mercoledì 21 novembre 2012

Jus soli, jus sanguinis, Balottelli, El Sharawi: no, non l'ho sentita al Bar Sport!






Ieri era il mio compleanno, ok? Per premio o regalo in via sarcastica, per il mio lavoro in via realistica, sono stata a Venezia, al Palazzo Regionale Grandi Stazioni ad una conferenza dal titolo:
" Integrazioni esperienze e risultati del Fondo Europeo per l'Integrazione ( FEI) in Veneto" .
Sono un'insegnante e me ne intendo, per provata esperienza so distinguere un bambino che legge a prima vista da uno che ha già letto diligentemente la paginetta a casa. Per intenderci, come un bravo meccanico che ascolta il motore con la testa dentro il cofano e un secondo dopo ti dice che è il carburatore o qualcosa lì vicino.
E' stato fantastico, bellissimo, sentir leggere l'assessore della Regione Veneto ai flussi migratori Daniele Stival, della Lega. Egli leggeva cose dolcissime e dal forte senso umanitario e sentirlo pronunciare sentitamente " gli immigrati rappresentano una fetta importante della società " mi ha fatto un immenso piacere. Forse è diventato cannibale e per fetta intendeva una gustosa e saporitissima parte di torta commestibile, ma l'ha detto.
Peccato che il secondo relatore, alias Angelo Tabaro, Segretario della Regione Veneto alla Cultura abbia rovinato poi tutto, andando a braccio. Vi sintetizzo e vi lancio le parti che ho annotato, il resto era banalmente pura e noiosissima retorica , cose trite e ritrite, dal sapore rancido che non si sentono più nemmeno al bar Sport. " ... è cresciuto il numero degli immigrati ma non è cresciuta l'esterofilia nè la delinquenza ... Diritto di cittadinanza? Nomina Balottelli ed El Sharawi ( robe da circo equestre) ed esclama che quando questi fenomeni fanno goal ... beh allora jus sanguinis ... zzz zzzz ... e conclude: vi racconto un aneddoto, c'erano due ragazzine che parlavano fra di loro in strada, una era ... ( per arrivare a dire che insomma sì era di colore, cioè la pelle era di colore, si è messo d'impegno) insomma quella di colore con la pelle di un colore parlava dialetto veneto ... indi e per cui jus sanguinis e jus soli  ( Nessun salto sulla poltrona da parte di Stival ma un sorriso beota permanente) ... zzz zzz ... zzzz
Questi signori della politica sono strapagati per leggere discorsi del cazzo che non condividono e per vivere, con ipocrisia, anni luce dalla realtà.

La dicotomia tra la cultura dell'intercultura della scuola dell'obbligo, la scuola che conosco io e la loro idea di cultura al proposito è abissale.
Il potere ed il profumo dei soldi li pervade. Il loro disgustoso livello grida vendetta.
Vergogna!

mercoledì 7 novembre 2012

Recensione de " ll Foglio" di Giuliano Ferrara per GOODBYE, HABIBi! Virginia.



Presentazione del libro


Goodbye, habibi! Virginia.

e aperitivo con l'autrice

a Bassano del Grappa
alle ore 18.30
il 14 dicembre 2012  
Caffè dei Libri
Vicolo Gamba,5  
a cura di Francesco Bettin.

Recensione del 06 novembre 2012 de " Il Foglio " di Giuliano Ferrara per
Goodbye, habibi! Virginia.
Una fogliata di libri




"Goodbye, habibi!"

