorzi di filiera del riciclo, eseguito dall'Istituto Ambiente Italia e presentato nell'ottobre 2008 al Senato.
Ecco alcuni dati dello studio: in Italia e in Europa si è verificata una rivoluzione, l'industria del riciclo è diventata un settore fondamentale dell'economia, caratterizzato da una forte innovazione tecnologica, ed è ora una fonte indispensabile di approvvigionamento per una parte significativa del sistema industriale: per la produzione di alluminio, piombo e di carta, ad esempio, oltre il 50% degli input produttivi è costituito da materie seconde.
Inoltre l'industria del riciclo e delle materie seconde ha grandi margini di ulteriore sviluppo sia nel settore dei rifiuti industriali (pre consumo), che in quelli urbani (post consumo).

Industria del riciclo: una crescita impetuosa della produzione
Il settore del riciclo è cresciuto a ritmi ben superiori a quelli dell'industria nel suo insieme:
in Italia tra il 2000 e il 2007 la produzione industriale si è contratta del 4%, mentre l'attività di riciclo è cresciuta del 17,2%.
In Europa la produzione industriale è cresciuta del 13%, il riciclo del 50%.
Tra il 2000 e il 2005 le imprese di riciclo sono aumentate del 13% e gli addetti del 47%.
Quanto al valore della produzione del settore riciclo, esso è raddoppiato dal 2000 al 2005 e triplicato in 10 anni: nel 2005 era di 4,2 miliardi di euro, 2 dei quali derivante dal riciclo di metalli, settore in cui opera il 55% delle imprese, col 39% di occupati.
Nei 10 anni che vanno dal 1997 al 2006 il settore cartario è passato da 4,3 milioni di tonnellate di riciclo (con quasi un milione di tonn. di importazione di carta da macero) a 5,6 milioni di tonn. riciclate (con addirittura un'esportazione di quasi mezzo milione di tonn.).
Nello stesso periodo, il settore delle materie plastiche è passato da 840.000 a 1,3 milioni di tonn. di riciclo.

Una grande fonte di nuova occupazione: il riciclo
Secondo il Rapporto naz. sull'Altra Economia, presentato dalla Regione Lazio nell'ottobre scorso:
- le imprese che operano in Italia nel Riuso e Riciclo sono circa 65.000,
- con un valore aggiunto (differenza tra il valore dei fattori di produzione e quello finale del prodotto) di 23 miliardi di euro annui (1,4% del prodotto interno lordo)
- e con 546.000 occupati.
Nel luglio del 2009 il Consorzio nazionale recupero imballaggi, Conai, al Convegno “Il sistema dei rifiuti in Italia” ha reso pubblici i seguenti dati:
- in 10 anni il settore del riciclo ha riciclato 38,8 milioni di tonnellate di materiale (carta, alluminio, plastiche, vetro, legno, ferrosi, ecc.);
- ha così evitato l'apertura di 325 nuove discariche,
- e creato 76.000 nuovi posti di lavoro,
E' ovvio che puntare invece sullo smaltimento in discarica o in forni ad alta tecnologia comporta una bassissima ricaduta occupazionale, con investimenti concentrati essenzialmente in tecnologia e non nel fattore lavoro. Perciò non sorprende che il rapporto tra posti di lavoro creati dal riciclo e quelli relativi a discarica o incenerimento sia normalmente valutato nell'ordine di 15 a 1: in altre parole, a parità di rifiuti trattati, ad ogni posto di lavoro creato con discariche o inceneritori ne corrispondono, in media, 15 nel settore del riciclo.
Ma da uno studio che ho personalmente curato, in collaborazione con Roberto Cavallo di Erica Cooperativa di Alba, per stendere l'appello “ Cambiamo aria per non incenerire il futuro”, risultano dati ancora più significativi:
- per servire con la raccolta “porta a porta” i 45 milioni di italiani che ancora ne sono esclusi, servirebbe un investimento di circa un miliardo di euro, che creerebbe circa 200.000 posti di lavoro(nella raccolta e nel riciclo);
- gestire lo stesso numero di utenti, e la stessa quantità di rifiuti con inceneritori (e loro discariche di servizio) costerebbe circa 15 miliardi di euro, che creerebbero circa 3.000 occupati.
La ricaduta occupazionale del riciclo, rispetto all'incenerimento sarebbe di 200.000 occupati contro 200 ogni miliardo di investimento, un rapporto di mille a uno. In tempi di disoccupazione non sono cifre da sottovalutare

