giovedì 17 dicembre 2009

NUCLEARE, CONVIENE E SERVE DAVVERO?

Emma Bonino
sabato 19 dic. dalle ore 10.45 a Padova in Municipio - Sala Anziani
dibattito pubblico
NUCLEARE, CONVIENE E SERVE DAVVERO?


Dibattito non ideologico sull'utilita' e sul rapporto costi/benefici

della proposta di costruzione di nuove Centrali Nucleari in Italia,
mentre si discute - altrove - di siti ove ubicarle.
Saluti Autorità: Flavio Zanonato Sindaco di Padova
Introduce: Michele Bortoluzzi Giunta naz. Radicali Italiani
Dibattono:
Michele Boato Direttore Ecoistituto del Veneto Alex Langer
Giuseppe Bortolussi Presidente CGIA di Mestre, Assessore Comune di Venezia
Gianni Gallo Capogruppo PD in Regione Veneto
Renzo Bonivento Presidente Federalberghi Chioggia-Sottomarina
Elisabetta Zamparutti Deputata Radicale, Commissione Ambiente
Conclude: Emma Bonino Vice Presidente Senato
Modera: Fabio Fioravanzi Giornalista
Siamo tutti caldamente invitati a partecipare
l'indicazione del Veneto (Chioggia-Delta Po) come prima cavia è molto pericolosa


domenica 20 (non 13) dic. alle ore 17 a Venezia presso Teatro ai Frari, calle dietro la basilica Concerto natalizio del Coro Fanis di Venezia e del Coro Piccole Dolomiti di Vicenza. ingresso gratuito

mercoledì 11 novembre 2009

IMMAGINO UN CRISTO, UN CRISTO VERO, ENTRARE DI NOTTE E TOGLIERSI DI MEZZO, DI MEZZO DAI NOSTRI MURI -

(Opera di Vanessa Beecroft)


DOPO TUTTE LE OPINIONI URLATE DA TUTTI I MICROFONI, OGNUNO PER IL PROPRIO TORNACONTO, IMMAGINO UN CRISTO, VERAMENTE ROTTO LE SCATOLE, ENTRARE E LIBERARSI DALLA CROCE.


vittorio salvatore said November 5, 2009 at 10:35 am
A proposito della sentenza della Corte di Strasburgo sulla esposizione del crocifisso nelle aule delle scuole italiane,Vi segnalo l’articolo apparso questa mattina su “Il Fatto Quotidiano” scritto da Marco Travaglio.
MA IO DIFENDO QUELLA CROCE (Marco Travaglio)-su Il Fatto Quotidiano del 5/11/2009
Dipendesse da me, il crocifisso resterebbe appeso nelle scuole. E non per le penose ragioni accampate da politici e tromboni di destra, centro, sinistra e persino dal Vaticano. Anzi, se fosse per quelle, lo leverei anch’io. Fa ridere Feltri quando, con ignoranza sesquipedale, accusa i giudici di Strasburgo di “combattere il crocifisso anziché occuparsi di lotta alla droga e all’immigrazione selvaggia”: non sa che la Corte può occuparsi soltanto dei ricorsi degli Stati e dei cittadini per le presunte violazioni della Convenzione sui diritti dell’uomo. Fa tristezza Bersani che parla di “simbolo inoffensivo”, come dire: è una statuetta che non fa male a nessuno, lasciatela lì appesa, guardate altrove. Fa ribrezzo Berlusconi, il massone puttaniere che ieri pontificava di “radici cattoliche”. Fanno schifo i leghisti che a giorni alterni impugnano la spada delle Crociate e poi si dedicano ai riti pagani del Dio Po e ai matrimoni celtici con inni a Odino. Fa pena la cosiddetta ministra Gelmini che difende “il simbolo della nostra tradizione” contro i “genitori ideologizzati” e la “Corte europea ideologizzata” tirando in ballo “la Costituzione che riconosce valore particolare alla religione cattolica”. La racconti giusta: la Costituzione non dice un bel nulla sul crocifisso, che non è previsto da alcuna legge, ma solo dal regolamento ministeriale sugli “arredi scolastici”. Alla stregua di cattedre, banchi, lavagne, gessetti, cancellini e ramazze. Se dobbiamo difendere il crocifisso come “arredo”, tanto vale staccarlo subito. Gesù in croce non è nemmeno il simbolo di una “tradizione” (come Santa Klaus o la zucca di Halloween) o della presunta “civiltà ebraico-cristiana” (furbesco gingillo dei Pera, dei Ferrara e altri ateoclericali che poi non dicono una parola sulle leggi razziali contro i bambini rom e sui profughi respinti in alto mare). Gesù Cristo è un fatto storico e una persona reale, morta ammazzata dopo indicibili torture, pur potendosi agevolmente salvare con qualche parola ambigua, accomodante, politichese, paracula. È, da duemila anni, uno “scandalo” sia per chi crede alla resurrezione, sia per chi si ferma al dato storico della crocifissione. L’immagine vivente di libertà e umanità, di sofferenza e speranza, di resistenza inerme all’ingiustizia, ma soprattutto di laicità (“date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”) e gratuità (“Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”). Gratuità: la parola più scandalosa per questi tempi dominati dagli interessi, dove tutto è in vendita e troppi sono all’asta. Gesù Cristo è riconosciuto non solo dai cristiani, ma anche dagli ebrei e dai musulmani, come un grande profeta. Infatti fu proprio l’ideologia più pagana della storia, il nazismo – l’ha ricordato Antonio Socci – a scatenare la guerra ai crocifissi. È significativo che oggi nessun politico né la Chiesa riescano a trovare le parole giuste per raccontarlo. Eppure basta prendere a prestito il lessico familiare di Natalia Ginzburg, ebrea e atea, che negli anni Ottanta scrisse: “Il crocifisso non genera nessuna discriminazione. Tace. È l’immagine della rivoluzione cristiana, che ha sparso per il mondo l’idea dell’uguaglianza fra gli uomini fino ad allora assente… Perché mai dovrebbero sentirsene offesi gli scolari ebrei? Cristo non era forse un ebreo e un perseguitato morto nel martirio come milioni di ebrei nei lager? Nessuno prima di lui aveva mai detto che gli uomini sono tutti uguali e fratelli. A me sembra un bene che i bambini, i ragazzi lo sappiano fin dai banchi di scuola”. Basterebbe raccontarlo a tanti ignorantissimi genitori, insegnanti, ragazzi: e nessuno – ateo, cristiano, islamico, ebreo, buddista che sia – si sentirebbe minimamente offeso dal crocifisso. Ma, all’uscita della sentenza europea, nessun uomo di Chiesa è riuscito a farlo. Forse la gerarchia è troppo occupata a fare spot per l’8 per mille, a batter cassa per le scuole private e le esenzioni fiscali, a combattere Dan Brown e Halloween, e le manca il tempo per quell’uomo in croce. Anzi, le mancano proprio le parole. Oggi i peggiori nemici del crocifisso sono proprio i chierici. E i clericali.

sabato 7 novembre 2009

MOVIMENTI ED ELEZIONI DA MICHELE BOATO

FOTO DI SHEILA MCKINNON ( www.sheilamckinnon.com/ )