di Clara Caverzan, Edizioni Anordest, 334 pp., 15 euro

Maria José Virginia – “nome come la regina antifascista”, “mia madre me lo impose perché ammirava Maria José come donna… una specie di femminista” – è una cinquantenne del nord est: esasperata da un matrimonio che suo malgrado è andato a rotoli, e sopravvive solo per abitudine e convenienza economica. Mariano, il marito, è un imprenditore di genio con un talento per la tecnologia che gli ha permesso di arrivare al successo da self made man: ma da un’infanzia difficile ha ereditato una sessualità oscura e gelosa, che tormenta Virginia fino a quando i due non scoprono l’Egitto. E a quel punto trova comodo delegare alla moglie gran parte della gestione dell’azienda, in modo da poter passare periodi sempre più lunghi nella villa che si sono fatti fare nella terra dei faraoni. E poi c’è Bahr, il terzo vertice del triangolo, il cui nome significa “mare”: il ragazzo nubiano che ha metà degli anni di Virginia, l’età di sua figlia, e che a un tratto sembra poterle infine dare una storia d’amore vero, inaspettato e inebriante. “Perché lei adora questo piccolo grande uomo che, sopravvissuto ad un villaggio della Nubia, è stato messo a pensare a se stesso, appena adolescente; che si è fatto da sé, peggio che dal nulla, in condizioni dure e pericolose e sa vivere da solo, si sa mantenere, sa destreggiarsi bene in tre, quattro lingue straniere, sa fare il cuoco e il cameriere con eleganza, il marinaio, l’istruttore di surf; è forte e i suoi muscoli sono sani come quelli di un contadino, ha rispetto di se stesso e della legge; sa aspettare, sa affrontare la fame, la fatica, un clima duro e una terra arida, la solitudine, il deserto; e sa anche ballare, rilassarsi, essere gentile quando serve, attaccare e difendersi, sa tenere la bocca chiusa quando è il momento, sa rispettare la sua stirpe, le sue origini, i suoi simili, la sua cultura, la sua religione, la sua famiglia e, senza essere un integralista, per tutto ciò darebbe la vita senza pensarci su due volte. Sa fare all’amore, sa come si fa a conquistare e tenersi una donna”.
Ma davvero il bel nubiano è il tenero dio dell’amore che sembra? Davvero la storia tra Bahr e Virginia è un esaltante romanzo? Davvero il figlio di una terra antica è del tutto estraneo a quel tipo di meschinità e prepotenze che hanno ucciso il rapporto tra Virginia e Mariano? A poco a poco, Virginia scopre che quel che accade tra lei e Bahr appartiene a quel torbido fenomeno in rapida espansione ma in gran parte ignorato dai media che si chiama turismo sessuale femminile. “Il fatto straordinario sta anche in quella situazione di potere, in quello scatto in avanti rispetto a te stessa, quel potere di certi uomini ricchi che, da che mondo è mondo, tengono legate a sé le schiave idiote, le donne che non sanno badare a se stesse, grazie alla sicurezza del loro denaro”. Il lirismo vira sul sordido, la complicità degenera in un gioco di ricatti reciproci, l’apparente comprensione e l’idillio si trasformano in uno scontro tra opposte volontà di sopraffazione. Il finale a sorpresa, ma non troppo, invita forse a non cercare facili scorciatoie, e a interrogarsi su quello che c’è veramente, dietro le apparenze. L’autrice di questo libro, per esempio, è stata sindaco del comune di Scorzè, provincia di Venezia, dove tuttora vive e lavora come insegnante. E dopo il successo in odor di scandalo di un suo romanzo erotico pubblicato nel 2008 e intitolato “Desideria”, anche questo suo secondo libro si presenta con l’etichetta di romanzo erotico visto da un punto di vista femminile (genere che attualmente va per la maggiore). Ma in realtà l’erotismo, che pure c’è, nel libro di Clara Caverzan conta molto meno dell’indagine acuta e feroce sulle ipocrisie del nord est, sugli equivoci del rapporto nord-sud, sulla disintegrazione della famiglia.

sabato 30 giugno 2012

May
26


"Pornoromantica" (Fazi, 2007), libro d'esordio e adesso fuori catalogo di Carolina Cutolo, c'aveva incuriosito in quanto avevano assistito in diretta, a viva voce dell'autrice, all'annuncio della sua uscita mentre Cutolo faceva Janis Joplin al Pigneto con la sua chitarra; e il libro ci convinse. "Romanticidio", seconda prova letteraria - la più difficile ? - c'ha interessato in quanto ci fidiamo, e non che per l'opera prima non sia stato in un certo senso anche così, dell'editore Fandango. E quando uscì il primo romanzo, aggiungiamo, lo collegammo idealmente a "La ragazza definitiva" (Castelvecchi, Roma, 2007) di Gisela Scerman, libro scelto in quanto c'aveva attirato al Salone di Torino di quell'anno grazie alla presentazione graffiante del testo, - che s'apre se non erriamo con l'immagine d'una piramide di corpi nudi in simil-orgia. Oggi, come si capirà più avanti, mettiamo invece Carolina Cutolo accanto alla Clara Caverzan che torna, dopo il successo dello 'scandaloso' "Desideria by Opluchi", con "Goodbye, Habibi! Virginia" (Edizioni Anordest). Più in là, naturalmente, spiegheremo pure il motivo dell'associazione. Ma andiamo a cominciare con il nuovo Cutolo. Premesso che la struttura, come soprattutto la lingua, non sono le maggiori competenze dell'ugualmente godibile romanzo, ecco che vediamo una morente (?) Marzia Capotorti, un po' persino alter ego dell'autrice, buona a servire e servirsi di cocktail che chiama cocktail-personalità, un po' qui vagamente alla Grasselli maniera, bartender cinica e furiosa col prossimo narrarci proprio dalle sue ultime ore tutto quel che può comunque e ancor scrutare. Quindi perfino il lato positivo d'una mamma considerata spesso male e i cambiamenti inattesi d'una vecchia amica. Con le confessioni, per giunta, delle cape del locale dove ha sgobbato. La confessione di Marzia emessa dalle stanze del coma e le falsità che deve subire dal letto del coma sono passato e presente della storia. Ché la trama di ricordi, è fatta. Prima che il colpo di scena sparigli le carte. Per l'occasione, a questo punto, ci facciamo aiutare da Laura Eduati, che su "Gli Altri" ha parlato del nuovo romanzo della scrittrice e cantante roma. "Con leggerezza arguta Romanticidio parla - ha scritto per esempio Eduati - di quello che assilla molte donne, il Grande Amore della Vita, quello che molte cercano di vedere in ogni luogo pur di non rimanere da sole. Fulminante la riflessione su Massimo, uno dei colleghi di Marzia: accusato dalla ex di essere uno stronzo perché l’ha lasciata, in realtà non si è mai prestato a doppiogiochismi e ha sempre chiarito quali fossero i suoi sentimenti. Insomma, se a volte i maschi ci risultano poco onesti è perché condiamo i loro gesti e le loro parole di significati romantici niente affatto pertinenti. Occorre dunque compiere un romanticidio, senza però che il cuore diventi duro come il cuoio altrimenti le emozioni, quando arrivano, causano uno shock fortissimo ed è questo, in fondo, che dà origine a tutta la storia". Dunque, adesso, possiamo legare il libro di Cutolo al ritorno di Caverzan. Perché le due opere, diversamente eppure seguendo a volte una scia comune, entrambe s'esprimono sull'amore e sul sesso ma senza fermarsi a questi due elementi del mondo. Se Desideria nel 2008 fu "il libro scandalo della sindachessa del Nordest", ché quella pubblicazione parlava liberamente del sesso nel Veneto bianco e apparentemente puro di Clara Caverzan, dopo quattro anni Goodbye, Habibi! è il giusto quaderno rosso per quante e quanti di turismo sessuale femminile non ne vogliono e/o non ne vorrebbero sapere. Sulle tracce d'Erica Jong, Caverzan usa la sua voce inarrestabile per mettere la sua Virginia a stretto contatto innanzitutto con un marito che la maltratta. Dove le frasi dell'autrice di Montebelluna sono pietre lanciate sul volto della protagonista della trama. Quindi tutto comincia al primo tradimento di lei. Da Damiano. Invece il cambio effettivo e reale di passo, allora di scelte della donna e da donna sempre della protagonista, appare dopo l'Egitto perfino condiviso inizialmente col marito. Almeno fino a Bahr. Sino alla comparsa dello stuzzicante Bahr. Le scopate di Virginia somigliano molto alle scopate descritte da Aldo Busi. Come i sentimenti da lei cercati somiglianto tantissimo ai sentimenti miraggio dei libri di Busi. La riflessione di Clara Caverzan, però, carezza i soldi che le italiane e le occidentali in genere passano al nubiano di turno: in cambio di prestazioni schiavistiche. Registra la forza della moneta che compra donne e uomini. Rovinandoli.