Riciclo e risparmio energetico
Da non sottovalutare anche il risparmio energetico derivante dal riciclo dei materiali.
Il prof. Paul Connet, nella sua ultima tournet di conferenze in Italia, illustrava questi dati:
riciclare una tonnellata di plastica di tipo PET (invece che ripartire dal granulo vergine) fa recuperare una quantità di energia pari a 85,16 Giga Joule; la stessa tonnellata bruciata per fare energia elettrica in un inceneritore (o come CDR in una centrale) produce 3,22 GJ.
Il rapporto tra energia recuperata col riciclo e quella prodotta bruciando il PET è 26 a 1.
Se facciamo lo stesso confronto col Polietilene ad alta densità (HDPE) troviamo un rapporto 10,2 a 1 tra riciclarlo e bruciarlo, e 10,9 a 1 è l'equivalente rapporto per altre plastiche.
Per la carta, il rapporto è 4,2 a 1 : se si ricicla una tonnellata, il recupero è di 9,49 GJ, se si brucia si producono 2,25 GJ di energia elettrica.
Ecco perchè l'UE ci sanziona se usiamo il termine “termo-valorizzatori”: bruciando non si valorizza energeticamente il PET ma, al contrario, si sprecano circa 82 GJ a tonn. rispetto al suo riciclo.
La parola “valorizzazione” vale solo nel confronto con la preistorica discarica.