Ci risiamo: a fine marzo 2010 elezioni regionali (anche) nel Veneto e comunali (anche) a Venezia.
A livello regionale c'è la novità dello scontro tra Lega e Galan; non è chiaro come andrà a finire, se con un candidato unico del centro-destra, o due contrapposti.
Una parte del Pd (il solito Paolo Costa, ma anche Cacciari Massimo lo ha fatto capire) propone di "salvare il soldato Galan" dalla Lega, cioè, nel caso non si mettano d'accordo, fare l'alleanza PD- PDL , più UDC e non si sa chi altri.
Visto la quasi identità di programmi (strade, passanti, superstrade, autostrade, zone commerciali, expo-olimpiadi, inceneritori, centrali a biomasse, basi militari, impianti di risalita, e via cementificando e inquinando) la cosa non è così strana, anche se una parte del PD non la digerirà facilmente.
A livello comunale, dopo la vittoria del centro-destra alla Provincia di Venezia, il centro-sinistra ha il terrore che facciano il bis in Comune, visto che Cacciari quasi sicuramente non si ricandida sindaco e le altre figure che si fanno avanti… non convincono.
In questi mesi c'è un gran fiorire di Liste Civiche o quasi civiche, ma con programmi poco innovativi, e ancor meno ambientali; molto incerte se allearsi tra di loro o accasarsi in uno dei due polli.
Sulla sinistra i pugili sono ancora rintronati dai due cazzotti presi nel 2008-2009: due falci e martello di Rifondazione e Comunisti It. si mettono assieme, ma nel frattempo è nata la terza di Rizzo (ex capogruppo dei Comunisti) e un pezzo di Rifondazione (i "Vendoliani") hanno deciso di presentare di nuovo le liste di Sinistra e libertà, restate fuori dal parlamento europeo a primavera 2009.
Poi ci sono i Verdi-sole che ride (ride?), in parte confluiti in Sinistra e libertà (a Verona per esempio), in parte nel Pd (a Venezia l'unica presidente di Municipalità "verde" è già saltata, attraverso la corrente di Franceschini, nel direttivo regionale Pd), in parte indecisi se ripresentare il Sol-che-non-ride-più con la scritta Verdi o il Girasole con la scritta Ecologisti, o altro ancora.
Noi dei movimenti, dei comitati, delle marce antimilitariste, dei digiuni, amici degli alberi e nemici di antenne ed inceneritori: cosa dobbiamo fare?
- continuare con le nostre iniziative e, rispetto alle istituzioni, starsene alla finestra (magari aspettando che passi un qualche cadavere)?
- fare il tifo per qualcuno (chi?)
- aspettare la campagna acquisti, per collocare qualche ecologista come "fiore all'occhiello" (o foglia di fico) di qualche partito
- rimettersi in marcia (ma come, con chi? Per il bene comune? Verdi-Colomba? Aria pulita?Liste Civiche?)
Vi chiediamo di rispondere con le vostre idee in proposito, qualsiasi siano, a questa mail
e, se ne avete voglia, discuterne assieme (senza rete, né impegno alcuno)
martedì 10 novembre dalle ore 19alle 21 a Mestre
all'Ecoistituto in Viale Venezia 7 (50 m. a sinistra dalla stazione)


Michele Boato, Mao Valpiana, Toio de Savorgnani, Massimo Marco Rossi, Luigi Fincato,
Bruno Salvador, Cristina Romieri, Carlo Battistella, Francesco Ambrosi, Roberto Biancotto,
Tiziano Santucci, Bepi Papazzoni, Giuseppe Borziello, Paolo Zanovello, Emilio Vian,
Roberta Vasselli, Giancarlo Gazzola, Paolo Stevanato, Elena Vanzan, Luca Mamprin,

martedì 3 novembre 2009

Bambole e bambini






Bambole e bambini



La mia bambina ha una bambola,

e la sua bambola ha tutto:
il letto, la carrozzina,i mobili di cucina,
e chicchere, e posate, e scodelle,
e un armadio con i vestiti sulle stampelle, in folla,
e un'automobile a molla
con la quale passeggia per il corridoio
quando le scarpe le fanno male.
La mia bambina ha una bambola,
e la sua bambola ha tutto,
perfino altre bamboline più piccoline,
anche loro con le loro scodelline,chiccherine, posatine eccetera.
E questa è una storiella divertente

ma solo un poco,
perché ci sono bambole che hanno tutto
e bambini che non hanno niente.

Gianni Rodari

giovedì 29 ottobre 2009

AVVISO AIGLI SCRITTORI EMERGENTI: STATE LONTANI DAGLI EDITORI SENZA SCRUPOLI.


Da Antonella Santonico ( scrittrice ) BY ANDREA MUCCIOLO (scrittore)
21 ottobre alle ore 17.51
Guarda cosa mi ha scritto l'autore del libro in oggetto (che ovviamente ho acquistato e tra pochi giorni inizierò a leggere):Oggetto: Quello che gli editori non vi dicono
Siete prossimi alla firma di un contratto di edizione con contributo e l’editore, per convincervi a firmare, vi mostrerà un lunghissimo elenco di librerie, sparse in tutta Italia, asserendo che queste librerie ospitano regolarmente i suoi titoli e, ovviamente, esporranno anche la vostra opera.
Ebbene: sono PURE menzogne.
La distribuzione di un libro non è portata avanti dall’editore, ma dai distributori, regionali o nazionali e sono loro a decidere dove portare un libro e con quali modalità. Il loro catalogo è composto da centinaia o migliaia di libri, appartenenti a decine di altre case editrici, tra cui appunto anche l’opera di un autore esordiente. Ovviamente, essendo l’autore esordiente sconosciuto, sia il titolare di una libreria, sia lo stesso distributore, non saranno molto interessati all’opera di quell’autore.
Nessun distributore porterà MAI un libro di un esordiente in TUTTE le librerie con le quali ha rapporti. Come nessun editore vi garantirà per iscritto una simile condizione. Solo a parole. Ogni libro, poi, ha una storia a sé.
Distribuzione nazionale significa solo che il vostro libro sarà (in teoria) distribuito su tutto il territorio nazionale, quindi non confinato ad una sola regione, ma potrebbe anche finire in sole venti librerie, una per regione, il che, è decisamente una quantità ridicola.Vedete, c’è una grossa differenza tra avere il vostro libro REALMENTE PRESENTE sugli scaffali di una libreria e tra la possibilità che lo stesso sia solo ordinabile.
Sì, si può (forse) ordinare in molte librerie, ma se la vostra opera non è recensita su giornali con una buona tiratura, chi mai potrà essere al corrente della sua esistenza?
Non credete a questi mercanti di tappeti (con tutto il rispetto per i VERI mercanti di tappeti) travestiti da editori.Un saluto. Alla prossima.Andrea Mucciolo