sabato 16 giugno 2012


Primo appuntamento importante:


Appuntamento su la9 TV
 giovedì 21 giugno ore 20.00
 a "Come eros crea"
 Clara Caverzan con il suo romanzo GOODBYE HABIBI,
con il sessuologo Gabriele Mercuri e con altri ospiti.
Conduce Patrizia Ferrato.
Anche in streaming.




e poi secondo appuntamento in ordine di tempo:

Carissime & carissimi,
sono veramente lieta di invitarvi alla lettura di alcune pagine tratte dal mio ultimo romanzo


nell'ambito del reading poetico interpretato da Nora Fuser
" Tuto 'l mal nasse da la mona "
mercoledì 27 giugno 2012 ore 20.30
alla Vecia Contea Via Contea, 22 Scorzè VE
041/445687
3291190059 – massimo
3401570233 - gianna
indirizzi mail: info@veciacontea.it
Per saperne di più leggi qui sotto:
Da Massimo e Gianna dea Vecia Contea:
Oohh, finalmente la programmazione estiva. Abbiamo rotto, finalmente, gli indugi.
Spinti, anche, dai tanti amici che scoprendo (lo si può ammirare di giorno) il nostro giardino ci hanno chiesto con insistenza di organizzare qualcosa per le calde serate estive.
Non che noi non lo volessimo, e qualche cosa negli anni scorsi abbiamo fatto, ma costretti dalle innumerevoli iniziative mega galattiche di feste, sagre, notti bianche, gialle, arcobaleno, eventi di ogni tipo e genere, costretti, o meglio intimoriti nel proporre cose che sentivamo perdersi in una comunicazione intasata da miriadi di eventi. Cosa potevamo noi, così piccoli? Abbiamo deciso che possiamo molto. Possiamo ad esempio proporre delle cose con una atmosfera diversa, fuori dal caos dei grandi spazi e dei grandi rumori che ti urtano l'udito. Teatro, musica, danze, da gustare comodamente seduti e da nulla distratti, al massimo dai grilli e dagli uccelli notturni che abitano questo posto.