Di Michele Boato

giovedì 25 novembre 2010

SOSTITUIAMO IL PIL CON IL FIL LA FELICITA' INTERNA LORDA

BANDIERA DEL BHUTAN
OLTRE IL PIL E PER L’AMBIENTEIL BHUTAN SCEGLIE LA FELICITA’ pubblicato da: Mountain Blog in Insight — 8 giugno, 2010 @ 11:11 am
C’è un piccolo stato himalayano, il Bhutan, dove il rispetto, la cura e l’amore per l’ambiente montano non viene inteso solo come un dovere civico, ma come una reale componente della “felicità nazionale“. Questo piccolo paese ha infatti adottato uno modello di sviluppo economico che è un esempio illuminato per una zona che, come spesso si sente relativamente all’Himalaya, presenta importanti problemi di gestione sia economica che ambientale.
Da tempo si dice che il Pil-Prodotto interno lordo, indicatore che misura il valore dei beni e dei servizi prodotti da un paese, non dovrebbe essere assunto come l’unico o il principale indicatore dello sviluppo economico. Il Bhutan, che solo nel 2008 si è dato per la prima volta un governo eletto dal popolo, ha tradotto queste critiche in realtà, sostituendo al Pil (Gdp nei paesi anglosassoni) la Gross National Happiness (Gnh), ovvero la Felicità nazionale lorda.
Proprio per parlare di questa esperienza singolare e senza dubbio affascinante è arrivato in Italia, a Trento in occasione della quinta edizione del Festival dell’Economia, il primo ministro del Bhutan Jigmi Y. Thinley (classe 1952, studi a Delhi, India, e negli Stati Uniti prima di ricoprire diverse cariche politiche significative nel suo paese ed essere infine eletto premier due anni fa, al termine della fase di transizione che la monarchia bhutanese ha portato a compimento per democratizzare le sue istituzioni senza tuttavia snaturarsi, o meglio “globalizzarsi”).
Interloquendo con Andrea Brandolini della Banca d’Italia, il primo ministro ha spiegato che quello della Felicità nazionale non è una trovata “folcloristica” ma al contrario un sistema rigoroso per misurare gli effetti dell’attività economica in termini meno astratti del Pil, indirizzando le politiche pubbliche verso un obiettivo condiviso dalla gente. Quattro i pilastri su cui poggia la Felicità nazionale lorda: sviluppo sociale equo, sostenibilità ambientale, promozione della cultura e delle relazioni, buongoverno.
“La crisi economica mondiale – ha detto in apertura dei lavori il giornalista del Corriere della Sera Federico Fubini – sta rimettendo in discussione strumenti e obiettivi dello sviluppo economico occidentale. Ecco allora l’interesse sviluppato dall’occidente nei confronti della Felicità interna lorda come obiettivi delle politiche pubbliche”.
Il primo ministro bhutanese ha esordito esprimendo la sua soddisfazione per essere andato in Trentino e per avere accettato di partecipare, per la prima volta, ad un festival dell’Economia. In questi 5 anni, da quando il festival di Trento è iniziato, nel mondo si sono succedute le peggiori catastrofi economiche. Quando il re del Bhutan salì al trono aveva solo 16 anni; all’epoca avevamo una monarchia assoluta, e quindi il giovane re si chiese che cosa la sua gente volesse da lui e quali fossero i migliori modelli economici da adottare per soddisfare le aspettative di ciascuno. Presto si rese conto che tutti questi modelli, a prescindere dalle loro aspirazioni politiche e dalle filosofie che li sorreggevano, erano guidati da un unico indicatore, il Pil, che promuove la crescita economica materiale, trascurando le esigenze e i bisogni della gente, cioè la sua felicità. Quindi il re si convinse che questi modelli non erano adeguati a dare le risposte che stava cercando. Il Pil è nato attorno al 1934, dopo la grande crisi economica del ’29; esso non doveva essere utilizzato come indice del progresso umano complessivamente inteso. Ma così è stato. Il risultato è il caos che abbiamo sotto i nostri occhi. Il Pil promuove la crescita economica continua e senza limiti. Questo è un processo insostenibile in una realtà in cui le risorse sono invece finite, a partire dalle risorse ambientali, necessarie ai fini della produzione dei beni di consumo. Pensiamo alla maggiore frequenza dei disastri naturali, al progressivo venir meno delle risorse e alle competizioni che esso scatena, alla crescita stessa della povertà. Il Bhutan, prendendo la parola all’assemblea delle Nazioni unite, ha proposto di considerare questi problemi in maniera olistica, cioè nel loro insieme, non separatamente. Il punto fondamentale è che noi non viviamo in maniera sostenibile.
Da qui è nata l’idea della Felicità interna lorda. In Bhutan si ritiene che la felicità è data dall’equilibrio fra i bisogni del corpo e quelli della mente. Il Pil è servito a soddisfare i bisogni del corpo. Esso ha portato però ad uno stile di vita consumistico. “Noi crediamo che il nostro concetto di felicità debba essere qualcosa di concreto e misurabile; se è così, esso diventa una responsabilità della classe dirigente e l’oggetto delle sue politiche“.
“Il re - ha proseguito il premier del Bhutan – formulò i quattro pilastri su cui poggia il concetto di Felicità interna lorda: il primo pilastro è uno sviluppo sociale equo e sostenibile, che assicuri assistenza sociale, salute, istruzione, giustizia, in modo tale da mettere ciascun cittadino nella condizione di perseguire la sua personale via alla felicità. Il Bhutan si è aperto al mondo solo nel 1961, prima eravamo un regno medioevale, feudale; sono lieto di poter affermare oggi che ogni passo avanti sulla strada dello sviluppo è stato compiuto tenendo a mente i criteri di giustizia e sostenibilità.
Il secondo pilastro è quello della sostenibilità ambientale: il Bhutan vive ai piedi dell’Himalaya, una catena montuosa giovane, che sta ancora crescendo. Con un ambiente così bisogna fare molta attenzione: se maltrattato reagisce con alluvioni, valanghe, erosione dei pendii e così via. Oggi siamo forse l’unico paese in via di sviluppo al mondo in cui la copertura boscosa è cresciuta (oggi è pari al 72% del territorio), nonostante la crescita della popolazione e delle attività economiche.
Il terzo pilastro è la promozione della cultura, che implica anche la conservazione della cultura. Vediamo la cultura come un insieme di valori che servono a promuovere il progresso della società. Anche pratiche che non sembrerebbero utili al progresso nel mondo globalizzato noi pensiamo debbano essere conservate; al tempo stesso, siamo pronti ad adottarne altre. Possiamo apparire un po’ arcaici, come gli abiti che indossiamo; ma noi in realtà vogliamo cambiare, anche questi abiti cambiano. Crediamo però sia importante mantenere i legami familiari e la rete delle relazioni. Quindi per noi la cultura ha a che fare innanzitutto con le relazioni.
Il quarto pilastro è il buon governo. La nostra è, credo, la democrazia più giovane al mondo. Ciononostante non possiamo non vedere i difetti di altre democrazie, specie nei paesi in via di sviluppo. In queste preudodemocrazie la libertà è qualcosa che in realtà non esiste. Credo che la libertà sia essenziale. Libertà di scegliere il proprio destino, libertà di fare le proprie scelte quotidianamente. Nel caso del Bhutan, ci sono persone che ci ammirano per il percorso fatto; il re, dopo l’adozione della democrazia, ha abdicato, per sostenere questo nuovo percorso, e ha trasmesso i poteri al figlio, che però è un monarca costituzionale con prerogative limitate.”
Come si può misurare la felicità? Degli indicatori sono pur sempre indispensabili. “Abbiamo identificato – ha detto ancora il primo ministro – 9 ambiti in cui questa felicità si manifesta: tenore di vita (reddito disponibile, sicurezza del lavoro ecc.); stato di salute; livello di istruzione; ambiente e natura; cultura; vitalità della comunità; utilizzo del tempo (anche il tempo che si usa per stare da soli, per pensare, per riflettere, un tempo che non adoperiamo per ottenere dei vantaggi materiali); benessere psicologico; buon governo.

mercoledì 24 novembre 2010

VERSO IL PIANO REGIONALE DEI RIFIUTI SPECIALI


VERSO IL PIANO REGIONALE DEI rifiuti speciali
CONVEGNO DI STUDI · INVITO
Rete Ambiente veneto
Comitati Riuniti Rifiuti Zero
venerdì 26 NOVEMBRE 2010 · Ore 15 · TREVISO · S. Artemio
INTERVENTI INTRODUTTIVI
ore
15.00 Leonardo Muraro - Presidente Provincia di Treviso :
Paolo Dalla Vecchia - Assessore all’Ambiente Provincia di Venezia
Verso un’economia verde: il governo della filiera dei rifiuti speciali
RELAZIONI
15.30 Michele Boato - Ecoistituto del Veneto-Rete Ambiente Veneto
Riciclo e riuso dei Rifiuti Speciali: esperienze venete
15.50 Marco Caldiroli – Tecnico della prevenzione presso la Asl Provincia di Milano1
Riduzione dei R.S. pericolosi anche attraverso le BAT, migliori tecnologie disponibili nelle filiere produttive
16.10 Franco Rigosi – Ingegnere Chimico Impiantista – Medicina Democratica
Nodi strategici per un Piano R.S., in particolare norme tecniche per il riutilizzo degli scarti industriali
16.30 Andrea Calisse - esperto in legislazione ambientale italiana ed europea
Norme, indirizzi e sentenze europee sulla gestione dei Rifiuti Speciali
16.50 Giovanni Franco – Sogesca Padova
Metodologie innovative per l’elaborazione di un Piano regionale Rifiuti Speciali
17.10 Ubaldo Fanton - Assessore all’Ambiente Provincia di Treviso
La Provicia di Treviso verso la chiusura del cerchio dei rifiuti
17.30 Lorena Franz – Osservatorio Rifiuti Regione Veneto
Analisi dei dati di partenza per la formulazione di un Piano regionale Rifiuti Speciali
CONCLUSIONI
18.00 Maurizio Conte Assessore all’Ambiente Regione Veneto
VERSO IL PIANO REGIONALE
DEI rifiuti speciali
CONVEGNO DI STUDI APERTO A TUTTI
Sede Provincia di Treviso - S. Artemio
PER INFORMAZIONI
Provincia di TREVISO
Tel. 0422.656121
assterritorio@provincia.treviso.it
Ecoistituto del Veneto
Tel. 041.9356666 www.ecoistituto-italia.org