sabato 10 ottobre 2009

approposito della crisi 2009 corsi e ricorsi della storia


la bigiotteria americana d'epoca
Author: Elena Orlando
“NON SONO VERI”!!
“NON SONO VERI!” Questa era la dizione di un cartello esposto davanti ai bijoux presentati durante una manifestazione a Wilmington , capoluogo della Contea del New Castle nel Delaware. Fu necessario scrivere questa targa in quanto le persone che visitavano l’esposizione ammiravano i monili in mostra ma nessuno aveva il coraggio di chiederne il prezzo. Sembravano dei veri e propri gioielli.Nel giovane paese americano i gioielli finti piacevano e affascinavano quasi quanto e forse più di quelli veri.La moda di questi bijoux, fra l’altro indossata in seguito dalle dive di Hollywood degli anni ‘50 e ‘60, prese sempre più campo e chiunque per una manciata di dollari poteva acquistare un pezzo nato dalla creatività di maestri artigiani ed assomigliare alle famose attrici dell’epoca. Hollywood, la crisi dell’ottobre 1929, le guerre mondiali, e in seguito i profondi cambiamenti sociali che vi furono, dettero luogo ad un insieme che contribuì a trasformare oggetti d’imitazione in oggetti di lusso. La classe femminile dell’epoca indossava volentieri quei fantastici braccialetti, quelle luccicanti collane, quelle splendide spille che riuscivano ad ingannare anche gli osservatori più esperti.Le origini della bigiotteria americana tuttavia hanno radici che risalgono alla fine del 1700, e più precisamente al 1794 quando a Providence nel Rhode Island, un argentiere di nome Nehemiah Dodge creò una lega simile all’oro, ma molto più a buon mercato. Negli anni successivi la sperimentazione che dette luogo a sostanze derivate anche da prodotti naturali manipolati, piano piano portò a scoprire materiali sintetici adattissimi a creare un falso, ma bellissimo gioiello. Bachelite, catalina, plexiglas, lucite, perspex, acrilico e leghe varie di metalli privi di nichel diventarono materiali che, assemblati ed elaborati dalla grande creatività di esperti artigiani, si prestavano mirabilmente a plasmare un vero e proprio gioiello. A fronte di manufatti di elevata raffinatezza i materiali usati per la loro realizzazione erano in sostanza reperibili a costi veramente irrisori.Alla fine del 1800 a Providence lavoravano a pieno ritmo quasi 150 fabbriche di bigiotteria che fatturavano diversi milioni di dollari. Tutt’oggi Providence è la prima città del mondo nella produzione di bigiotteria.Decine le case e le firme!!La prestigiosa Trifari, dove Gustavo Trifari eccelso disegnatore e dotato di mente artistica, discendente di una famiglia di orafi napoletani prima da solo, poi in società con il disinvolto Leo F. Krussman ed infine con il direttore del reparto vendite Carl M. Fishel fecero della loro azienda una delle più importanti produttrici nel settore che raggiunse le vette del successo quando negli anni ‘50 ebbe l’esclusiva per creare i gioielli della moglie di Eisenhower indossati durante le cerimonie ufficiali. Trifari diventa così una delle prime case di produzione di costume jewelry americana con un nome tutto italiano. La Kennet Jay Lane ancora oggi in attività che ha prodotto dei veri e propri gioielli venduti nei cosiddetti “five and dime store”, grandi centri commerciali dove gli oggetti venivano venduti per pochi centesimi. Per 5 centesimi, anche Coro, sigla delle iniziali Cohen e Rosemberg, vende nei primi decenni del 1900 milioni di pezzi marcati in maniera diversa. Eccellenti designers, prodotti sempre di qualità superlativa, ottimi materiali impiegati, la placcatura, i migliori cristalli di qualità' Swarovski utilizzati, hanno fatto della Maison la regina della costume jewelry americana.False perle barocche di forma irregolare e pasta di vetro montate su di una lega di metallo detta “oro russo antico” furono il cavallo di battaglia della creativa Myriam Haskell, proprietaria dello show-room nella 37ma strada di New York dove ancora oggi viene ripetuto l’antico splendore.Di qualità artigianale eccellente erano i raffinatissimi anelli (ed altri monili) creati dalla ditta Panetta, la quale cercò di educare i propri clienti a capire e vedere con i propri occhi come venivano prodotti i bijoux , organizzando visite guidate ai laboratori (un po’ come viene fatto oggi nella fabbrica di Meissen in Sassonia per poter ammirare passo per passo la creazione delle famosissime porcellane).Gioielli fantasia ispirati al mondo della natura come cestini di fiori, frutti, foglie di svariati colori erano i pezzi forte della ditta Pennino, marchio che compare per la prima volta nel 1928. Nato come gioielliere Pennino si focalizzò sulla qualità dei materiali usati per produrre i propri oggetti, privilegiando strass e pietre di provenienza principalmente austriaca.I monili firmati Sarah Coventry risalgono al periodo successivo alla seconda guerra mondiale; la loro produzione iniziò infatti negli anni ‘50 a Newark, New York, da Sarah Ann Stuart. Questi bijoux, creati anche per le dive dell'epoca, non erano solo belli ma erano anche di qualità eccellente e venivano venduti principalmente durante "party" nelle case. Il loro fascino raffinato e la loro luminosità li rendevano assolutamente seducenti. Un’altra notissima maison di bigiotteria americana è la Lisner, che ha prodotto i suoi bijoux a partire dal 1904 fino agli anni ’80. I suoi prodotti erano noti per il loro gusto ricercato e per l’ottima lavorazione. Ancora oggi questi sono ricercati da numerosi collezionisti.La casa di produzione di bijoux Monet, fondata a Providence nel 1929, che genera monili di rara raffinatezza e bellezza e che continua a produrre ancora oggi; e Graziano, una delle maison di alta bigiotteria più famose e tutt’ora attiva a New York, che crea ornamenti alla moda e pieni di fascino come si può ammirare sulle riviste più in voga in campo di moda e stile (come Vogue, In style..). Molto particolari ed estremamente eleganti sono le linee create e studiate appositamente per serate importanti, cerimonie e matrimoni.Le firme e le case di fabbricazione, da me indicate, di questi meravigliosi bijoux sono solo quelle più note ma questo mondo fantastico che è frutto della grande creatività di maestri artigiani (spesso italiani) è ricchissimo di marchi sconosciuti ai più ma altrettanto incantevoli.
Dott.ssa Elena Orlando

lunedì 28 settembre 2009

UNA BELLA FIERA GAIA

MARIA GRAZIA MINTO DI GIUSTEMO TUTO CON LA SUA CUCINA SOLARE


UNA BELLA FIERA DI GAIA
di Michele Boato

Per chi non c'era, o c'è stato solo per poco tempo, cerco di dare qualche scorcio della 13^ Gaia-Fiera della CittAperta, che si è svolta ai giardini di via Piave, a due passi dalla stazione di Mestre, domenica 20 settembre 2009.
Il contratto con san Pietro va a buon fine: nonostante le previsioni del tempo che, con i rovesci di inizio settimana, non lasciavano troppe speranze, il sole riscalda tutta la domenica, facendoci tirare un grosso respiro di sollievo.
I primi baldi volontari
Già alle 7 di mattina, con Sandro ed Angelo, cominciamo a mettere gli striscioni sul palco, preparare i tavoli dell'Ecoistituto del Veneto Alex Langer (con Tera e Aqua, Gaia e i premi della lotteria) e a segnare i posti per i 60 stand, lungo i percorsi pedonali del parco.
MariaGrazia ( nella foto), col suo camper, la cucina solare ( nella foto) ecc. è già lì, arrivata di notte dopo essere stata alla festa dei Grillini.
Alle 8, con anche Paolo, Monica, Franco e Roberto, portiamo i due grandi gazebo (che sarebbero serviti per i dibattiti del pomeriggio) e montati...solo dopo essere corsi al EcoMuseo di Malcontenta a recuperare i teli di plastica, là dimenticati. Alle 9 ci sono già una ventina di stand in allestimento e cominciano a fermarsi, per curiosare, le prime persone.
Vicino al palco, oltre allo stand di Ecoistituto e Fondazione Icu (seguito da Antonio prima e da Anselmo poi) ecco quello del Gruppo di lavoro di via Piave, che ha collaborato fortemente alla preparazione della Fiera, distribuisce il giornalino “Le voci di via Piave” e raccoglie firme per aprire alla città la ex lavanderia militare di via Piave.