La prima serata è VENERDI' 15 GIUGNO, e iniziamo con una rassegna che abbiamo intitolato, ironicamente: " Tuto 'l mal nasse da la mona ", rassegna che ha in cartello già 4 serate in cui verranno interpretate dalla nostra meravigliosa amica Eleonora Fuser poesie del Baffo, del Belli,
di autori contemporanei, passando per la presentazione dell'ultimo libro di Clara Caverzan "Goodbye, Habibi" che avverrà Mercoledì 27 Giugno.
http://www.veciacontea.it/index.php?pag=inizi&tpl=inizi&spag=10&idp=101&int=229Iniziamo con le poesie di un personaggio scomodo, non amato ai suoi tempi (inizio '700), veneziano irriverente, Giorgio (Zorzi Alvise) Baffo, che denuncia nelle sue poesie il clima decadente della Repubblica Veneziana di quegli anni. Scritti schietti, che non lasciano nulla all'immaginazione, col loro linguaggio diretto, senza giri di parole, popolare.
Chi è Giorgio Baffo.....l'amaro cantore dell'amor venale, che Casanova giudicò "poeta nel più lubrico dei generi", ma "grande e senza pari" e tratteggiato all'acquaforte da un ignoto ma peritissimo incisore che gli amici del Baffo provvidero a collocare nell'antiporta del primo tomo quando promossero la "RACCOLTA UNIVERSALE" delle sue poesie nel 1789 in una cornice di lauri e querce, circondato da un ovale fermato in basso dal suo stemma nobiliare .... ecco il Baffo:
un uomo di mezza età, tozzo e infagottato, dal volto sensuale e avido , ma dallo sguardo triste e buono. Sopra gli occhi, una cespugliosa grondaia di sopraccigli dalla quale sorge, alta, turrita e tutta bozze, la spaziosa fronte. Gli occhi a ben guardarli sono strabici, le guance sono cosparse di verruche, il capo sotto la parrucca è calvo.
Sembra chiedere indulgenza con l'umiltà guardinga del gran signore, per aver mostrato nelle sue pagine, soltanto delle piaghe, le eterne piaghe dell'uomo combattuto dalla carne, il risvolto truculento e sordido della galanteria, l'antica brama che egli tramuta in una risata forse oscena, [come diceva il Dazzi] o liberatrice e consolatoria per Apollinaire.
La Poesia schietta del Baffo.

Per la serata Gianna e Mattia prepareranno alcuni nostri piatti tipici e inseriranno la novità, iniziata il mese scorso e che ha avuto un buon successo, del Piatto Unico, che vedrà un paio di proposte per vegetariani e non.https://secure.quebles.com/content/hotmail/emoticons/1506984.png

Non c'è alcun obbligo di "cena" per partecipare alla serata, e saranno disponibili, per chi non volesse cenare, ottime birre nazionali, i nostri cicchetti, i nostri semifreddi, e, naturalmente, del buon vino fresco.Sorriso

Non ci sono problemi di spazio, svolgendosi le iniziative nel giardino esterno, sotto alla pergola, i posti sono ben maggiori che in interno. Comunque, per questioni organizzative che potete ben comprendere, la prenotazione è assolutamente gradita.https://secure.quebles.com/content/hotmail/emoticons/1506996.png Un colpo di telefono o una mail, non costano nulla e a noi ci semplificano l'organizzazione e il lavoro.Animoticon



A tutti una grandiosa estate.Cuore rosso

Clara CaverzanInnamoratoInnamoratoInnamorato

domenica 27 maggio 2012

27 maggio 2012 - 10.04 da BIOBLU http://www.byoblu.com/post/2012/05/27/La-fabbrica-dei-bambini-malformati.aspx#continue
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La fabbrica dei bambini malformati

Alessandro Sallusti Mario Monti Criminale Claudio Messora Byoblu Byoblu.com
Guarda cosa diceva Sallusti il 12 novembre. Ma non in televisione.

di Valerio Valentini
A sud-est della Sardegna, nella subregione di Quirra, si trova il poligono militare sperimentale più grande d’Europa, utilizzato sia dall’esercito sia dalle aziende private, italiane e non. Quirra, però, non è più soltanto il nome della zona invalicabile in cui avvengono le sperimentazioni di missili e razzi, ma è anche il nome di una malattia: la sindrome di Quirra.
I dati di questa sindrome, come è facilmente prevedibile, sono difficili da trovare, anche per la scarsa collaborazione delle istituzioni. Si hanno però i dati diffusi dalle Asl di Cagliari e Lanusei, che fotografano una situazione inquietante: negli ultimi dieci anni, il 65% dei pastori della zona ha riportato leucemie e linfomi. E si parla di “almeno 21 deceduti per tumori al sistema emolinfatico tra pastori ogliastrini e sarrabesi” a cui vanno aggiunti “una ventina di bambini nati con gravissime malformazioni”. Non solo: nella frazione di Villaputzu, vicina al poligono militare, il 15% della popolazione ha riportato delle neoplasie maligne. Un bollettino da tragedia, “come Chernoyl”, denunciano le associazioni che da anni si battono contro questa strage reiterata.

Solo che a causarla, la strage, in questo caso non è la criminalità organizzata: è lo Stato. Lo Stato che permette, in nome di una logica di sviluppo militare assurda, che si diffondano nell’aria uranio impoverito e nanoparticelle di metalli pesanti che aggrediscono i militari, i pastori, i bambini chegiocando rinvengono dei bossoli e gli animali (frequenti i casi di agnelli nati morti, con malformazioni e anche con due teste o con un solo occhio, oppure di maialini con sei zampe). E come se non bastasse è sempre lo Stato a non permettere di fare chiarezza, coprendo col segreto – anch’esso di Stato – le esercitazioni dei militari. Addirittura, subito dopo le prime denunce, le istituzioni locali provarono a indicare il responsabile in una vecchia cava di arsenico, dismessa dl 1974, salvo fare una meschina figura quando si scoprì che l’arsenico non poteva provocare questo tipo di malattie.
Eppure, pare assurdo, forse una buona notizia c’è. L’8 maggio scorso, il procuratore di Lanusei, Domenico Fiordalisi, ha esposto davanti ad un’esterrefatta commissione parlamentare i dati delle sue indagini durate anni e che lo hanno indotto a formulare ipotesi di reato pesantissime: omicidio plurimo, violazioni ambientali e omissioni di atti d’ufficio.
Ma quello che più lascia inorridire è il contenuto della relazione del magistrato, che ha illustrato i possibili fattori patogeni riconducibili all’uso dell’uranio impoverito e di altre sostanze nocive. Fiordalisi riporta i resoconti di testimoni oculari che hanno visto nubi causate dalle esplosioni dirigersi, trasportati dal vento, sopra le zone abitate. Poi racconta dell’utilizzo accertato di “ordigni al fosforo bianco” che hanno causato la morte dei pastori che si trovavano casualmente nelle vicinanze, e di documenti militari che indicavano la zona di Quirra come “luogo ove sotterrare dei fusti al napalm”. Descrive inoltre la tecnica dei “brillamenti”, utilizzati come “opera di smaltimento di rifiuti militari” potenzialmente dannosi senza alcuna indagine preventiva sul loro impatto ambientale. Tra l’altro “le esplosioni erano di quantitativi superiori agli 800 kg di tritolo, stabiliti dall’Aeronautica come tetto massimo", e i militari agivano a mani nude e senza alcun tipo di protezione.
Nella relazione è stata denunciata “l’insorgenza di tumori e leucemie riconducibile all’uso della balistite”, ovvero del materiale incombusto residuo delle esplosioni, che i pastori rinvenivano nei pascoli circostanti. (A loro era utile per accendere il fuoco, e non sapevano che utilizzandolo firmavano, inconsapevoli, la loro condanna a morte). Le foto di Fiordalisi hanno mostrato gli altissimi funghi generati dalle esplosioni, che mettono in circolo le particelle nocive le quali, essendo molto più sottili delle comuni polveri, vengono inalate fin nei polmoni, entrano in circolo nel sangue e oltrepassano anche la barriera del cervello. Una di queste sostanze è il torio, contenuto nel sistema di guida dei missili anticarro “milan”, che si è disperso nebulizzato nell’ambiente. “Questo – dice – potrebbe essere alla base di tumori e linfonodi”. Per Fiordalisi, inoltre, le diciture che i soldati utilizzavano per definire le loro operazioni sono delle vere “menzogne dietro cui mascherare lo smaltimento illecito di rifiuti militari“ cioè “bombe e munizioni non più utili provenienti dagli arsenali dell’Aeronautica di tutt’Italia”.
È curioso infine notare che - non si capisce come mai - quando si tratta di mettere a disposizione il proprio territorio per soddisfare gl interessi pericolosi delle multinazionali l’Italia è sempre accondiscendente: siamo un po’ il parco giochi dove gli eserciti stranieri vengono a impiantare le loro basi e a fare esperimenti su strumenti di difesa e di offesa. A Quirra, ad esempio, sono 13mila e 200 gli ettari che dal 1956 sono recintati ad uso e consumo delle multinazionali della guerra. Siamo delle cavie a nostra insaputa, pur ripudiando la guerra.
Ecco la registrazione integrale della relazione di Domenico Fiordalisi: http://www.byoblu.com/post/2012/05/27/La-fabbrica-dei-bambini-malformati.aspx#continue

mercoledì 25 aprile 2012

Evento letterario: Presentazione di " Goodbye habibi! " di Clara Caverzan



Sarei molto felice di incontrarvi
venerdì 04 maggio 2012
alle ore 18.00
alla Libreria Feltrinelli
a Treviso in Via Canova, 2
alla presentazione del mio ultimo romanzo
"GOODBYE HABIBI!"
Vi aspetto tutti con affetto!
Clara Caverzan

domenica 25 marzo 2012

"Se nei programmi in TV passassero L'ARTE, LA MUSICA, LA DANZA ... ci accorgeremmo in che spazzatura viviamo" Veronica Spano




Dal blog di Beppe Grillo



"Ho 18 anni, faccio il liceo classico e volevo dirti che qui, tra i giovani che frequentano "buone scuole", tutto va a catafascio. Non studiamo le poetesse, Pasolini, Croce, i grandi letterati del Sud. In classe abbiamo ancora il crocifisso in barba alla laicità. Ho tanta voglia di dire la mia sul mondo scolastico che uccide la creatività, tortura il pensiero. Il suo interesse è plasmarci, renderci sostenitori del Sistema, esattamente come fanno nelle facoltà di economia, insegnando cose false. Io studio latino e greco, le tragedie, nelle quali si parla delle donne, dell'onore, dell'onestà, eppure nessuno ci aiuta a riflettere su questo. E' interesse comune che si studino cazzate quando invece potremmo capire le nostre radici, le nozioni di diritto, di cultura e di culture diverse. Chi studiasse le materie del classico, marcerebbe seduta stante contro la Lega, la Chiesa, omofobi, razzisti, contro Napolitano che chiude il dialogo. Nella Grecia antica i cittadini più poveri venivano addirittura pagati per andare a teatro, ma nessuno pretende che la cultura, l'arte e la musica siano gratis e godibili per tutti.

Se nei programmi in TV passassero L'ARTE, LA MUSICA, LA DANZA paradossalmente diventeremmo delle belve perchè ci accorgeremmo in che spazzatura viviamo.