mercoledì 17 novembre 2010

ALLUVIONE NEL VENETO, MONITO


ALLUVIONE NEL VENETO – MONITO

CONTINUATE COSI’ ……
Simo stufi di ripetere “ve lo avevamo detto”, siamo stufi di sentirci dare delle “cassandre” solo perché poniamo di fronte alle loro responsabilità coloro che non sanno vedere al di là del proprio naso, siamo stufi di assistere allo sfascio del nostro territorio in nome di presunte aspirazioni di tutela ambientale…

Continuate così:
continuate a raddrizzare e cementificare gli alvei dei fiumi trasformandoli in autostrade d’acqua;
continuate con l’incuria metodica (dopo date la colpa alle nutrie);
continuate a tombare i fossi ed a ridurne la portata con condutture sottostimate;
continuate a costruire abitazioni, borghi interi affiancate agli argini e nelle anse golenali;
continuate a sradicare gli alberi ed a non piantarne (spugne naturali);
continuate a costruire capannoni che non vengono usati;
continuate ad impermeabilizzare i terreni con enormi parcheggi;
continuate a costruire strade (dighe di asfalto);
continuate a seminare le campagne a case (2 campi di asparagi, una casa);
continuate così, per poi piangere dei danni che il vostro operato genera!

Lo avete chiamato “miracolo del nord est”, è stata invece la continua e sistematica distruzione del territorio sull’altare dell’ingordigia di pochi, che, trovate altre zone da succhiare gratis, sono migrati con l’ausilio dei loro capitali, lasciando sul campo un deserto di rifiuti, di disoccupati e di devastazione ambientale. E per rincorrerli si è prostituito il nostro passato, il nostro territorio … la nostra vivibilità.
Le perturbazioni che hanno messo in ginocchio il Veneto, hanno messo, purtroppo, a nudo la fragilità del nostro territorio dopo decenni di saccheggi ambientali permessi da una politica miope e distruttiva.
Ora ne paghiamo lo scotto ed a noi, purtroppo, non resta che ripetervi “ve lo avevamo detto”!

Lascio al lettore la fatica di trovare il soggetto!

“Sulla Terra c’è abbastanza per soddisfare i bisogni di tutti ma non per soddisfare l’ingordigia di pochi. I nostri pensieri, per quanto buoni, son perle false finché non diventano azioni.
Sii il cambiamento che vuoi che avvenga nel mondo”.
Mahatma Gandhi

di BEPI PAPAZZONI

lunedì 15 novembre 2010

GLI ANIMALI STANNO VINCENDO

LEMMING

Città di San Donà di Piave, Assessorato alla Cultura

CONFERENZE AUTUNNO-INVERNO 2010
(Centro Culturale “L. Da Vinci”, Piazza Indipendenza, San Donà di Piave, ingresso libero)

Comunicato stampa dell’11 novembre 2010

VENERDI’ 19 NOVEMBRE
Ore 20,45

GLI ANIMALI
STANNO VINCENDO

Relatore: Michele Zanetti


Negli ultimo cinquant’anni (1959 – 2009) sono accadute cose che hanno sorpreso anche gli osservatori naturalisti meno propensi a stupirsi. Cose che hanno mutato il volto faunistico della Pianura Veneta e in particolare dei territori orientali, i nostri; “cose che voi umani nemmeno immaginate” (citazione accademica).
Tutto questo, documentato puntualmente dell’Osservatorio Florofaunistico dell’ANS e dalle osservazioni dell’autore, è stato raccolto in un volume dal titolo provocatorio, ma assolutamente realistico: “Gli animali stanno vincendo”.
Si tratta di una “summa” di dati oggettivi, ma anche di deduzioni e di considerazioni che esprimono una sorta di consuntivo, o se si vuole, di “testamento naturalistico” e di documento di sintesi storica a futura memoria.
I protagonisti sono gli animali, ma anche gli uomini; nel bene (poco) e nel male (molto) e l’intera vicenda “rischia” di essere avvincente, come lo sono le testimonianze delle grandi avventure condivise e al tempo stesso personali, di scoperta.
Ci auguriamo vogliate condividere con noi questo momento e accettare l’omaggio (solo per la serata di presentazione) di una copia del volume.