Viva le biciclette!
Per l'occasione della Fiera, di fronte ai giardini è aperto anche di domenica lo storico negozio di biciclette Breda; non solo, Breda ha aperto uno stand vicino al palco, con le sue biciclette in bella mostra, offre come primo premio della lotteria una sgargiante bici da ragazzino (buona anche per persone non molto alte) e cinquanta buste da aggiungere ai premi, con dentro vari accessori per le bici.
A fianco si sistema uno stand che affitta ad ore simpatiche bici-carozzelle; ironia della sorte, il suo gestore compra 5 biglietti della lotteria e...vince la bici Breda!
Nel pomeriggio arriva Roberto che, con Giampaolo della Fiab, all'ombra degli alberi e con tutta l'attrezzatura del caso, insegna a fare manutenzione e ad aggiustare le bici.


Ore 10: la Fiera è già in fermento
Alle 10 la Fiera è quasi al completo, decine di visitatori trattano ai Mercatini della Banca del Tempo “Danza delle Ore”e dell'associazione Agape di Campalto, comprano l'ottimo pane integrale di Guido o le verdure biologiche di Maurizio dell'Orto Arcobaleno di Zelarino, di Mattia di Spiazzi Verdi degli orti di Venezia o i prodotti di Donna Gnora; c'è chi si informa e aderisce ad uno dei due Gruppi di Acquisto Solidale presenti o si fanno spiegare come funzionano i pannolini lavabili della EcoBottega di Salzano e gli Scec, la moneta locale proposta da Arcipelago Veneto
Per tutto il giorno decine e decine di persone ammiravano l'arte di intagliare il legno di Sandro, i merletti “al tombolo” di Ida, le maschere di Lucia (che nel primo pomeriggio le ha già tutte esaurite) e”impirar perle” di Graziella. E poi, per vuole consigli su altre arti, c'è l'associazione Amici delle Arti


Il laboratorio di ceramica e i bambini
Cominciano ad arrivare i bambini, che, per tutto il giorno a turno, lavorano con l'argilla a preparare vasetti, piattini e piccole sculture sotto la guida paziente ed esperta di Gabriella.
Vicino al palco si sistema lo stand del Sole e la luna, con MariaGrazia che distribuisce consigli alle future mamme, e quello dell'Accademia Shatsudo, che continuerà a massaggiare gratuitamente decine di persone fino al tramonto.


AmicoAlbero impianta un'aiuola di piante aromatiche
Alle 10 e 30 arriva Belcaro, l'assessore comunale all'Ambiente, Loris e Roberto hanno completato l'installazione dei microfoni e possiamo così dare il benvenuto ai già molti presenti e invitarli a seguire Luca, forestale e presi dente di AmicoAlbero che ci avrebbe guidato al vicino piazzale Bainsizza e, con i volonterosi, piantato un'aiola di una cinquantina di piante aromatiche: rosmarino, timo, salvia e la profumatissima lavanda. Il lavoro di impianto dura fino a mezzogiorno, l'area viene segnalata da un nastro bianco e rosso e, nei giorni successivi, sarà inaffiata da persone di AmicoAlbero e da alcuni residenti nei dintorni del Piazzale.


Cibi, prodotti e musiche multi-etniche
E' mezzogiorno, Roberto sospende la musica per collegarsi con Radio Base che, in diretta dai suoi studi, presenta la Fiera agli ascoltatori.
Arriva anche la fame e con lei lo stand del Kebab di Ammar e Walid, amici palestinesi di Corso del Popolo e di Gazzera. Il resto del mondo è rappresentato anche dall'artigianato peruviano di Rosaria, dai prodotti indiani di Samarcanda, dai dipinti nigeriani di Niky e dal magnifico spettacolo del coro femminile Ucraina Più: dalle 16 e 30 un'ora di musiche, balli e canzoni di fronte ad un pubblico di centinaia di persone che battono le mani a ritmo, cantano assieme al coro, applaudono e ridono.


Dal tango al rock, passando per il jazz
Prima del coro ucraino, la serie di spettacoli musicali inizia con la dimostrazione dei maestri di Fatti di tango che attira attorno al palco e quasi ipnotizza moltissime persone: è l'inizio della seconda parte della Fiera.
Poi è la volta del jazz raffinato dell'Officina Musicale di David che, per l'occasione, accompagna la sua tromba ad un quartetto di professionisti veneti.
Chiude la serie musicale la strepitosa Ghenga Fuoriposto che presenta lo spettacolo LatiTanti, e (portandosi anche le luci) tiene il pubblico in delirio ben oltre il tramonto.


Si discute e ci si organizza in rete: c'è il nucleare...
La Fiera ha come scopo principale far incontrare le persone, far conoscere chi produce beni utili e poco (o per nulla) inquinanti, creare reti di collaborazione; a questo servono gli stand e i laboratori; si aggiungono i dibattiti, che della circolazione delle idee sono i momenti forti.
Alle 15 in punto, sotto i gazebo giganti, inizia la discussione sulle iniziative proposte dalla Rete Ambiente Veneto contro l'ipotesi di una centrale nucleare nel Veneto e (assieme ai Comitati riuniti Rifiuti Zero di Treviso e Venezia) contro il progetto di Unindustria di Tv di costruire due nuovi inceneritori a Silea e Mogliano (ma a ridosso di Marcon e Quarto d'Altino).
Introduco gli argomenti precisando che sia il referendum consultivo sul nucleare in Veneto, che quello sui due inceneritori, per poter partire con la raccolta delle 5.000 firme devono attendere un “provvedimento” regionale (una delibera di giunta o una legge o un piano del consiglio); per il nucleare, anche volessero collocare una centrale in Veneto (l'area più a rischio è tra Chioggia e Rosolina-Porto Levante, nel nord del delta Po), la regione potrebbe decidere di non deliberare nulla, lasciando fare tutto al governo, come prevede la nuova legge del luglio 2009. In questo caso l'unico referendum fattibile sarebbe quello abrogativo nazionale, con 500.000 firme come nel 1987.


...e ci sono gli inceneritori da fermare
Per gli inceneritori, stiamo lavorando con i comuni interessati e la provincia di Treviso perchè la procedura di Via non si concluda; in caso di successo la Regione non prenderebbe alcun provvedimento (o un provvedimento di rigetto della domanda) e quindi niente referendum. Se invece la Via si concludesse, allora dobbiamo essere pronti a raccogliere le firme per il referendum.
Resta aperta già da ora, invece, la possibilità di presentare (sempre con 5.000 firme autentiche di elettori veneti) un progetto di legge di iniziativa popolare per vietare qualsiasi forma di combustione dei rifiuti e far fare la raccolta differenziata “porta a porta” in tutti i comuni del Veneto.
Alla discussione partecipano varie decine di persone, sia aderenti a Comitati, anche dalle province di Verona, Vicenza, Treviso, Belluno, Rovigo e Padova, sia interessate a titolo personale, o appartenenti ad associazioni, come WWF, GreenPeace, o Mountain Wilderness, presenti anche con loro stand alla Fiera.
Sul nucleare, c'è anche la lista civica Per il bene comune che raccoglie firme sotto la petizione nazionale “Non abbiamo bisogno del nucleare” arrivate a 35.000 su internet e ad altre 10.000 circa sui moduli cartacei.


Il calore solare ci abbraccia
La giornata continua ad essere baciata da uno splendido sole settembrino che aiuta una decina di bambini a stendere i loro mercatini, di pomeriggio, nella zona centrale del parco.
E di sole parlano gli stand di Chico Mendez, che con la sua cucina solare offre prima il caffè e poi il tè portati ad ebollizione in pochi minuti dai raggi del sole concentrati su caffettiera e teiera; di sole parla Mimmo, che con il suo pannello fotovoltaico ricarica di corrente, gratuitamente, computer portatili e i telefonini; e di energie rinnovabili e risparmio parlano gli stand di Agire, Enel e di FontiRinnovabili: con tutto il sole che abbiamo in Italia, non serve proprio buttare soldi e salute inseguendo nucleare e rigassificatori!


No Dal Molin
Tra un concerto e l'altro, dal palco c'è il tempo di lanciare un forte messaggio, portato dagli amici del Movimento Nonviolento di Vicenza: sosteniamo la lotta contro l'ulteriore invasione militare dell'area nord della città berica, contro la costruzione di un'altra enorme base Usa sul terreno verde dell'aeroporto Dal Molin, partecipando all'acquisto di uno dei terreni adiacenti, che dovrebbe essere espropriato, aderendo alla campagna “Acquisto un metroquadro per dire No alla base Usa Dal Molin” (trovate i riferimenti su Tera e Aqua di settembre 2009)




Premiate le tesi ambientali più utili e belle
Prima delle 50 estrazioni della Lotteria di Gaia arriva l'attesa proclamazione dei neo-laureati vincitori del Premio”Laura Conti” per le migliori tesi a carattere ambientale. Il primo premio di 750 euro va a Debora Sanna, che ha trattato di Biopolimeri, materiali provenienti da produzioni agricole, che possono egregiamente sostituire le plastiche derivate da petrolio, con un'enorme riduzione di impatto ambientale. Secondo premio a Vincenzo di Julio con una tesi molto precisa sugli impianti eolici offshore (in particolare al largo di Sarroch, nel sud della Sardegna) e terzo premio a Veronica Riccardi, che ha scritto una eccellente biografia del nostro amico Alex Langer, morto nel 1995, a cui abbiamo intitolato l'Ecoistituto del Veneto.
Una entina di altri neo-laureate/i hanno ricevuto, come Premio Speciale, una segnalazione dell'eccellenza della tesi, relativa ad un particolare settore di studio; alcuni di questi lavori diventeranno presto Dossier dell’Ecoistituto.


Musica Arte Terapia
Arriva la sera, purtroppo lo sfondamento di orario impedisce di concludere con la meditazione yoga di Marisa: è già buio, sarà per un'altra occasione.
Si fanno i primi bilanci, anche economici: tra 320 euro di contributi degli espositori, 180 di biglietti della lotteria, 100 offerti per mangiare una fetta della magnifica torta della Torre di Mestre (offerta dalla pasticceria di Tiziano di via Fiume e presa d'assalto alla fine del concerte del coro Ucraina Più) e 450 euro raccolti dal Mercatino della Banca del Tempo Danza delle Ore, abbiamo raccolto 1070 euro. Tolti 270 di spese vive (piantine, affissione locandine, en.elettrica, viaggio due musicisti, spot in radio)restano 800 euro che consegniamo ai professori Cisternino, Scassola e Borsari della Scuola media G.Cesare di via Cappuccina a Mestre, per continuare il Laboratorio MusicArTerapia che ha nno tenuto già nello scorso anno scolastico con i bambini audio-lesi della loro scuola e delle scuole di Peseggia, e che rischia di interrompersi per mancanza di finanziamenti ministeriali. Questi 800 euro vanno ad aggiungersi ad altri 500 che nei mesi scorsi la Banca del Tempo ha raccolto con altri Mercatini e consegnati al Laboratorio per pubblicare la preziosa documentazione dell'attività dell'anno scorso.
Questo risultato va ad accrescere la felicità che ha accompagnato l'edizione 2009 di Gaia Fiera.
Arrivederci all'anno prossimo...

giovedì 25 giugno 2009

SIGNORI DELLE PALAZZINE, INTRALLAZZATORI VARI, FACCENDIERI GRANDI E PICCOLI, ACCOMODATEVI ... FUORI !

INAUGURAZIONE PIAZZA DI GARDIGIANO 2005.

PASSARE AL VAGLIO DEGLI ELETTORI E' L'ESAME PIU' SEVERO E DIFFICILE DI UNA VITA!


Dal GAZZETTINO DEL 24-06-09Scorzè:

L’ex sindaco Clara Caverzan non nasconde la soddisfazione per l’elezione a primo cittadino di Giovanni Battista Mestriner, ex presidente del consiglio nella passata legislatura fino al luglio dell’anno scorso, data in cui è avvenuto il commissariamento del comune. Per tutta la campagna elettorale l’ex sindaco non ha potuto neanche muoversi da casa per quella dolorosa frattura alla gamba di cui porta ancora le conseguenze e che la costringe a lunghe terapie di riabilitazione. Ma in ogni caso era sua volontà non partecipare alla campagna elettorale. “Ho solo acconsentito a essere inserita nella lista di Michele Boato perché mi ha chiesto di sostenerlo e mi sono sentita in dovere di farlo come ambientalista ma non ho mai voluto mettermi in evidenza per tutta la durata delle elezioni” ha confessato. Ma Clara Caverzan a distanza di un anno qualche sassolino vuole davvero toglierselo visto che in realtà gli elettori hanno premiato ancora una volta la squadra di allora, tolta di torno tutta quella serie di “signori delle palazzine” e “facendieri di cattivo gusto” come ella stessa li ha nominati. “La gente si è ricordata dell’amministrazione precedente mandando a casa tutti coloro che erano implicati nei vari intrallazzi e che hanno fatto di tutto per commissariare l’amministrazione contro la volontà del popolo. Che a sua volta, a dispetto di tutte le denigrazioni, ha votato chi allora s’era preoccupato per il bene del paese e aveva lavorato con passione. Ha castigato coloro che volevano darci l’onta del commissariamento, quelli che si sono alleati ai dissidenti convinti che mandandoci a casa poi avrebbero convinto l’elettorato che era tutta colpa nostra. Ma non sono riusciti a darla a bere ai cittadini di Scorzè che in fondo hanno apprezzato quello che eravamo riusciti a fare tra mille difficoltà. Non c’era nessun motivo perché ci mandassero a casa, a delegittimare un sindaco senza una concreta motivazione. Hanno fatto di tutto per tradire la gente senza proposte reali e così sono stati puniti per la seconda volta. Onore perciò al vincitore e alla mia ex squadra, fiduciosa che saranno completati i progetti in cantiere e quelli che verranno. Compresa la variante 515, se si farà, a sud della centrale elettrica. Cosa non mi è piaciuto in questa tornata elettorale? Le denigrazioni che il centrosinistra faceva casa per casa su di me per racimolare qualche voto dicendo che volevo rimanere sindaco per vendere più libri. E lo sperpero enorme di denaro impiegato in questa campagna elettorale dal centrosinistra. E per il centrodestra l’esultanza da stadio e da ultras per le strade. Meglio sarebbe stato se la festosità fosse stata più contenuta. Ma auguro a Mestriner, che ora potrà contare su una squadra compatta, di governare con armonia e sicuramente con competenza”. R.F.