Napolitano è venuto in visita al mio liceo classico a Padova, dicendo che la proteste degli studenti sono giuste, ma di non esagerare, studiare è importante. CIOE' LAMENTATEVI MA RESTATE CALMI! Perché parli così, tu, presidente della Repubblica, al tuo popolo che soffre! in effetti non si è neanche opposto alle leggi incostituzionali proposte dal governo! Beppe, occupati della scuola, perché noi verremo dopo di te e raccoglieremo il valore di quello che hai fatto. DACCI UN MEZZO PER PARLARE ALLE PERSONE."

martedì 21 febbraio 2012

Michele Boato GAIA febbraio 2012



GAIA news
notizie dall'ecoistituto del veneto
febbraio 2012



1. Da qualche giorno si può leggere e scaricare dal sito www.ecoistituto-italia.org
il nuovo Tera e Aqua di febbraio-marzo 2012
basta cliccare qui:
http://www.ecoistituto-italia.org/cms-4/files/Tea66.pdf
- alle pagg 1, 2 e 3 il diario dei 20 giorni di digiuno per un altro Pat di Venezia con i risultati
(provvisori, perchè la lotta contro la cementificazione di 480 ettari di territorio agricolo è ancora in corso
e il 31 marzo un incontro per Gaia a Treviso
- a pag 4 le proposte di Sbilanciamoci per ridurre il debito con equità
e la Vittoria in consiglio reg.veneto contro il tentativo di svendere i "gioielli" del Cansiglio
- a pag 5 Alex Zanotelli "Governo Monti, giù le mani dall'acqua"
- a pag 6 Schizofrenie del governo veneto sull'invasione autostradale
e Manifesto Nonviolento contro le "missioni" di guerra e l'acquisto dei cacciabombardieri F35
- a pag 7 Carta degli intenti Per una Lista Civica nazionale con richiesta di sottoscrizioni
- a pag 8 due poesie, i sostenitori di questi mesi e come abbonarsi a Gaia e a Tera e Aqua

2. Sabato 25.2 alle ore 10.30 a Mestre al Centro CittAperta in via Col Moschin 20
(300m. dalla stazione, lungo via Piave, girare a destra in via Sernaglia e dopo 50 m a sinistra c'è via Col Moschin)
il Movimento Nonviolento, con l'Ecoistituto del Veneto e il Centro Pace del Comune organizzano un
Dibattito sull'acquisto degli F35 con don Albino Bizzotto dei Beati Costruttori di Pace

sabato 4 febbraio 2012

DIFENDERSI DAGLI STUPRATORI: REGOLE TUTTE N°1




REGOLE TUTTE N° 1 PER PREVENIRE E DIFENDERSI DAGLI STUPRATORI:
PRIMA DI USCIRE DI CASA O PRIMA DI UN APPUNTAMENTO LASCIARE A QUALCUNO LA PROPRIA REPERIBILITA'.

NON ACCETTARE INCONTRI AL BUIO: UNA PERSONA APPENA CONOSCIUTA O INCONTRATA IN CHAT O VIA INTERNET E' UNO SCONOSCIUTO.

AL PRIMO APPUNTAMENTO NON SALIRE NELLA SUA AUTO, NE' FARLO SALIRE SULLA TUA.

NON SALIRE IN CASA DI SCONOSCIUTI INCONTRATI PER CASO PER NESSUN MOTIVO, PENSANDO " TANTO SO DIFENDERMI": DIFENDERSI DA UN UOMO CHE INTENDE VIOLENTARTI E' IMPOSSIBILE.

CERCARE A TUTTI I COSTI DI EVITARE POSTI ISOLATI: AMPI PARCHEGGI BUI, ANDRONI, VICOLI ISOLATI E SENZA USCITA, STRADE MALFREQUENTATE.

NON APPARTARSI COL PARTNER IN LUOGHI COSIDETTI TRANQUILLI.

SCAPPARE, LO CONSIGLIANO E LO FANNO ANCHE LE CINTURE NERE DI ARTI MARZIALI.

MASSIMA FIDUCIA NELLE FORZE DELL'ORDINE: E' UN ERRORE PENSARE CHE TANTO SONO UOMINI E NON CAPIREBBERO; LORO SCRIVONO QUELLO CHE DICI TU E POI LA DENUNCIA HA IL SUO CORSO, ANCHE SENZA AVVOCATI.

CHIAMARE IMMEDIATAMENTE IL 112 E POI DENUNCIARE L'ORRORE ANCHE SE A TE SEMBRA MINIMO.

FARSI AIUTARE DALLA MAMMA O DA UN'AMICA A VINCERE LA VERGOGNA.

INTANTO E DOPO CIO' POSSIAMO FARE CULTURA DELLA NON VIOLENZA E LOTTARE AFFINCHE' IL GOVERNO EMANI URGENTEMENTE UNA LEGGE CHIARA E PRECISA CON PENE SEVERISSIME PER STUPRATORI E VIOLENTATORI.

NON SOTTOVALUTARE IL PROBLEMA: LO STUPRO E' UN REATO CHE HA CONSEGUENZE IRREVERSIBILI SULLE VITTIME.




giovedì 2 febbraio 2012

CARO DIARIO, fregare tutti e pretendere di aver ragione








Il mio primo diario lo scrivevo in prima media. La prof Campello ci aveva suggerito di fingere di scrivere ad un'amica immaginaria. L'amica lontana alla quale scrivevo si chiamava Susette.

