lunedì 11 maggio 2009

L'UNICA PROPOSTA PERSEGUIBILE VIENE DAL CANDIDATO SINDACO MICHELE BOATO DI " LA SCORZE' CHE VOGLIAMO "


DAL GAZZETTINO
Lunedì 11 Maggio 2009,
Scorzè Il casello di Martellago Scorzè a Cappella? Una follia per i cittadini del comitato “Cappella Vive”: 5 ponti sul Dese, in 5 punti diversi, con un ponte lungo 100 metri e alto non meno di 14, cinque diverse strade, due caselli, due rotonde, due baffi di raccordo per un’estensione di 22 mila metri quadri di campagna. E perché tutto questo non sia solo virtuale o sulla carta, ieri mattina la dimostrazione reale in loco con delimitazione dell’area e illustrazione di quello che avverrà con la costruzione del casello a 300 metri dalla chiesa di Cappella e dalla scuola elementare. Sulle rive del Dese al confine con Martellago è stata organizzata la manifestazione dal comitato che, con ironia, ha pubblicamente invitato tutti, dal semplice cittadino alle autorità politiche, a “un aperitivo al casello”. Spritz distribuiti 330, ma sui tavoli anche bibite e panini. Poco prima delle 11.00 nel giro di qualche ora oltre quattrocento persone hanno raggiunto in auto, a piedi o in bicicletta il “casello” virtuale da quattro accessi dalla Moglianese, la strada sterrata a lato del passante, via Cimitero, via Ungaretti e la strada del mulino Cosma, e uno da Martellago via Boschi, da Combi lungo la Cappellana. Nei pressi del ponte denominato “de Schio” altoparlanti, bancarelle con illustrazione delle planimetrie, gazebo con gli aperitivi pronti e recintata tutta la zona che dovrebbe venire interessata dalla costruzione del casello a diamante con due entrate e due uscite. Transennato il territorio di circa 22 ettari, con dislocate grandi scritte: “qui la rotonda”, “l’altezza fino a qui” su un traliccio elettrico, qui altri cinque ponti sul Dese. E la signora Martina che faceva da guida con le persone al seguito per spiegare dettagliamene, sulle rive del fiume, come sarebbe stata profanata l’area campestre. «Noi vorremmo che il casello non si facesse in questo luogo. Ma non lottiamo contro i mulini a vento, e nel caso venga costruito, come vogliono gli industriali di Scorzè e Martellago, chiediamo modifiche e soprattutto opere di mitigazione verde che lo contorni, tanti ettari quanti ne occupa il casello. Chiediamo che non si facciano i 5 ponti e che le strade del casello, degli svincoli e dei baffi di congiunzione, siano dotate di adeguate barriere antirumore» dice il comitato Cappella Vive. All’appuntamento alcuni dei candidati sindaci nelle prossime elezioni tutti preoccupati per l’impatto ambientale del casello. Michele Boato, ha detto: «Non si deve fare, e neanche quello di Spinea. Il passante deve essere liberalizzato con entrate e uscite a lato come in altri paesi d’Europa dove ci sono liberi accessi ai paesi. Si risparmia e anche gli abitanti ne avranno un beneficio. Il pedaggio, caso mai, verrà pagato al casello di Dolo, ripristinato, e a quello di Quarto D’altino». Renzo Favaretto

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