martedì 16 giugno 2009

... passare al vaglio degli elettori è l'esame più severo e difficile di una vita

... passare al vaglio degli elettori è l'esame più severo e difficile di una vita
PASSARE AL VAGLIO DEGLI ELETTORI E' L'ESAME PIU' SEVERO E DIFFICILE DI UNA VITA!

sabato 6 giugno 2009

MESTRE INVASIONI DI CAMPO ELETTORALE

MESTRE INVASIONI DI CAMPO ELETTORALE - REPORT FOTOGRAFICO di Roberta e Leda‏ Cossu

-giro a tutti/e per conoscenza le foto attestanti le appropriazioni di spazio elettorale da parte di altri partiti, effettuate durante il giro di ieri alle 21 con la Leda, e Chico a seguito. Ecco il report della nottata!

martedì 2 giugno 2009

campagna elettorale scorretta a gonfie vele

Clara Caverzan
30037 Scorzè Ve
Alla cortese attenzione
Del Commissario Prefettizio doot. Pizzi
del Comando dei Vigili Urbani di Scorzè
Del Segretario Comunale Comune Scorzè
dell' Ing. Sabatino Luigi Capo Ufficio Tecnico e Patrimonio Comune Scorzè
dell’Ufficio Elettorale del Comune di Scorzè
dell'Ufficio dott. Braga Giovanni responsabile pubblicità Comune Scorzè
E P.C.della Sig.a Preside dell' Istituto Comprensivo G. Galilei di Scorzè
Del Difensore Civico Comune di Scorzè
ORGANI DI STAMPA
LORO SEDI
O G G E T T O: Grave carenza di controllo sulle affissioni ed iniziative elettorali nella campagna elettorale del Comune di Scorzè.

Dopo la mia del 31 maggio scorso, che ad oggi non ha avuto ancora alcun riscontro nel territorio, con la presente sono a segnalare le iniziative della campagna elettorale di Scorzè in atto, che destano parecchi interrogativi sulla cittadinanza, soprattutto quando questa coinvolge ed è rivolta esplicitamente ai minori.
Nella mattinata del 2 giugno 09, durante l'allestimento della festa elettorale di Graziano Pizzolato che prevedeva una festa per bambini e la presenza di Cacciari, testimonianze dirette mi segnalavano che, un signore si trovava all'interno della terrazza della Biblioteca alla quale si accede solo dalla scala interna, appoggiato alla ringhiera col cappellino del "C'è da fare" sul capo.
Mi sono informata stamane presso gli uffici elettorale e cultura, per sapere se ci fosse stata apposita autorizzazione ad entrare nella sede della biblioteca e la risposta è stata che nessuna autorizzazione in tal senso è stata rilasciata.
E' ridicolo ed offensivo auspicare da parte mia, a cose già fatte, un concreto riscontro sui controlli elettorali, dopo quanto successo in passato e specificatamente ieri 2 giugno 2009 in occasione della festa elettorale del Candidato sindaco Graziano Pizzolato, ma, onde evitare il protrarsi di questa grave situazione che mi costringerebbe mio malgrado, a denunciare chi di dovere per omissioni d’atti d’ufficio,

denuncio

attraverso le immagini che seguono, le violazioni che nessun organo preposto sembra aver contestato.
Tanto dovevo, distinti saluti
Clara Caverzan



Vela arancione con scritta di slogan elettorale in postazione fissa e distribuzione di volantini da parte del Presidente del Consiglio d'Istituto Alvise Zanette candidato nelle liste del PD e da parte della componente del Consiglio d'Istituto Mirella Barbiero moglie di Igino Michieletto, candidata nelle liste del PD. Autorizzata?


Il signor Alvise Zanette presidente del Consiglio d'Istituto sta piazzando una postazione elettorale fissa di fronte l'ingresso Scuola Materna Rodari dopo che l'autoveicolo di propaganda è già stato parcheggiato a motore spento. Autorizzato?



Il presidente del Consiglio d'Istituto tra le due postazioni elettorali fisse intrattiene una cittadina
mentre i genitori accompagnano i figli a scuola. Autorizzato?



02- 06- 09 biblioteca comunale: una campagna elettorale così smodata, dispendiosa e irrispettosa delle famiglie, dei minori e della crisi economica non si era mai vista.



Autorizzato tutto?

Autorizzata?

Postazione elettorale fissa tra gli alberi di fronte alla biblioteca Comunale. Preparativi per l'arrivo di Cacciari. Autorizzata?



Slogan autorizzati?



Tutto autorizzato?
Tazebao su suolo pubblico. Autorizzati?

Vela elettorale di fronte alla struttura " Anni Sereni". Autorizzata?



Autorizzata?
Autorizzata?
Pubblicità fissa e fissata su canne di bambù su suolo pubblico. Autorizzata?

Indicazione stradale elettorale. Autorizzata?

Clara Caverzan
30037 Scorzè Ve



Alla cortese attenzione
Del Commissario Prefettizio doot. Pizzi
del Comando dei Vigili Urbani di Scorzè
dell’Ufficio Elettorale del Comune di Scorzè
dell'Ufficio dott. Braga Giovanni responsabile pubblicità Comune Scorzè
della Sig.a Preside dell' Istituto Comprensivo G. Galilei di Scorzè
LORO SEDI




O G G E T T O: Grave carenza di controllo sulle affissioni ed iniziative elettorali nella campagna elettorale del Comune di Scorzè.

Gentili Signori,

con la presente portiamo a Vostra conoscenza che vi è una continua e diffusa disattesa dei dettami imposti dalla normativa elettorale:

candidati con cariche all’interno del Consiglio d’Istituto che installano postazioni elettorali anche fisse senza richiesta protocollata con distribuzione di volantini di fronte alla Scuola Materna con sfruttamento e uso di minori;

subdola presenza di fotografie di grande formato di candidati consiglieri in lista all’interno delle scuole elementari per progetti non inerenti;

Auto in soste lunghe a motore spento con cartellonistica di propaganda elettorale ovunque e specialmente di fronte e nelle immediate vicinanze di tutte le scuole dell’obbligo del Comune.

affissione fuori degli spazi elettorali di manifesti e manifestini di vario tipo senza opportuna timbratura con evidente scopo elettoralistico ( es.: c/o distributore del latte crudo).

Pur comprendendo la scarsità d’organico, non si ammette però la situazione attuale di jungla elettorale che potrebbe falsare le intenzioni di voto.
Col protrarsi di questa grave situazione sarebbero oltremodo evidenti omissioni d’atti d’ufficio.

In attesa di un Vostro celere intervento in tal senso vogliate accogliere i nostri saluti.
Giuseppe Papazzoni
Clara Caverzan
31-05-09


Oh madre de dios!