Cara Susette, oggi pomeriggio mi è successa una cosa. Ho deciso, scriverò tutte le volte che mi succederà qualcosa del genere. Tutte le volte cioè che incontrerò una persona , un animale o una cosa che mi indurrà ad interrogarmi.

Alle 16.00, come ogni giovedì, devo essere alla Scuola Marconi per il coordinamento con le mie colleghe. Mentre percorro la mia via penso. Mi chiedo se sia meglio parcheggiare davanti alla Galilei, visto che alle 18.00 devo essere lì per il corso CTP degli adulti stranieri o se andare direttamente alla Marconi. Decido per la seconda opzione per via del freddo siberiano e del Burian, anche se so che ho una possibilità su cento di trovare un parcheggio, ma sono in largo anticipo e penso che, tuttalpiù tornerò indietro e andrò a parcheggiare alla Galilei. Quindi arrivo in Via Roma, giro prima del municipio, davanti a me una berlina colorata rallenta: " Toh, che culo ha questo, guarda là, uno che va via." Ma la berlina lascia che si liberi il parcheggio e prosegue. Io avanzo e noto una classe A contromano, in diagonale, con il derriére verso il retro del municipio e il muso verso un'altra auto in sosta. Io ho guidato una classe A per anni. E' la macchina con meno sterzo al mondo e che ti fa fare delle figure di merda, durante le manovre, da non credere. Parcheggio e sento strombazzare la classe A. Guardo in quella direzione e: - Sono arrivata prima io!

E' la conduttrice con bimbo a bordo sul sedile posteriore. Lo faccio per il bambino, con questo gelo! Riaccendo il motore, faccio retromarcia, preparandomi con tutta la mia buona volontà a fare una lunga e larga retromarcia, poichè dalla posizione della classe A e dalle sue possibilità di manovra ne prevedo almeno quattro o cinque. Di manovre della classe A intendo. Ma dietro a me sono sopraggiunte nel frattempo altre due macchine che percepisco già innervosite. Deducendo per logica che esse non potrebbero a loro volta fare retromarcia e sostare per un tempo indeterminato, in attesa che la mammina parcheggi, riparcheggio io. Scendo, il clic della chiusura automatica e rivociare alticcio dalla classe A.

Arrivatale quasi a fianco, visto che, per guadagnare la direzione verso la scuola, ho dovuto girarle attorno, per giunta, la signora alla guida della macchina in contromano e in diagonale mi apostrofa dicendo, più o meno, ed è un'insegnante ecc. ecc. che cosa insegnerà ai suoi ecc. ecc., come se le insegnanti non fossero persone ma alieni in costante tensione morale e civica. A quel punto non sono più in largo anticipo e le rispondo soltanto che insegno ai miei alunni che si deve rispettare il codice della strada. Per esempio.

Invece, data la situazione, in perfetto dialetto di Marghera, che secondo me aiuta molto a rendere l'idea, dovevo dirle:

- Signora, a parte che le insegnanti non devono avere degli obblighi morali e civili diversi da quelli di tutti gli altri individui, in pratica siamo tutti uguali e abbiamo pari diritti, pari doveri e pari dignità, e, non perchè sono insegnante, io devo ecc ecc. Io devo tanto quanto lei signora e tanto quanto tutti gli altri e viceversa. Anche se lei mettesse gli insegnanti su un gradino superiore, il discorso non cambierebbe! A parte ciò, non ho mica capito, sa, che cosa faccia lì, in sosta di traverso alla strada, col culo della macchina al contrario, a parte parlare ad alta voce da sola! Per quanto mi riguarda, lei : o stava aspettando l'uscita da scuola di suo figlio in maniera, converrà, almeno bizzarra, o aveva fatto un incidente, o stava aspettando il carroattrezzi, o qualcuno l'aveva urtata, o lei aveva perso il controllo dell'auto, o aveva fatto un testacoda. O lei mi vuol dire che io ho fatto la furba? La stronza che le ha rubato il posto? Presumo, considerata la sua reazione e la sua posizione sulla strada da furbetta del cazzo, lei sia entrata nel parcheggio, non abbia trovato neanche un buchetto dove infilare la sua suv-city-car made in Germany metallizzata, sia stata costretta a fare tutto il giro, ad uscire di nuovo in strada e, invece di girare, come indicato obbligatoriamente, a destra, proseguire, attraversare Via Roma, girare per Via Ronchi, girare ancora prima di "Anni Sereni", parcheggiare alla bibioteca comunale e farsi i 200 m. a piedi con questo fottutissimo burian, abbia preferito pensare unicamente al suo tornaconto, e, al grido " Mondo fermati, devo parcheggiare!" lei abbia girato a sinistra contromano, fregandosene altamente degli automobilisti e delle automobiliste che arrivavano giustamente in senso contrario al suo, degli intralci al traffico e del pericolo che stava provocando, fregare tutti e tentare con manovre azzardate, di rapinare il posticino che si stava liberando. Cazzo che genio! Le ha mai detto nessuno che lei è un'arrogante rompicoglioni, adesso che ci penso?