lunedì 8 novembre 2010

GAIA NEWS DI NOVEMBRE

Autunno in Cansiglio

GAIA news
notizie dall'Ecoistituto del veneto
novembre 2010
1. Lunedì 8 alle 20.30 a Mestre presso la Banca del Tempo "Danza delle Ore" via dante 9b (angolo via Fusinato) iniziano gli incontri di storia della musica e ascolto guidato, gratuiti e aperti a tutti, "Invito alla Musica: il Jazz" tenuti dalla maestra di pianoforte Sandra Broilo.
Ogni due lunedì (secondo incontro lunedì 22)

2.Domenica 14 vi aspettiamo TUTTI alle 9.30 al villaggio Cimbro Pian Canaie (Tambre, tra Campon e Col Indes)per salire assieme verso il Monte Cavallo, in Forcella Palantina, in difesa della foresta del Cansiglio
(vedi più sotto, due pagine in Tera e Aqua; puoi dare un contributo anche domenica 14).
Il Cai di Dolo-Mestre organizza un pullman che parte alle 7 dal casello Mirano-DOLO e alle 7.15 da Mestre- Auchan. Per prenotarsi, prezzi e appuntamenti: Guido Furlan 347 8305306.
Dall'Ecoistituto di Mestre (viale Venezia 7,di fronte stazione FS) partono alle 7.30 delle auto che vogliamo riempire, dividendo le spese:
chi ha posti liberi e chi invece ha bisogno di passaggio telefoni al 041 935666 ore 17-18

3. Martedì 16 alla Feltrinelli di Mestre (Centro Barche) e mercoledì 17 alla Feltrinelli di Padova (via S.Francesco) ore 18 presentazione del libro "Nell'anima del mondo" viaggi e pellegrinaggi in luoghi straordinari di Italo Bertolaso.
Intervengono Toio de Savorgnani, Michele Boato e l'autore. Con performance vocali di Enrica Bacchia, Yannick Da Re e Ennio Marchesi (voci, percussioni sax, oboe)

4.Domenica 21 dalle ore 11 alle 12 a Mestre, libreria Feltrinelli, "Pianta una pianta" performance di AmicoAlbero con Luca Mamprin, dott.forestale, Roberta Vasselli, poetessa, e Michele Boato portavoce.

5 Venerdì 26 ore 15, nella sede della Prov.di Treviso a S.Artemio
Rete Ambiente Veneto e Comitati Rifiuti Zero, con Regione Veneto, Province di Treviso e Venezia invitano tutti al Convegno "Verso il Piano reg. dei Rifiuti Speciali" con relazioni sulla riduzione e il riciclo dei Rif.Spec. non pericolosi, inerti e pericolosi, e molti altri contributi di primissima qualità. Conclude l'assessore reg. all'Ambiente Maurizio Conte.

Per leggere Tera e Aqua novembre 2010 clicca qui:
http://www.ecoistituto-italia.org/cms/files/Tera%20e%20aqua%2060.pdf
troverai anche la lista degli amici che hanno inviato o portato un (anche piccolissimo) contributo per TeA

Se vuoi vedere l'indice e la copertina del numero d'autunno della nostra rivista trimestrale GAIA clicca qui:
http://www.ecoistituto-italia.org/cms/?q=node/515

nel sito http://www.ecoistituto-italia.org/ puoi trovare i Tera e Aqua precedenti, tutti gli indici di Gaia, e molti altri documenti, articoli, appuntamenti

ciao
Michele Boato