Io sono nata a Montebelluna, una cittadina dove, negli anni in cui il prevosto aveva l'egemonia, era vietata ogni sorta di divertimento, soprattutto : niente sale da ballo e niente piscine! L'unico divertimento di aggregazione si scatenava durante il carnevale, periodo in cui i giovani e non più giovani creavano i carri mascherati. Avvenne che dei giovani gogliardici allestirono un carro con una donnina in " due pezzi", quindi nuda. Il prevosto li mandò a chiamare e li rimproverò severamente minacciandoli di allontanarli dalle funzioni ecc. ecc.
Uno di quei giovani, baldanzoso si difese dagli attcchi del prevosto:
- Anca e vetrate del duomo le é sporche eora, ghe n'é Adamo e Eva tuti nudi !
- Ciò, ignorante, - attaccò il prevosto monsignor Daniele Bortoletto, che aveva portato a termine l'imponente Duomo, - quea xe arte!
- E questo l'é carneval!
Gli rispose il giovanotto lasciandolo con un palmo di naso.
Eravamo nel finire degli anni 50.
CHE L'IPOCRISIA E IL BIGOTTISMO NON TOCCHI L'ARTE!
"Mozart, il Ratto dal serraglio/ Al San Carlo di Napoli una versione topless
Polemiche benpensanti, ma anche apprezzamento dagli intenditori, per la versione del “Ratto dal serraglio” messa in scena al teatro San Carlo di Napoli.
Nel nuovo allestimento della prima opera che Mozart compose a Vienna, l’harem del pascià è diventato un lussuoso yacht su cui compare una donna in topless. Elementare che ci siano state polemiche.
Nemmeno è piaciuto l’allestimento del regista Damiano Michieletto, famoso per l’originalità delle sue messe in scena. "
NAPOLI (17 aprile) - Uno yacht e sopra bellezze in topless. Una scena naturale nei nostri mari. Inusuale in un teatro. Se si pensa che poi il teatro è l'appena rifatto San Carlo, la curiosità aumenta. Sul palcoscenico del teatro di San Carlo uno yacht è pronto a salpare su un mare di musica, quella mozartiana de «Il ratto dal serraglio». La direzione d'orchestra è affidata a Jeffrey Tate, mentre la regia è di Damiano Michieletto. Ed è proprio il regista che ha pensato di trasformare il classico serraglio in una lussuosa imbarcazione da sceicco arabo, e tra poppa e prua si aggiungerà una corte di donne, alcune in costume da bagno e altre in topless (a vedere le prove generali di questi giorni). Un allestimento modernissimo, per certi versi provocatorio, come è nello stile del regista, ma pur totalmente rispettoso della musica del capolavoro di Mozart. Eleganza e raffinatezza musicale non mancheranno con la direzione di Tate alla guida dell'Orchestra e del Coro del San Carlo. «Il ratto dal serraglio» fu composto da Mozart nel 1782 ed è considerato il suo primo autentico capolavoro teatrale, un'opera che fonde perfettamente lo stile sinfonico tedesco con quello vivace e arguto dell'opera comica italiana. La storia dell'innamorato, che vuol riprendersi l'amata rapita e chiusa in un harem, e le trovate scenico-musicali di Mozart, ne fanno un'opera meraviglosamente moderna e divertente. Dopo la prima del 18 aprile, alle 20.30, lo spettacolo sarà replicato: martedì 21 (20.30), giovedì 23 (alle 18), domenica 26 (alle 17) e martedì 28 (alle 18) aprile.

Complimenti all'estro del giovane regista da parte mia, Clara Caverzan, attaccata sul Gazzettino, in maniera ipocrita dalla di lui madre, giusto un anno fa per il libro " Desideria by Ophluchi" . Alla madre del regista Damiano Michieletto non posso che dedicarle questo detto veneto:
E MARAVEJE SE MAGNA A BRANCHE!

domenica 31 maggio 2009

ARA CHE SEMO STRONSI!




NON CAPITE PERCHE' DOVREBBERO NASCERE ORTI SANI PER TUTTI AL POSTO DELLA BASE MILITARE , NON CAPIAMO PER QUALE MOTIVO SI DOVREBBE CREARE UN ANELLO VIARIO ATTORNO A SCORZE' E NON LO SI PRESENTI AGLI ABITANTI DELLE ZONE INTERESSATE, PER QUALE MOTIVO DIVENTARE DIRIMPETTAI DI UNA NUOVA DISCARICA DI MERCURIO A RIO S. MARTINO E A CAPPELLA, PER QUALE MOTIVO ABBIATE VOLUTO IL COMMISSARIAMENTO DEL COMUNE CON UN ATTO VIOLENTO E ANTIDEMOCRATICO, CHE HA DERUBATO I CITTADINI DEL DIRITTO DI VOTO E ADESSO CI CHIEDIATE DI DARVI IL VOTO, SPENDENDO DECINE DI MIGLIAIA DI EURO PER CONVINCERCI A FARLO DI NUOVO ... ALTRO CHE ARA CHE SEMO STUFI, ARA CHE SEMO STRONSI!

Il denunciare il comportamento scorretto, come nel caso di cariche all’interno del consiglio d’istituto che attuano campagna elettorale di fronte alla scuola materna con in braccio i bimbi è giusto, a meno che non sia strumentale ad apparire sui quotidiani in una sorta di “boomerang” di cui tanto si parla.
Ma vi è una scorrettezza più subdola che si è avuto modo di assistere durante la serata dedicata al confronto dei Sindaci a Cappella.
Dopo una serata durante la quale il mediatore, più che mediare, ha tenuto una sequela di comizi basati molte volte su notizie e basi fantasiose ed errate, lasciando poco spazio alle risposte e il candidato MICHELE BOATO de “ La Scorzè che vogliamo . Impegno per il bene comune” ha dimostrato sugli argomenti che più interessavano: passante, casello, elettrodotto prima di tutto d’essere un esperto con cognizione di causa, che conosce procedure e motivazioni come pochi altri, avendole seguite da decenni sia dalle istituzioni che dai comitati ed avendo in tal senso annichilito gli altri candidati, il candidato a Sindaco Mestriner (quello della denuncia giornalistica, ma non legale del fattaccio della scuola materna) come un pugile alle corde che si chiude e lega l’avversario, nel suo saluto finale ha lanciato un accorato appello a votare consiglieri di Cappella (e quindi anche il Sindaco).
Sarebbe da chiedergli perché lo stesso appello non lo ha fatto a Gardigiano, o Peseggia o a Scorzè.
La china, il dirupo democratico, sull’orlo del quale stiamo giocando deve metterci in allarme!
Balzane soluzioni tecniche che ledono altre zone del comune, come l’ANELLO viario di Scorzè, in base al suo modo di agire non deve certo essere lui a proporlo, visto che non è di Scorzè. Eppoi dovrebbe poi spiegare agli stessi abitanti di Cappella che la congiunzione tra la Castellana e via Bigolo, non farebbe altro che scaraventare tutto il traffico proveniente da ovest e non solo su via Boschi e quindi al casello devastando ancora di più la vivibilità di Cappella. Come avrebbe dovuto spiegare al mediatore, da amministratore, che il Mulino Todori è ai limiti di una discarica di venti ettari e la famosa oasi, non che la mitigazione ambientale ad una altra ferita del territorio, vicino alla quale si vuol far scorrere un’altra strada.
Mors tua, vita mea, cinicamente sarebbe accettabile, ma Mors mia, mors tua è la teoria che regola la vita degli stupidi: fare il proprio e l’altrui male.
E’ perciò che abbiamo voluto volare alto, con Michele Boato, con un uomo che ha speso la sua vita in difesa della salvaguardia della salute, non elemosinando attenzione, ma imponendola, con progetti che rappresentano il nostro futuro.
Se non si rompe lo schema delle beghe da vicinanti e non si ragiona in termini globali di modifica di modelli di sviluppo, ci sarà sempre un comitato.


GIUSEPPE PAPAZZONI

VADE RETRO SATANA!











CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
OTTAVA LEGISLATURA
MOZIONE N. 180
LA GIUNTA REGIONALE FERMI IL NUOVO IMPIANTO DELLA DITTA MESTRINARO DI ZERO BRANCO NEGANDO L’AUTORIZZAZIONE ALLA COSTRUZIONE E ALL’ESERCIZIO DELLA NUOVA DISCARICA 2B
presentata il 18 marzo 2009 dai Consiglieri Diego Bottacin, Michieletto, Causin, Atalmi, Zabotti, Pettenò e Bettin
Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO CHE:
- da quattro anni i cittadini di Zero Branco e precisamente i residenti della frazione di Sant’Alberto chiedono di avere notizie rassicuranti in merito all’ampliamento della ditta Mestrinaro, la quale nel 2005 ha presentato in Regione un progetto per la realizzazione di un impianto di lavorazione e discarica di tipo 2B per rifiuti inerti provenienti da lavorazioni di altre aziende;
- il progetto presentato dalla ditta Mestrinaro è stato illustrato ai residenti in una riunione nel 2005, da allora nulla è stato più spiegato. A fronte dei movimenti di mezzi verificatisi di recente il Sindaco di Zero Branco ha rassicurato i residenti sostenendo che i lavori, che avvengono anche di notte all’interno dell’azienda, sarebbero relativi ad opere per la realizzazione di argini per il contenimento del fiume Dosson che scorre proprio a ridosso della ditta in questione;
CONSIDERATO CHE:
- la ditta Mestrinaro, già con il dimensionamento attuale, dovrebbe trovare altra collocazione in aree idonee all’industria e non a ridosso della campagna dove viene coltivato il pregiato radicchio rosso di Treviso e che un incremento di lavorazioni potenzialmente nocive non farebbe altro che peggiorare una situazione già insostenibile per il territorio in cui opera l’azienda;
- si teme che eventuali opere in corso per il rafforzamento degli argini del fiume Dosson possano rappresentare interventi preliminari alla realizzazione dell’impianto di trattamento rifiuti richiesto dalla ditta Mestrinaro, che rappresenterebbe una vera e propria emergenza ecologica nell’ipotesi di sversamenti di sostanze pericolose derivate dalla nuova lavorazione che potrebbero compromettere la qualità delle acque del fiume Dosson;
- più volte il Ministro Zaia e il Vicepresidente della Regione Manzato hanno dichiarato l’indisponibilità a cedere aree rurali di pregio per la coltivazione del radicchio rosso di Treviso, come quella in questione, a favore di aziende che nulla hanno a che vedere con l’attività agricola;
- la Commissione VIA della Regione, intanto, nei giorni scorsi, ha portato a termine l’istruttoria sul progetto e ha dato parere favorevole al progetto della ditta Mestrinaro;


tutto ciò premesso,


impegna la Giunta regionale:

- a tutelare le aree rurali destinate al mantenimento delle produzioni tipiche, della cultura, degli usi e costumi del territorio trevigiano che si esprime anche con la coltivazione del radicchio rosso di Treviso e con la protezione delle aree ad esso vocate;
- a dare una volta per tutte ai residenti del Comune di Zero Branco rassicurazione rispetto ai timori sul rischio ambientale che sarebbe rappresentato dall’ampliamento dell’azienda Mestrinaro attraverso la realizzazione dell’impianto in oggetto;
- a negare l’autorizzazione alla realizzazione e all’esercizio dell’impianto di smaltimento per rifiuti speciali in oggetto.



venerdì 29 maggio 2009

e' ancora possibile votare senza tapparsi il naso!


SPESSO LA PERSONA-CANDIDATO NON CORRISPONDE AI TUOI IDEALI ...

MEMORANDUM:


INFORMATI BENE SUL PERSONAGGIO POLITICO CHE FA CAPO ALLA TUA LISTA O AL TUO PARTITO!
SPESSO LA PERSONA-CANDIDATO NON CORRISPONDE AI TUOI IDEALI.
Per il collegio Scorze' e Noale NON AVERE DUBBI:
ELEZIONI PROVINCIALI, scheda gialla, TRACCIA IL SEGNO SU QUESTO SIMBOLO,

IL VOTO ANDRA' A

CLARA CAVERZAN.

giovedì 28 maggio 2009

25 MAGGIO CINEMA ELIOS ALDO' SCORZE'



DIARIO 260509 ieri sera al cinema Elios tra l'altro...


Finalmente ieri sera ho visto la faccia e ri-assaporato la pasta della signora Cecchin!

Era quella che invece di fare la moderatrice non ha fatto altro che portare acqua con le orecchie al mulino del signor Pizzolato Graziano. Era quella che, ad un certo punto, ahinoi, in una disperata avance di ricerca, di una anche seppur labile identità di supporto, come presa da un raptus, ha tirato fuori un ritaglio di giornale alquanto malconcio, e si è messa a leggere le parole di un don di non so dove. C'è chi ha il bisogno di dimostrare di far parte di un branco, ma lei ce l'aveva messa tutta per davvero a farcelo capire e non serviva quella scivolata pietosa, così fuori luogo. Mi ha fatto venire il vomito! Ci tenevo e ci tengo a dirle quanto la detestassi e la detesti per tutto il male che ha fatto alla mia amica che scriveva con tanta passione per il giornale della Diocesi “ La vita del popolo” . Il peccato mortale di cui si sarebbe macchiata la mia amica, fu quello di leggere e correggere la prima bozza del mio libro Desideria by Ophluchi. Per la cronaca e ad onor el vero, una bozza ancora priva delle pagine, giudicate scandalose da chi sappiamo e a che scopo. Le pagine messe all’indice dagli ipocriti furono aggiunte dopo l’inquisita correzione e non vennero lette dalla giornalista se non a libro pubblicato. Da quando la notizia della peccaminosa correzione fu fatta risaltare dal Gazzettino, un certo Leone di Scorzè si mise sulle tracce della strega che aveva osato leggere e correggere il libro. Scopertala, la spia lo fece sapere alla signora Cecchin ( donna dotata di poteri a quanto pare) che si prese cura di informare la curia di Treviso. La mia amica giornalista venne allontanata da “ La vita del popolo” in quanto “ aveva perso la fiducia” ! Da allora non scrive più per il giornale della Diocesi e vano fu da parte sua il colloquio con il Vescovo e il tentativo di rivolgersi all’ordine dei giornalisti, per vedersi riconoscere i suoi diritti. L'intervento, più o meno palese di quelli che si considerano i padroni di Scorzè e cioè quelli de il Clan Michieletto, ha comunque dato i suoi frutti, visto che l'uomo dall'anima senza macchia, Igino, vede spesso ospitati i suoi scritti nelle colonne del settimanale diocesano.

W l’Italia signore e signori! W la libertà! Povere pecorelle smarrite, chi si prenderà cura di noi/voi adesso che quel Cristo Redentore è morto?

Scusa Cristo, in tutto ciò tu non c’entri un cazzo, anche se questi preti e falsi preti ti vogliono far c’entrare per forza.

“Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova? Ritrovatala se la mette in spalla tutto contento, va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta. Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione.” (Luca 15, 4-7)

E allora vai, brutta spiona, caricati sulle spalle la giornalista offesa e riportala dentro al gregge ... sempre che i presupposti per rimediare esistano ancora!