martedì 10 gennaio 2012

" TU NON PUOI MUOVERE UN DITO, E FORSE E' SOLO PER POCO CHE NON MUORI"




SE BACI LA RIVOLUZIONE
Sonia Serravalli
IBUC
ITALIANB
OOKSUN
BONDING
COMPANY
IBUC
I TALIANB
OOKSU N
BONDING
C OMPANY
Sonia Serravalli SE BACI LA RIVOLUZIONE




La protagonista si reca ogni inverno in
questo Paese “dall’altra parte del mare”
per motivi professionali e culturali. Il posto
la conquista in modo graduale, fi no a
renderle sempre più diffi cile il ritorno in
Europa. Nella cittadina di porto in cui si
ferma sempre, conosce Nadir, il suo futuro
affi ttuario e vicino, con il quale nel
tempo si avvierà una fruttuosa collaborazione
nel settore immobiliare e una bella
amicizia. Tra un incarico e l’altro e la fi ne
della sua precedente burrascosa relazione
sentimentale, alla protagonista capita
di trovarsi nel Paese in questione esattamente
al momento dello scoppio di una
rivoluzione epocale, che sarà allo stesso
tempo una “rivoluzione della rivoluzione”,
dato il metodo con il quale ha preso
corpo per la prima volta nella storia: attraverso
internet, la rete. Il suo rapporto
con Nadir si farà passo a passo più tenero
parallelamente al procedere della rivoluzione
nel suo Paese. Lui sarà fondamentale
per la rivelazione di alcuni dettagli
di quei giorni. I due si innamorano, ma
poiché Nadir è già sposato, separato in
casa con tre bambini, le vite dei due restano
separate solo da una invalicabile
parete. Il testo parte da un blog, aperto e
aggiornato giorno per giorno dalla stessa
autrice, sulla rivoluzione egiziana dell’anno
in corso, con dati storici e sociali
reali raccolti in loco per mesi. Da questo
si è sviluppato un romanzo che è per sua
natura da un lato sentimentale (la trama
in primo piano riguarda l’evolvere di un
coinvolgimento sentimentale tra la protagonista
e Nadir) dall’altro storico/sociologico,
per il valore dei dati raccolti che
creano lo sfondo, la trama dietro la storia
dei due protagonisti, con le cui vite a un
certo punto si interseca.
“E’ la prima rivoluzione della storia partita da internet. Ci hanno messo
tre anni a orchestrare la sollevazione di massa come fosse organizzare
un colossale concerto”
“(…) i suoi modi signorili anche nello humor, lo humor anche nei problemi,
e quella complicità spassosa che sta fuori dalle razze”
“E di nuovo incespichi in quell’aura di omertà che ti è già ben nota tra
i locali, come se chi parla arabo detenesse la supremazia di un segreto
insondabile per sempre”
“Sulle strade della capitale all’ora della chiamata dalla moschea tutti
si inginocchiano a terra pregando insieme come api che disegnano
un alveare perfetto, davanti alle fi le di elmetti e scudi della Polizia. In
contemporanea con loro, ti ritrovi spesso nella posizione yoga “della
devozione”, ad allungare la schiena per ridurne il dolore, ripetendo pari
pari il loro gesto - come se una forza ironica, poetica e misteriosa vi
rendesse uno”
“Usa molto il linguaggio delle mani, tanto che ormai associ la presenza
di Maria ad un continuo tintinnio di braccialetti”
“Non c’è nessun’America dietro. Nessun piano prestabilito dall’esterno.
All’America non fa comodo la situazione attuale, coi suoi alleati e i
suoi interlocutori spaventati”
“Sembrava un Paese in bilico tra un mondo superato e il futuro: poliziotti
e militari – poliziotti, militari e capre sotto le sferzate delle tempeste
di sabbia”
“Lei si arrampica tra le sue braccia e le sue spalle scure mentre lui si
appisola. Tu non puoi muovere un dito, e forse è solo per poco che non
muori”
“Il saluto è un abbraccio al suo giubbino di pelle, ‘solo amici’ sotto lo
sguardo di tutti”
Sonia Serravalli è nata a Ferrara il
8/12/1973 ed è laureata in Lingue e
Letterature Straniere presso l’Università
di Bologna. Vive tra Ferrara e le
mete dei lunghi viaggi che adora: al
momento a Dahab, in Egitto.
Riceve premi e segnalazioni di merito
presso diversi concorsi letterari in Italia.
Edito nell’aprile 2007 (premio letterario
nazionale Rhegium Julii, Opera
Prima) è il suo L’oro di Dahab, opera
autobiografi ca/narrativa sul confronto
con il mondo musulmano, presentato
alla Fiera del Libro di Torino 2007 e al
Festival Internazionale del Libro 2008
a Guadalajara, Messico. Del 2011 è
blogger, rivoluzionando.wordpress.
com, quasi un diario dall’Egitto sulla
rivoluzione, da cui l’autrice ha tratto
spunti per il presente romanzo. Adora
Neruda, Alda Merini, Gabriel Garcia
Marquez, Henry Miller.
Sue lettere di viaggio e poesie nei siti:
http://www.mexicoart.it, www.dahabtravel.
eu, www.soniaserravalli.wordpress.
com e molti altri.
Euro 18,00 ISBN 978-88-902254-3-7