giovedì 28 maggio 2009

25 MAGGIO CINEMA ELIOS ALDO' SCORZE'



DIARIO 260509 ieri sera al cinema Elios tra l'altro...


Finalmente ieri sera ho visto la faccia e ri-assaporato la pasta della signora Cecchin!

Era quella che invece di fare la moderatrice non ha fatto altro che portare acqua con le orecchie al mulino del signor Pizzolato Graziano. Era quella che, ad un certo punto, ahinoi, in una disperata avance di ricerca, di una anche seppur labile identità di supporto, come presa da un raptus, ha tirato fuori un ritaglio di giornale alquanto malconcio, e si è messa a leggere le parole di un don di non so dove. C'è chi ha il bisogno di dimostrare di far parte di un branco, ma lei ce l'aveva messa tutta per davvero a farcelo capire e non serviva quella scivolata pietosa, così fuori luogo. Mi ha fatto venire il vomito! Ci tenevo e ci tengo a dirle quanto la detestassi e la detesti per tutto il male che ha fatto alla mia amica che scriveva con tanta passione per il giornale della Diocesi “ La vita del popolo” . Il peccato mortale di cui si sarebbe macchiata la mia amica, fu quello di leggere e correggere la prima bozza del mio libro Desideria by Ophluchi. Per la cronaca e ad onor el vero, una bozza ancora priva delle pagine, giudicate scandalose da chi sappiamo e a che scopo. Le pagine messe all’indice dagli ipocriti furono aggiunte dopo l’inquisita correzione e non vennero lette dalla giornalista se non a libro pubblicato. Da quando la notizia della peccaminosa correzione fu fatta risaltare dal Gazzettino, un certo Leone di Scorzè si mise sulle tracce della strega che aveva osato leggere e correggere il libro. Scopertala, la spia lo fece sapere alla signora Cecchin ( donna dotata di poteri a quanto pare) che si prese cura di informare la curia di Treviso. La mia amica giornalista venne allontanata da “ La vita del popolo” in quanto “ aveva perso la fiducia” ! Da allora non scrive più per il giornale della Diocesi e vano fu da parte sua il colloquio con il Vescovo e il tentativo di rivolgersi all’ordine dei giornalisti, per vedersi riconoscere i suoi diritti. L'intervento, più o meno palese di quelli che si considerano i padroni di Scorzè e cioè quelli de il Clan Michieletto, ha comunque dato i suoi frutti, visto che l'uomo dall'anima senza macchia, Igino, vede spesso ospitati i suoi scritti nelle colonne del settimanale diocesano.

W l’Italia signore e signori! W la libertà! Povere pecorelle smarrite, chi si prenderà cura di noi/voi adesso che quel Cristo Redentore è morto?

Scusa Cristo, in tutto ciò tu non c’entri un cazzo, anche se questi preti e falsi preti ti vogliono far c’entrare per forza.

“Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova? Ritrovatala se la mette in spalla tutto contento, va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta. Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione.” (Luca 15, 4-7)

E allora vai, brutta spiona, caricati sulle spalle la giornalista offesa e riportala dentro al gregge ... sempre che i presupposti per rimediare esistano ancora!

Nessun commento: