domenica 28 dicembre 2008

PER IL NUOVO ANNO e gli anni a venire AUGURO AL MIO PAESE: MAI PIU' MAESTRI DEL DOPPIOGIOCO

L'ambizioso sogno svanito del The Rockfeller Center in Via Treviso angolo Via Boschi a Scorze'
sarebbe stato un affronto troppo grande per il nostro Comune e per fortuna fu soltanto un affronto troppo grande per alcuni progettisti, imprenditori e costruttori.

I CATTIVI MAESTRI DEL DOPPIOGIOCO

Quella che si sta attuando nel nostro Comune da parte di alcuni personaggi politici è la cosiddetta “normalizzazione”. Per chi è giovane, quello della “normalizzazione” è il periodo storico messo in atto dai sovietici dopo la soppressione cruenta della Primavera di Praga, grande momento di libertà e di speranza di una nazione e quest’anno se ne celebra il quarantennale.

Martin Luter King affermava che l’ingiustizia in qualche luogo minaccia la giustizia in ogni luogo e con questi principi si è diventati adulti (o per lo meno molti di noi). Si è assistito ad altre Primavere soppresse nel sangue, seguite da “normalizzazioni” anch’esse cruente, ma malgrado si possa essere contagiati dall’assuefazione, ancora non si riesce a non indignarsi ed a non vergognarsi di simili comportamenti umani. Senza voler essere dissacranti nel paragone ed esser coscienti dei limiti sia territoriali che politici, l’elezione del Sindaco Clara Caverzan ha rappresentato per Scorzè quella Primavera, quel momento di libertà dalle pastoie partitiche di cui tanto si blatera da anni, senza vederne gli sviluppi pratici. Una donna, la prima della storia comunale, prendeva in mano le redini di un’amministrazione comunale che aveva estrema necessità di un cambio epocale dopo cinquant’anni di governo feudale. Un Sindaco, tra l’altro, espressione di un Comitato, sostenuto da un cartello di Liste Civiche ed alcuni partiti, uno dei quali Forza Italia che non aveva uno straccio di candidato sindaco da presentare (l’unico proposto si ritirava tre giorni prima della presentazione delle liste, forse cosciente della qualità dei compagni di bisboccia) che voleva dar aria alle stanze comunali in modo che tutti i cittadini, non solo alcuni potessero accedervi.

Ma dal giorno seguente l’elezione è cominciato un gioco al massacro al fine di esautorare il Sindaco, che nelle previsioni della vigilia delle elezioni non godeva dei favori del pronostico. Evidentemente gli accordi dei faccendieri che per anni avevano regolato il gioco politico, non avevano previsto una vittoria e questo li aveva spiazzati. La convinzione da parte del Sindaco Clara Caverzan di onorare in tutti i suoi punti il programma, presentato come patto con gli elettori, ha rappresentato, per questi figuri, un grave ostacolo ai loro interessi particolari.

Così le confraternite del mattone in cene carbonare a base di bollito misto, naturalmente bipartisan, perché la “faccenderia” si divide prima delle elezioni, per poi riunirsi all’ombra del vincitore, ha cominciato quell’opera di “normalizzazione” culminata con la tragicommedia delle dimissioni in comitiva.

Una farsa indegna che ha avuto come scopo il nascondere il fatto che non vi fosse nessun motivo politico amministrativo tale da imputare al Sindaco per poterlo sfiduciare apertamente.Infatti è stato commissariato un Comune virtuoso, amministativamente in regola, i cui atti si vedono ora in via di realizzazione.

Si doveva esautorare questo Sindaco con un lasso di tempo utile per poter recuperare credibilità, impedendogli soprattutto di porre in essere tutte quelle opere, che chi si occupa di amministrazione, sa che abbisognano di tempi biblici.

Senza pensare poi a tutta quell’azione di “filibustering” dovuta ad appetiti assessorili messa in atto da FI, che ha paralizzato l’azione politica, facendo mancare il numero legale per mesi.Ed ora cominciano le esternazioni dei vari esponenti di questo partito, anche assessorili, che cercando di ricrearsi una verginità politica (sic.), senza nessuna vergogna (reazione nobile perché indice di capacità di auto critica) sproloquiano, come se, piuttosto d’esser stati assessori o consiglieri di maggioranza, fossero persone di passaggio capitate lì per caso.

Questo è un gioco, anzi un doppiogioco visto molte volte, un doppiogioco vicino agli scacchi, dove si intravvedono pedine e figure e soprattutto si intravvede il giocatore sistematosi alla scacchiera il giorno dopo l’elezione del Sindaco ed è anche estremamente ridicolo sentir parlare di giovani: ci sono i giovani nati vecchi con il prurito della carriera politica sin dall’infanzia e giovani che credono negli ideali, specchietti per le allodole, da subentrarsi dopo le elezioni, come a dire: “ragazzo spostati, fai lavorare chi lo sa fare”. Amara conclusione ….è vero! Ma questa volta il cinismo non è fine a sé stesso, è quello che è successo nel 2004: entusiasmo, giovani in prima fila, speranze di cambiamento…..molto è stato fatto, malgrado tutto, … ma la “faccenderia” ha ripreso il sopravvento: 700.000 metri cubi di cemento in meno era un boccone troppo amaro da digerire, anche se l’attuale situazione politico economica mondiale, anche in questo caso, ci sta dando ragione.


GIUSEPPE PAPAZZONI

domenica 14 dicembre 2008

DOPO AVER ALLEVATO UNA SERPE IN SENO...

MADONNA DELLA SERPE

DALLA SERPE IN SENO... AL CONIGLIO MANNARO







Succede nella vita e succede in politica di doversi allevare una serpe in seno. Succede anche che la serpe una volta liberata si trasformi in coniglio mannaro. Ma che cos'è un coniglio mannaro?

E' UN PO' COME UNA SERPE IN SENO che APPENA PARTORITA SI TRASFORMA IN QUEL CHE E'.



E' uno che cova, cova e, appena può, tradisce al grido " Me ne frego! Faccio solo il mio tornaconto..." ( politico naturalmente! )


Così la settimana scorsa ci siamo trovati a leggere degli articoli che foraggiavano un comunicato di Albino Luise senza, ancora una volta, fare corretta informazione. Ho imparato a riconoscere il metodo della Nuova Venezia: scrivi un articolo oggi per poterne scrivere uno anche domani e magari dopodomani. I reporter nostrani fanno come quel giardiniere che recideva i fiori e poi li risistemava ben benino nelle loro aiuole, in buona sostanza, si mettono via il lavoro per il giorno dopo, conducendo i lettori in una bad way magazine .

Non penso che Albino, grande sottotraccia, si prenda la briga di lanciare un ballon d'essai, una notizia infondata tanto per vedere l'effetto che fa, la prima balla che gli passa per la mente... no, lui non lo fa. Lo fa se ne è sicuro, se si sente spalleggiato, se ne ha parlato con persone di cui ha fiducia. Quello che comunica Albino Luise, APPROPOSITO DELLA 515 ( si dice che A. L. abbia fatto carriera dentro il popolo della libertà... ultimamente) corrisponde al vero. Detta così, come è stata pubblicata, la notizia sembra non fare una piega... Invece di pieghe ne fa tante, eccome! Se si considera poi, che Alessandro Ragazzo sostiene di aver ricevuto il comunicato stampa sottofirmato da Albino Luise e quest'ultimo nega tutto e sostiene che non sono parole sue... ( Ma ormai conosciamo le nostre mascherine del PDL ... ricordate l'ex consigliere Scolaro di AN come si stracciava le vesti quando negò di aver firmato il famoso documento del marzo scorso, in cui dichiaravano di trovarsi tutti insieme davanti il protocollo per dar le dimissioni? Non era mica vero!) Siamo alle solite!

Prima piega: Renato Chisso Assessore Regionale, alle donne del comitato di Via A. de Gasperi, Battisti e Olmara: " So stufo de dirveo, assè che i diga, volta el c@@@ e assa che i furega, par là da ti no a passarà MAI!" ( a = 515)


Seconda piega: Veneto Strade respinge tutte le osservazioni dei cittadini e va avanti per la sua strada. Domanda: perchè Vernizzi fa il contrario di ciò che dice Chisso?


Terza piega: si è accorto l'ex assessore che era in lista con F.I., partito che per vincere le elezioni si era aggregato alla Caverzan? Occorre ricordare che la Caverzan con la sua lista si era candidata anche e soprattutto per proteggere la zona a nord della centrale da ulteriori scempi ambientali?Non è che non lo sapevano, Chisso l'ha sempre detto! Non era una battaglia senza promesse!


Quarta piega: non stona tutto questo lavorio di volantinaggio e comunicati stampa attuale, contro la gente e le prese di posizione degli alleati politici? O per le prossime elezioni il PDL dà Scorzè già per persa, che tradotto significa che è già stata venduta?

Quinta piega: il ricorso al TAR dei cittadini del Comitato. Ne vogliamo parlare o facciamo finta che non conti?

Sesta piega: non mancano, nè sono mai mancate le occasioni ufficiali e non, in cui Renato Chisso dichiara che finchè lui sarà assessore manterrà le promesse fatte ai cittadini.

Settima piega: il casello , anzi lo metto in maiuscolo, IL CASELLO SARA' A PESEGGIA O A CAPPELLA? E' emerso tra i mormorii di Palazzo Fini che adesso si può dire che a Cappella non ci sta E, IN OGNI CASO, QUALE SARA' LA VIABILITA' COMPLEMENTARE?

Ottava piega: Perchè Veneto Strade aveva lavorato a tre opzioni, tre soluzioni alternative con tanto di progetti presentati ai sindaci di Scorzè e Salzano, per evitare di passare nella famosa zona già gravemente compromessa dall'elettrosmog? I soldi spesi per questi progetti sono stati spesi per prendersi gioco delle comunità o per cercare di trovare una soluzione? O per temporeggiare e nel frattempo cercare di far saltare l'amministrazione? O... O...

...

Potremmo continuare all'infinito, di certo nella storia della 515 c'è sempre qualcuno che non la dice tutta e che davanti al popolo finge che i conti tornino, ma i conti sono ancora lontani a tornare.


PER NON DIMENTICARE


COMUNICATO STAMPA DI
CLARA CAVERZAN GIA' SINDACO DI SCORZE'OGGETTO: 515 - ART. APPARSO SULLA STAMPA IL 24-09-08


Mercoledì 24 settembre apro il quotidiano e con discreto stupore trovo il consigliere regionale Igino Michieletto che si gongola della buona riuscita di una “ sua “ azione politica.Leggo in maniera approfondita l'articolo riguardante la 515, chiodo fisso del mio avversario politico che si ostina a non voler dare ad intendere a chi peraltro non vuole dotarsi di orecchie per intendere, che parliamo di un progetto del 1987 e quindi avulso dalla realtà attuale e dal nostro territorio, ormai attraversato da ferite insanabili, grazie anche e soprattutto a lui. Mi informo, chiedo, chiamo , domando cosa si sia discusso in data 23 settembre alle ore 10.30 a Palazzo Fini e scopro che la gioia di cui si beava Igino è del tutto ingiustificata. Perchè? I fatti:Igino Michieletto chiede ufficialmente un incontro in II Commissione Regionale Infrastrutture e Viabilità al presidente Tiziano Zigiotto e all'assessore Renato Chisso, asserendo di essere pressato dai Sindaci di Noale e Salzano sulla 515. Si apre la seduta e il Presidente della Commissione chiede a Igino se non sia stato lui ad insidiare i Sindaci sul tema e non viceversa , poiché sembra che i Sindaci parlino quasi quotidianamente con l'ass.re Chisso delle problematiche inerenti la 515 e non avevano bisogno dell'incontro istituzionale. Igino, stizzito, chiede di passare ai fatti . Intervengono i Sindaci e, infine, l'ass.re provinciale Gatto, che evidenzia il fatto che non essendoci più l'interlocutore che bloccava la realizzazione del secondo lotto del primo stralcio ( poteva fare anche il mio nome tanto era chiarissimo ) ora l'opera poteva procedere spedita. Prende la parola l'ass.re Chisso il quale senza alcuna smentita di sorta sottolinea lo stato dell'arte dell'opera:


1- Si rammarica dell'utilizzo delle istituzioni per ragionare su questo tema rivolgendo ai Sindaci una semplice domanda: - Vi rispondo quotidianamente sulla 515? Occorreva farsi invitare qui?


I Sindaci abbassando lo sguardo, confermano silenziosamente, quindi, i dubbi dello stesso Presidente della Commissione.


Chisso a questo punto paventa un irrigidimento dei rapporti, esprimendo chiaramente il suo dissenso per l'inutile iniziativa che ai più dei presenti appariva proprio insistentemente voluta da Igino più che dai Sindaci.


2- L'ass.re Chisso si rivolge all'ass.re provinciale Gatto e precisa che nessuno a livello istituzionale aveva mai bloccato la strada nemmeno colei alla quale Gatto alludeva.


E' inconfutabile che nella zona vi sia un problema di inquinamento da elettrosmog e che i cittadini hanno vinto già per questo una causa di fronte al Tribumale ordinario di Venezia e avrebbero potuto vincere in un qualsiasi momento (anche a venire n. d.s.) una causa davanti al T.A.R. per la 515.


E' INDUBBIO POI CHE FINCHE' LUI SARA' ASSESSORE I CITTADINI SARANNO ASCOLTATI ( testuali parole n.d.s.).


3- Tornando alla strada , senza mezzi termini, l'ass.re Renato Chisso considerava precisamente che CON L'AVVENTO DEL NUOVO CASELLO DI PESEGGIA ( LAPSUS FREUDIANO???, corretto da Igino in “ Cappella”) LA VIABILITA' E' TUTTA DA RIPRENDERE IN MANO, BISOGNERA' QUINDI FARE UNA VIABILITA' VERSO IL CASELLO E IL SECONDO LOTTO DEL PRIMO STRALCIO DA RIVEDERE IN BASE A NUOVI INCARICHI DI STUDIO DA LUI ASSEGNATI A VENETO STRADE.


L'assessore , chiamato in Giunta, si alzava e mentre usciva dalla sala, subiva le urla del consigliere Igino. Urla di rabbia per le secche parole dell'assessore.


Urla di invidia di chi non può più strumentalizzare una strada che oramai non serve più, mangiata e sovrastata dal mostro del Passante che divorerà i suoi stessi creatori, i cui ruggiti, oramai abbisognano di altre strade più intelligenti e sovraccomunali per essere chetati.


A questo punto altri consiglieri regionali prendevano la parola per porre l'attenzione sulle arterie di Zero Branco e Mogliano in corso di realizzazione che sarebbero in grado di smaltire il traffico del casello di Peseggia ( ancora Lapsus ) o Cappella, con adeguati collegamenti tra la 515 e la 245.


Non mi meraviglia lo stile di Igino! Lui è così. Cavalca la tigre, come si suol dire. E come un circense vi cade e vi risale e lo spettacolo continua e continuerà fino a che ci sarà qualche bambolotto ad applaudirlo e non verrà ingoiato dalla sua stessa fiera, stanca anch'essa di essere usata per il picchio.


Non riesco invece a capacitarmi della stampa dalla notizia spicciola, dalla comunicazione drogata al servizio della casta .


NOI DEL COMITATO CONTINUIAMO LA LOTTA, LE LETTERE DI VENETO STRADE POCO C'IMPORTANO, NOI STIAMO PREPARANDO LE TENDE, LE ROULOTTE E I CAMPER PER QUANDO ARRIVERANNO LE RUSPE. INTANTO DORMIAMO I NOSTRI SONNI TRANQUILLI SUI NOSTRI CUSCINI IMPREGNATI DI MICROTELSA, MEGLIO SOLTANTO MICROTELSA CHE IL PASSAGGIO DI UNA SUPERSTRADA!


E CHI C'AMMAZZA?






giovedì 4 dicembre 2008

E' O " NON E' UN PAESE PER VECCHI" ?



" ... L'altro giorno per telefono mi sono dimenticato di dirTi che ... Quando la sera alla riunione della Lega hai parlato di Villa Lina mi è venuto in mente il film (sono un cinefilo) "Non è un paese per vecchi"; invece Scorzè è un paese per vecchi. Due associazioni per anziani, Casa di riposo e cimitero epicentrici e Villa Lina che sarebbe potuta diventare l'"Avamposto dei giovai perduti" tanto per parafrasare un altro film in modo da attirarli in atmosfera controllata essendo in centro... niente.. altro covo di anziani. Comprendo i miei figli ed i loro amici che escono dal territorio comunale, infatti oltre al patronato non c'è nulla e sai anche tu che dopo una certa età rimangono i "bambini vestiti da cretini guidati da cretini vestiti da bambini" O. Wilde per definire gli scouts. E' deprimente, tanto deprimente che stiamo pensando di tornarcene da dove siamo venuti. Abbiamo tentato di trasformare questo dormitorio, ma ci sono troppe persone interessate alla terapia del sonno. Perdonami ma ... "
G. Papazzoni

giovedì 20 novembre 2008

Tinto Brass & Clara Caverzan




TINTO FA CONOSCENZA CON FRANCESCA POZZOBON, L'ARTISTA CHE HA DISEGNATO LA COPERTINA DI
"DESIDERIA BY OPHLUCHI"




GLI ARTISTI CONSEGNANO IL LORO RICONOSCIMENTO A TINTO. E' UN LEONE D'ORO DI VETRO SOFFIATO





FRANCESCA SI PRENDE DELLE AFFETTUOSE LIBERTA' CON TINTO







TINTO URLA IL SUO APPREZZAMENTO NEI CONFRONTI DI CLARA CAVERZAN






martedì 4 novembre 2008

APPUNTAMENTO CON DESIDERIA BY OPLHUCHI DI CLARA CAVERZAN

6° RASSEGNA DELLA MICROEDITORIA ITALIANA
9 NOVEMBRE 2008
ore 16.30
VILLA MAZZOTTI CHIARI (BRESCIA)
CLARA CAVERZAN
presenta
DESIDERIA BY OPLHLUCHI
Interverranno il prof. Mario Tricarico e il giornalista Nicola Cecconi
anche in diretta web tv

martedì 28 ottobre 2008

NON C'E' DI CHE AGGIUNGERE...

LA PROFEZIA DI PIETRO CALAMANDREI

"Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora, il partito dominante segue un'altra strada (è tutta un'ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A "quelle" scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d'occhio i cuochi di questa bassa cucina. L'operazione si fa in tre modi: ve l'ho già detto: rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico"
Piero Calamandrei - discorso pronunciato al III Congresso in difesa della Scuola nazionale a Roma l'11 febbraio 1950

venerdì 24 ottobre 2008

una recente recensione che condivido in pieno ... almeno chi scrive ha letto il libro! grazie.


martedì 7 ottobre 2008

"DESIDERIA": L'EROTISMO DI CLARA CAVERZAN
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Con "Luminal" di Isabella Santacroce, o il corale "100 colpi di spazzola" di Melissa P., ma anche con i racconti densi della raccolta "Free love" di Ali Smith, il filone erotico ha abituato i lettori a una prosa convulsa, da inseguire tra le voci narranti e i loro gerghi diversi, e ha sempre fatto di questi libri un cazzotto nello stomaco e un grumo difficile da sciogliere.
Invece, forse perché è un romanzo, il nuovo "Desideria" per le edizioni Editing, non è certo da considerarsi il lavoro più erotico nel panorama italiano, tanto da suscitare una "condanna" da parte della diocesi per condotta amorale da parte dell'autrice: Clara Caverzan, ex sindaco di un comune italiano vicino Venezia. Verrebbe da porsi una domanda, sul perché tanta sorpresa in Occidente per un libro "falsamente" erotico, se non per il falso cliché che ci vede tutti nemici del sesso?
Un "intenso" tratto erotico apre la vicenda della protagonista: lei vs lei, le sole voci narranti che si alternano nel romanzo con stili diversi. Nella campagna veneziana, nella regione veneta, Desideria, la protagonista, riempie l'intera storia con i soliti fantasmi che compaiono in un qualunque essere umano. Donna, fuso, telaio e intimità domestica: è l'immaginario femminile della Caverzan.
In quarta di copertina si parla di "automatismi quotidiani", "ineluttabilità degli eventi", sentimenti che nascono, muoiono e si trasformano. Così le vicende intime e personali di una famiglia veneta si fondono e si confondono in una storia antica, moderna, post moderna, contemporanea, attuale. Amori, emozioni, sfide, sconfitte e vittorie: nel destino di Desideria.
Che libro è Desideria? Diremmo che all'inizio è un po' sonnacchioso, troppo prolisso nella descrizione che porta inesorabilmente a un falso ammiccamento alla scrittrice cilena Isabel Allende nel suo "La casa degli spiriti"; per poi trasformarsi, magicamente, in emozione pura. E' ben più di un romanzo erotico, nelle oltre duecentocinquanta pagine, abbiamo contato solo tre intermezzi erotici, di cui uno a nostro avviso superfluo e semplicemente irritante, ma ce ne passa da farlo passare come "scandalo erotico" per un sindaco che va a rappresentare un'istituzione e un potere.
E' una storia bella, intrigante, scritta benissimo, con dei personaggi perfetti, facendo apparire bellissima la "campagna veneziana così desolata a tratti e così deturpata nelle sue identità, divorata, come si suol dire, a macchia di leopardo, a piccoli e grandi morsi dai capannoni dei laboratori, delle piccole e grandi industrie".
All'interno delle pagine si cela quella pirandelliana confidenza con l'ipocrisia, (la stessa che è comparsa nella realtà da parte di quanti si celano dietro un falso bigottismo puritano) una famiglia falsamente nobile, sentimentalmente borghese. Un romanzo ben scritto, che ci riporta ai tanti libri di Sveva Casati Modigliani, per il gusto dell'ambientazione e per la semplicità della storia. Certo potremmo dire che il romanzo della Caverzan è più aspro, violento a livello sentimentale, ma è chiaro, molto scorrevole. Un'emozionante storia, in cui il lessico familiare torna a rivivere e coinvolgere il lettore, soprattutto perché si sente la partecipazione stessa dell'autrice, nata e cresciuta proprio in quelle zone.
Per la Caverzan pare essere una dichiarazione d'amore a luoghi, fatti e persone che incantano chi legge. Desideria è una donna affetta da quella predisposizione all'infelicità, come del resto tutti gli altri personaggi: Alberto, un marito succube di un fratello padrone e una madre matrona-matriarcale, la contessa Wanda Maria Ducci De Cennati e di una cognata, Titta, affarista.
Il massimo della verità concentrata nella finzione corporale della vita di Desideria, dove l'apparenza concreta dell'essere femminile si sostanzia nello specchiarsi di una moglie nella figura centrale di una suocera.
"Le storie non finiscono mai... ogni famiglia una storia". Così Clara Caverzan sostituisce all'individuo, la famiglia, inferno e paradiso d'ogni nuora degna di questo nome. E Desideria raccontandosi cerca le ragioni della sua identità, della sua infelicità non di ieri ma di oggi, insieme alla sua insicurezza pregna di malinconia. Dipana così il gomitolo aggrovigliato di una vita di provincia fatta di amori reali, ma di viaggi mentali, all'interno di un paese di provincia, molto ben descritto e così avaro di raccontarsi; di una figura matronale-matriarcale al centro, di un microcosmo interno e segreto. Amori che Desideria insegue per capire la propria identità, per cercarla nel suo profondo, infine per raccontarla, per specchiarsi, per rimirarsi con terribile, incontenibile (ma sempre trattenuta) nostalgia.
E dal naufragio del suo presente la salvano amori immaginari o artefatti che tenta per mettere ordine e chiarezza dove prima era il caos indeterminato e irrappresentabile della vita. La vita, ancora una volta, prima si vive per se stessi, poi, subito dopo, se si ha voglia, volontà e mezzi espressivi adeguati, per gli altri. E allora intorno a "Desideria" si fa il mistero più fitto.
Al primo romanzo Clara Caverzan si scopre essere narratrice di emozioni e stati d'animo, più che d'intrecci ed erotismo.
All'autrice siamo sicuri nel comunicarle che in fondo nelle sue pagine si cela un segreto, una verità mai detta che lega indissolubilmente Desideria al Veneto. Un romanzo per lettori bisognosi di certezze.
da puglialive.net

mercoledì 15 ottobre 2008

ULTIMISSIMA!!! BURQA-NEW

BURQA-NEW

Istruzione
Scuola, classi separate per bambini stranieri

Passa alla Camera un emendamento della Lega sugli studenti immigrati: se non supereranno i test di valutazione finiranno in "classi d'inserimento". Fassino (Pd): sarebbe un errore gravissimo

Per accedere alle nostre scuole i bambini stranieri dovranno sostenere prove di valutazione. Chi non le supererà, verrà inserito in classi particolari (le hanno chiamate “d’inserimento”) per favorire l’apprendimento della lingua italiana, propedeutico all’ingresso nelle classi tradizionali con tutti gli altri studenti. È quanto prevede una mozione della Lega approvata ieri alla Camera nell’ambito della riforma della scuola, che vuole istituire classi “riservate” agli alunni stranieri. La proposta è passata ieri dopo forti polemiche in Aula, ma alla fine la maggioranza l’ha approvata con 265 sì contro 246 no e il suo iter per divetare legge va avanti.
La mozione prevede, inoltre, che l’inserimento degli studenti stranieri nelle classi ordinarie sia consentito solo fino al 31 dicembre di ogni anno, e la loro distribuzione proporzionata al numero complessivo degli alunni. La motivazione, ha spiegato la Lega, è che in classi comuni gli studenti immigrati non apprendono e impediscono di apprendere agli studenti italiani. Ma la mozione spacca la maggioranza: alcuni deputati del Pdl, tra cui il vicepresidente alla Camera Italo Bocchino, si sono dissociati nettamente dalla proposta del Carroccio. E due parlamentari del Popolo della libertà (Alessandra Mussolini e Souad Sbai) hanno chiesto un incontro urgente al ministro Gelmini, allarmate dalla possibilità che “le classi di transizione possano generare disuguaglianze tra studenti italiani e extracomunitari”.
Cota (Lega), serve a prevenire il razzismoPer il capogruppo della Lega alla Camera Roberto Cota è una proposta che “serve a prevenire il razzismo e punta a realizzare una vera integrazione, che oggi non c’è a sufficienza”. E alle critiche piovute da istituzioni e sindacati risponde: “Chi sostiene che vi sia la volontà di discriminare, o non ha letto il testo o è in malafede”.
Fassino (Pd), grave errore istituire classi separate “No a una legge che discrimina i bambini. Mi auguro che la mozione non sia trasformata in legge, e che il centrodestra comprenda che sarebbe un errore gravissimo che produrrebbe effetti drammatici. Quando viene discriminato un bambino, quella discriminazione se la porta dietro per tutta la vita”.
Bonanni (Cisl), emedamento ridicolo“La scuola non può essere la macchietta verso cui si sta andando, perché arriveremo alle scuole per i maschi e per le femmine, per i biondi e per i mori, per il Sud e per il Nord e così via. È davvero ridicolo questo discorso. La scuola pubblica che deve avere come punto cardine l'uguaglianza, il primo luogo di formazione”. Sui provvedimenti presi dall’esecutivo sulla scuola in generale, il leader della Cisl invita il governo “a ripensarci e ad aprire una discussione vera sulla scuola, che riguarda soprattutto i lavoratori che hanno solo la scuola pubblica. Non si può gestire la questione come fosse un'azienda privata. Le riforme hanno bisogno di condivisione perché si decide e si gestisce insieme. Spero che il governo cambi opinione”.
15/10/2008 13:19

SCUOLA SCUOLA SCUOLA SCUOLA SCUOLA SCUOLA




DA: Web orizzontescuola.it Riforme: La cattiva informazione della signora Gelmini

15 ottobre 2008 - CGIL

Piano programmatico del ministro Gelmini. Le carte false che il ministro Gelmini ci somministra da settimane per giustificare i tagli nella scuola. Dati e argomenti usati con disinvoltura, smentendo persino le fonti ministeriali. Le mille ragioni dello sciopero generale che il Ministro finge di non capire.
Sono ormai diversi mesi che il Ministro Gelmini, insieme ad altri suoi colleghi del governo Berlusconi, parla della scuola utilizzando argomentazioni e dati sbagliati. E così per giustificare i pesanti tagli alla spesa per la scuola avanza motivazioni prive di qualsiasi fondamento reale. Non siamo sicuri se scientemente o per incompetenza e superficialità, ma questo non cambia il risultato: la manovra del Governo è una scelta grave e immotivata.
Non siamo gli unici – per fortuna – a rilevare gli “errori” del Ministro.
Anche nel sito del CIDI , infatti, è stato pubblicato nei giorni scorsi un interessante documento scritto da Emanuele Barbieri (già Capo Dipartimento per la programmazione, le politiche finanziarie e il bilancio del MIUR nel precedente governo Prodi) dove vengono smentite, sulla base di dati pubblicati dallo stesso Ministero nei suoi resoconti annuali, tutta una serie di dichiarazioni che il ministro Gelmini continua a snocciolare per tentare, maldestramente, di coprire i tagli di Tremonti.
Ma vediamoli questi argomenti allo scopo di fare chiarezza e, soprattutto, per ripristinare un po' di verità. La spesa per l'istruzione (settore scuola).
Il ministro Gelmini ha ripetutamente affermato che la spesa per l'istruzione, in particolare quella per il personale, è fuori controllo e che negli ultimi 10 anni è aumentata di 10 miliardi a fronte di una diminuzione degli alunni. Che la spesa per l'istruzione in 10 anni sia aumentata è persino ovvio, visto che dal 1997 al 2007 ci sono stati ben 5 rinnovi contrattuali. Ma non è vero è che sia aumentata rispetto al PIL. Al contrario, la spesa dal 1997 al 2007 è diminuita rispetto al PIL dello 0,2-0,3% circa in termini sia di spesa del MIUR che di spesa pubblica complessiva per l'istruzione (MIUR + oneri a carico degli EE.LL.). Oggi siamo al 3.29% contro una media OCSE del 3,8%. Inoltre in Italia va all'istruzione il 9,3% della spesa complessiva, mentre negli altri paesi la quota si aggira intorno al 13,2%. Non è vero, inoltre, che gli alunni siano diminuiti negli ultimi 10 anni: sono invece aumentati di oltre 152.000 unità (+ 2%) mentre il numero dei docenti è diminuito del 2,38%. Quindi non è affatto vero che la spesa per l'istruzione sia fuori controllo . Il 97% della spesa per l'istruzione è destinata agli stipendi del personale.
Sulla base di questa affermazione il ministro richiama sull'urgenza di ridurre il personale, riqualificare la spesa e innalzare le retribuzioni. Ma anche una tale affermazione è del tutto infondata. Dai dati rintracciabili nelle annuali pubblicazioni del MIUR ("La scuola in cifre") emerge che la spesa per gli stipendi del personale è il 74% della spesa complessiva, al di sotto, non al di sopra, della media europea e OCSE (la media OCSE di spesa per il personale è pari al 79,8% del totale). La voce stipendi è circa il 93% del bilancio del MIUR (cioè 39, 2 miliardi su 42 miliardi e 396 milioni di euro totali), su cui pesa l'onere degli stipendi e delle spese di funzionamento. I trasferimenti alle scuole da parte del MIUR sono pari infatti a 3,1 miliardi del suo bilancio, ¼ dei quali per il funzionamento e ¾ per le attività del POF, il resto è spesa per stipendi del personale. Il ministro, nelle sue affermazioni, non vuole tenere conto che ci sono oneri a carico delle Regioni per circa 2 miliardi e 263 milioni di euro e degli EE.LL. per altri 8 miliardi per incombenze, quali edilizia scolastica, trasporto, mensa e diritto allo studio. Delle due l'una: o il ministro dice bugie oppure non sa fare i conti. È più probabile la prima ipotesi perché è più funzionale a giustificare i tagli. La spesa per alunno in Italia è più alta della media OCSE.
Anche su questo il ministro dice bugie oppure è male informata. È vero che in Italia la spesa per alunno è mediamente più alta rispetto ai paesi OCSE, ma questo vale per la scuola primaria, 6.835 dollari per alunno contro 6.252, ma non per la secondaria di secondo grado dove la spesa di 7.648 dollari è leggermente inferiore alla media OCSE di 7.804.
Ma anche sulla scuola primaria non è completamente vero. Vediamo perché. In Italia il costo della spesa per l'integrazione scolastica degli alunni diversamente abili o per l'educazione degli adulti è interamente a carico (circa 96.000 insegnanti pari a circa il 12% del totale) del bilancio MIUR. In altri paesi sono state fatte scelte diverse e i costi di interventi diversi dall'insegnamento curricolare sono a carico di altri soggetti e non figurano nelle statistiche. Inoltre il MIUR retribuisce ben 25.000 docenti di religione cattolica, un costo questo che altri paesi non hanno. C'è da aggiungere che le condizioni orografiche dell'Italia sono diverse da paesi quali la Francia o la Germania: noi dobbiamo tenere aperte scuole anche con pochi alunni in molte zone di montagna per garantire il diritto allo studio dei bambini che certo non possono fare i pendolari. Infine, in altri paesi il costo di alcuni servizi (prestati da personale parascolastico) non gravano sul bilancio dell'istruzione, mentre in Italia queste funzioni sono tutte affidate alla scuola (il personale Ata). Quindi figura tutto nel bilancio dell'istruzione. Giuste o sbagliate che siano queste scelte diverse vanno tenute in debito conto se si vuole fare una corretta comparazione, perché non è consentito a nessuno di sommare grandezze diverse e trarre conclusioni affrettate sulla base di dati incompleti o disomogenei. La rete scolastica.
Il ministro vuole ristrutturare la rete perché dai dati risulta che 700 scuole sono sottodimensionate e vanno adeguate ai parametri dell'autonomia scolastica. Noi siamo stati protagonisti del processo autonomistico nella scuola, quindi il problema ci sta a cuore. Però, non bisogna far confusione tra le sedi amministrative (in tutto 700) e i punti di erogazione del servizio (dove ci sono gli alunni). Questi ultimi, secondo la FLC Cgil, andrebbero in larga misura mantenuti perché si tratta in gran parte di scuole dell'obbligo. In caso di chiusura di questi piccoli plessi, altri soggetti come EE.LL e famiglie dovranno farsi carico delle spese (700 milioni circa) di trasporto verso comuni più distanti. Qui non stiamo parlando di sprechi di denaro pubblico, ma di scelte di politica scolastica, come ci spiega bene l'Ocse nel suo rapporto quando afferma che non esiste una semplice relazione tra la spesa complessiva per l'istruzione e il livello di prestazione degli studenti. Un quarto dei punti di erogazione del servizio in Italia si trova in comuni montani con differenze da territorio a territorio (si passa infatti dal 74% della Basilicata al 5% della Puglia con una media nazionale del 24%). In queste scuole la presenza degli alunni è nettamente inferiore per tutti i livelli scolastici, in particolare per gli ordini oltre la scuola primaria. Ad esempio, nella scuola secondaria di I grado, il numero di alunni per scuola in un Comune montano è mediamente uguale a 109, a fronte di 231 alunni nella media delle scuole statali sul territorio nazionale. I dati OCSE.
La statistica è un'arma a doppio taglio. Ci sono paesi OCSE, ad esempio Corea e Lussemburgo, dove i costi per studente in termini di percentuale del Pil pro capite sono ben superiori alla media (rispettivamente 15,5% e il 15,2% contro il 10,9% di media). Questi due paesi, pur avendo una media di spesa simile, hanno fatto scelte diverse. La Corea paga molto bene gli insegnanti ma al prezzo piuttosto elevato di più studenti per classe; in Lussemburgo l'alto costo per studente è quasi interamente dovuto alla dimensioni ridotte delle classi. Questa è la dimostrazione che i dati di cui si sta discutendo servono ai Governi per valutare accuratamente le loro scelte ed acquisire una maggiore comprensione di come le scelte politiche influiscano sul rapporto tra qualità e costi per aumentare l'efficienza dei servizi scolastici. Il maestro unico e l'orario a 24 ore.
Qui siamo alla farsa. Nell'ambito della scuola statale la fascia oraria più rispondente alle esigenze dei figli e all'organizzazione familiare verso cui si orienta il 70,3% delle famiglie è quella tra 28-39 ore settimanali. Solo il 4,1% aveva scelto le 27 ore proposte dalla Moratti (dall'indagine dello stesso MIUR), mentre il 25,6% opta per il classico tempo-pieno di 40 ore. Come si fa a scrivere una norma per la quale le classi devono essere costituite preferibilmente a 24 ore settimanali? Il numero di classi a tempo pieno è aumentato del 3,2% dal 2001/2002 ad oggi, nonostante la cura dimagrante sugli organici della varie finanziarie in questi anni. È vero che l'Italia investe nella scuola primaria più risorse della media Ocse (6.835 dollari per alunno contro 6.252 dollari). Questo farebbe pensare che togliendo mezzo maestro in più per classe (mezzo maestro,non tre per ogni classe come ama ripetere il male informato Ministro Gelmini) si sia trovata una fonte di risparmio. Ma il ritorno al maestro unico aggraverebbe i problemi delle famiglie, scaricando altrove i costi. Ma non dimentichiamo che queste spese sono ben ricompensate dai risultati di qualità della nostra scuola elementare come riconoscono tutte le indagini europee ed internazionali. Infatti il tempo pieno è un modello pedagogico-didattico ricco, non il doposcuola per la gente povera. Infine, imporre per decreto (bella riforma!) il maestro unico è un fatto grave che viola persino la Costituzione, la quale garantisce l'autonomia didattica ed organizzativa delle scuole, autonomia che non può essere pregiudicata, come pure ha chiaramente ribadito dalla Corte Costituzionale nella sentenza n. 13 del 2004. L'obbligo scolastico.
Prima Moratti poi Gelmini si dilettano a giocare al ribasso. In Italia c'è un ritardo storico e un gap culturale rispetto ad altri Paesi europei, con punte critiche soprattutto in alcune regioni del sud, che arrancano nello sviluppo economico e nei processi di modernizzazione. È solo in tempi relativamente recenti che da noi si parla di obbligo scolastico fino e oltre i 16 anni. Altri Paesi della Comunità Europea sono molto più avanti da più tempo. In Inghilterra, ad esempio, l'obbligo di istruzione gratuita da 5 a 10 anni è del 1880, fino a 14 anni è del 1918 e fino a 16 anni è del 1970. La Gelmini, come la sua predecessora, ha riabbassato a 14 anni l'obbligo scolastico riportato da Fioroni a 16 anni solo 2 anni fa. Non è un caso se poi in Italia ci sono dei fenomeni fortissimi di analfabetismo di ritorno e di abbandono. Se si vuole elevare il livello culturale e scolastico del paese bisogna investire e non tagliare. Il contrario di quello che fa il ministro anche nel campo dell'istruzione per gli adulti. In conclusione
L'uso e la conoscenza dei dati è importante ma non può essere usato strumentalmente per giustificare tagli insensati. Sarebbe più corretto trarne spunto per migliorare davvero la scuola anche con un maggiore investimento.
Quello che il ministro tanto pomposamente chiama “riforma” è solo una manovra di tagli e sottrazione per mandare in malora la scuola pubblica. Non hanno alcuna efficacia nella soluzione dei problemi, essi servono unicamente ad una riduzione secca di oltre 130 mila lavoratori (dietro ci sono più di 130.000 famiglie) secondo le stime contenute nella relazione tecnica del Miur, ma che, secondo le nostre stime, potrebbero diventare molti di più (150.000) per il numero crescente di abbandoni a seguito di un sistema scolastico reso dequalificato proprio dalla politica dei tagli, cui si aggiungerà la diminuzione di studenti nella scuola superiore per effetto della cancellazione dell'obbligo scolastico a 16 anni.
Se lo scopo è quello di intervenire sul sistema, il ministro deve porsi l'obiettivo di utilizzare al massimo le risorse oggi esistenti, per poter più efficacemente e velocemente realizzare i cambiamenti.
Il piano Gelmini-Tremonti è un impedimento e un ostacolo al ringiovanimento della classe docente e degli altri lavoratori che deve sempre accompagnare un processo di cambiamento. Con i tagli agli organici si mandano a casa i più giovani, gli attuali precari, che da molti anni (anche 20!) contribuiscono con la loro professionalità a formare alunni e studenti.
Il governo vorrebbe reinvestire solo una piccola parte dei risparmi prodotti con i tagli. E siccome la spesa complessiva, come abbiamo dimostrato, è più bassa rispetto alla media OCSE. questa è un'ulteriore conferma che si vuol fare solo un'operazione di diminuzione della spesa e di smantellamento della scuola pubblica.

lunedì 13 ottobre 2008

GRETA CODATO DI SCORZE' MISS BELLA DI MARCA


ALBA CHIARA
Respiri piano per non far rumore ti addormenti di sera e ti risvegli col sole sei chiara come l'alba sei fresca come l'aria diventi rossa se qualcuno ti guarda e sei fantastica quando sei assorta nei tuoi problemi nei tuoi pensieri ti vesti svogliatamente non metti mai niente che possa attirare attenzione un particolare solo per farti guardare E con la faccia pulita cammini per strada mangiando una mela coi libri di scuola ti piace studiare non te ne devi vergognare E quando guardi con quegli occhi grandi forse un po' troppo sinceri sinceri si vede quello che pensi quello che sogni E qualche volta fai pensieri strani... con una mano una mano ti sfiori Tu sola dentro una stanza e tutto il mondo fuori!!!

sabato 11 ottobre 2008

ad oggi nessuna smentita all'art del 24-09-08 nonostante il mio comunicato stampa preciso e fedele del 28-09-08


LA MAMMA DEI GIORNALISTI, AL SERVIZIO DI UNA STAMPA BECERA, SUPERFICIALE , IRRISPETTOSA DELLA PERSONA E LECCABACIACULIDELLACASTA, FERTILIZZANTE DELLA PIU' BASSA OPINIONE PUBBLICA COMUNE, PORTATRICE SANA DELLA MORTIFICAZIONE DELLA CULTURA, E' SEMPRE INCINTA.

"Se un uomo non tiene il passo con i compagni, forse questo accade perché ode un diverso tamburo. Lasciatelo camminare secondo la musica che sente, quale che sia il suo ritmo o per quanto sia lontana"
(da Walden - Thoreau)

Perché per me l'unica gente possibile sono i pazzi, quelli che sono pazzi di vita, pazzi per parlare, pazzi per essere salvati, vogliosi di ogni cosa allo stesso tempo, quelli che mai sbadigliano o dicono un luogo comune, ma bruciano, bruciano, bruciano, come favolosi fuochi artificiali color giallo che esplodono come ragni attraverso le stelle e nel mezzo si vede la luce azzurra dello scoppio centrale e tutti fanno Oooohhh!
(da On the road)
Gli uomini sono donne che non ce l'hanno fatta.
Groucho Marx

by AKIMI from http://www.lalavagnetta.iobloggo.com

giovedì 9 ottobre 2008

NON ABBIAMO BISOGNO DEL NUCLEARE


Vi informo che si può firmare, sia on line che sui moduli, la petizione "Non abbiamo bisogno del nucleare" lanciata da Per il bene comune, per cominciare a farsi sentire su questo ritorno della barbarie. Il modo più semplice di firmare è cliccare su http://petizione.perilbenecomune.org/ oppure entrare nel sito http://www.perilbenecomune.net/.
Fatelo subito e girate questa mail ai vostri amici. Inoltre si può scaricare dal sito il modulo (magari fotocopiarne qualche copia) e raccogliere le firme nelle scuole, nei mercati, nelle feste ecc. Per i veneti, si possono ritirare moduli e si può firmare anche presso l'Ecoistituto del Veneto a Mestre viale Venezia 7 (usciti dalla stazione di Mestre 50 m. a sinistra), meglio venendo dalle 17 alle 19 o telefonando prima per accertarsi che ci trovate 041.935666
Paolo Stevanato

mercoledì 8 ottobre 2008

NUCLEARE? NO GRAZIE


NUCLEARE: UNA SCELTA SBAGLIATA, PERICOLOSISSIMA ED ANTIECONOMICA.
Ritorna la proposta energetica nucleare! Dopo che larga parte della popolazione italiana con il Referendum del 1987 aveva bloccato l’installazione di alcune centrali nucleari in Italia, ecco che dopo vent’anni ritorna di moda la proposta energetica nucleare come soluzione alla fame energivora del nostro mondo ultraindustrializzato. Ma la supposta pietra filosofale degli anni 2000 è veramente la soluzione al problema energetico? Sarà sicura come dicono? Sarà duratura? Economica?
Ragioniamo per gradi:
SICUREZZA – Dal 1979 ad Harrisburg (Usa) dove si è sfiorata la “fusione del nocciolo” passando per Cernobyl (Ucraina) per finire al Giappone con le scosse telluriche, si è verificata una lunga serie di incidenti (più o meno pubblicizzata) che ha contaminato milioni di persone con effetti a ricaduta per generazioni e con migliaia e migliaia di morti (anche se ufficialmente vengono calcolati solo i morti dovuti all’incidente in sé stesso e non a quelli dovuti alle conseguenze contaminanti) e l’essere vicini ad una centrale o lontani centinaia di chilometri, non è la stessa cosa, basta una fuga radioattiva come le ultime verificatesi in Francia.
SCORIE: Il PLUTONIO resta radioattivo per 200mila anni, l’URANIO238 per milioni di anni ed in un paese dove il problema dei rifiuti solidi urbani è ancora un problema da risolvere (A Napoli si è pulito il salotto buono buttando le immondizie in camera da letto per un’operazione mediatica supportata da mezzi di informazione compiacenti) dobbiamo ancora trovare il modo di stoccare le “ecoballe radioattive” delle centrali che non sono mai entrate in funzione. Quest’operazione ci è già costata 674 milioni di euro (con la Ditta Sogin per un ridicolo tentativo a Scanzano Jonico).
Dove smaltiremo queste scorie? Metteremo i carri armati contro le popolazioni che non vorranno le discariche radioattive?
NUCLEARE PULITO DI QUARTA GENERAZIONE: NON ESISTE! Altra balla mediatica: le centrali che si vogliono costruire in Italia sono di terza generazione e sono prive di sicurezza intrinseca, ma con più lunga durata di quelle di seconda. Quelle di Quarta generazione sono previste per il 2030.
RISCALDAMENTO GLOBALE: chi afferma che l’energia nucleare sia il solo metodo per arrestare il riscaldamento globale dovuto alle emissioni di CO2 afferma il falso. Per arrivare solo al 20 % dell’energia totale necessaria ci sarebbe la necessità di 2000 nuove centrali nucleari. Attualmente nel mondo ce ne sono 435 (ne hanno chiuse già 117 perché antieconomiche) e per continuare a produrre l’attuale 6,5% dell’energia totale dovrebbero costruirne altre 70. Per ultimo il ciclo completo di estrazione ed arricchimento dell’uranio emette gas serra quanto il ciclo del combustibile fossile.
ECONOMICITA’: secondo stime USA l’energia prodotta da una centrale nucleare costa dal 10 al 20% in più di gas e carbone, questo nonostante i fortissimi incentivi proposti dall’amministrazione Bush. Nessuno ci investe più dal 1976 In Europa l’unico reattore in costruzione è in Finlandia: l’azienda privata costruisce perché lo stato copre, con i soldi dei contribuenti, le spese dello smaltimento delle scorie e dello smantellamento finale della centrale che costa quanto la costruzione e garantisce l’acquisto di tutta l’energia prodotta per 60 anni. Ordinata nel 1996, l’entrata in funzione è prevista, dopo vari slittamenti, per il 2011 con un costo finale di 4 miliardi di euro.
L’URANIO E’ COME IL PETROLIO: scarseggia e dobbiamo importarlo. Cambiano i paesi dai quali bisogna importarlo, ma il giogo dell’esser dipendenti energeticamente da altri, rimane invariato.
Dal 1991 si consuma più uranio di quello che se estrae con conseguente aumento esponenziale del prezzo da 7 a 75 dollari alla libbra dal 2001 al 2007. Un esempio: l’ENEL per le 2 centrali slovacche, spende 2700 euro KW, mentre una centrale a gas si spendono 500 euro/KW. La differenza, malgrado il referendum abbia indicato il diniego all’energia nucleare, chi la paga?
D’altronde è emblematico il fatto che nel 1976 c’erano in Europa 177 centrali, oggi sono 146, 31 in meno ed il trend è inarrestabile, sempre meno centrali nucleari.
Ed allora perché, mentre nel mondo il ripensamento nucleare fa diminuire il numero delle centrali atomiche in quanto costose ed insicure, in Italia in controtendenza si punta su questa energia?
Le supposizioni sono molte: il fatto che pochi paesi vogliano installare centrali nucleari, spinge chi le costruisce a cercare mercati compiacenti, magari influenzando governanti sensibili al sentirsi influenzati (come?).
L’Energia è da sempre paragonata al potere, chi ha in mano le fonti energetiche comanda e guai lasciare che vada in mani autartiche, è impensabile.
E’ fuor di dubbio che se la proposta nucleare verrà posta in essere, tra l’altro senza un piano energetico complessivo ruberà risorse e notevoli alle vere fonti energetiche rinnovabili, inestinguibili e soprattutto alla portata di tutti.
Basterebbe coprire solo lo 0,4% delle superfici costruite o cementificate in Italia, che sono il 10% del territorio, con pannelli solari fotovoltaici per soddisfare l’intero fabbisogno nazionale!
Sarebbe veramente la prima forma di “Federalismo energetico” e soprattutto la prima forma di “Autarchia Energetica”.
Ma sappiamo bene che il potere (centrale) basa la sua sopravvivenza su tre colonne: Economia, Energia ed Informazione e chi è attento osservatore dei fatti quotidiani si rende conto di quanto sia vero.


GIUSEPPE PAPAZZONI - Fonti: Ecoistituto del Veneto “Alex Langer”

sabato 4 ottobre 2008

LETTERA APERTA AL MINISTRO GELMINI MARIASTELLA: VALERE MENO DI ALITALIA NO!


Eh no, cara Ministra io non ci sto! ... valere meno di Alitalia! Eh no!
La grande scuola italiana tra le prime in Europa per efficienza ed efficacia di programmi e risultati relegata a fanalino di coda, all'indolenza e al sarcasmo dell'opinione pubblica! Stiamo andando al massacro totale, siamo nelle tue mani incompetenti da ministrella di poche decine di anni. Pazienza l'esperienza , ma se non si saci si informa, si chiede e si studia. Macchè! Da ministrella, invece di essere animata da uno spirito di ricerca e di indagine per i tuoi progetti , ti limiti ad eseguire ciò che sta scritto nel foglio dei conti che devono tornare, precotto da chi " ne sa di più " di te.
Ai posti di comando gli uomini della politica accettano le donne per far bella figura , per ostentare una certa emancipazione, a patto che siano belle e che non abbiano idee poichè i conti , i loro conti, devono tornare. E tu, giuliva Gelmini che fai? Dici sempre di sì come gli asini, non hai paura di sparare cazzate in TV , sicura di essere superprotetta. E' l'unico modo che hai per mantenere la careghetta d'oro. Non farti imbottigliare Mariastella! Ministra per cortesia, non fare da cestino per i passacarte, fai la donna vera, ribellati, e sulla scuola genera una crisi di governo, magari ti mandano a casa, macchisenefrega, avrai guadagnato un futuro che non ha prezzo davanti a te stessa e alla gente per bene, farai bella figura e ti sentirai meglio!
MI STIA BENE.

CLARA CAVERZAN INSEGNANTE DI RUOLO SCUOLA ELEMENTARE G. MARCONI SCORZE' VE, una delle scuole d'Europa, più all'avanguardia, per aver attuato il percorso didattico, per far arrivare il bambino e la bambina alla consapevolezza dell'apprendimento e dell'autovalutazione.

MAESTRO UNICO DEL PIANO FINANZIARIO GELMINI


Riforma Scuola: una maestra spiega al ministro Gelmini cos'è la Scuola Primaria
di Roberta Lerici
Lettera pubblicata dal sito internet: www.iotti.org
Il ministro Gelmini mi ha fatto tenerezza! E' successo lunedì notte, durante la trasmissione di Vespa, quando sono rimasta allibita di fronte a questo Ministro che di scuola di fatto non sa proprio niente ed è costretta a cavarsi dai guai ripetendo allo sfinimento il ritornello dei tagli necessari al bilancio e degli sprechi (sigh!) che si farebbero nella scuola.
Dalle dichiarazioni di MariaStella è apparso evidente che siamo di fronte ad un Ministro che di scuola primaria sa poco e niente, che confonde maestro unico con maestro prevalente, tempo pieno con doposcuola, compresenza con contemporaneità, insegnanti di modulo e insegnanti in classe e potrei continuare nell'elenco. E queste non sono sottigliezze. Chi conosce il mondo della scuola ne comprende la fondamentale differenza e conosce la loro ricaduta nell'organizzazione scolastica.
Spiace constatare che, di fronte a tale situazione, ci sono voci di autorevoli persone di scuola (almeno tali li ritengo) che forse si lasciano abbagliare dalle voci suadenti di certe chimere o dalla moda del momento ed escono sui giornali locali con dichiarazioni superficiali a dir poco sbalorditive e nostalgiche sulla loro brava maestra di un tempo.
Sveglia ragazzi! La scuola è cambiata e si è data una struttura e degli obiettivi ben diversi da quelli di 50 anni fa (per fortuna).
Proviamo ad affrontare i colpi bassi dei delfini del governo che sbandierano ad hoc i 9 insegnanti per classe di Albate (che sono certa non sono ciò che appare dai media, ma se anche fosse così si tratterebbe allora di una anomalia da affrontare che non rappresenta certamente la situazione generale della scuola).
Sarebbe interessante avvertire il ministro Gelmini che l'insegnamento della lingua straniera, della religione cattolica, dell'informatica, e i progetti per l'integrazione degli stranieri (spero che non intenda sopprimerli, ma lo temo fortemente) comunque impediscono il mantenimento di un maestro unico per classe. Ed occorre anche dirle che la sorveglianza durante la mensa assorbe un buon numero di ore di lavoro dei maestri che spesso annullano le ore di contemporaneità (nella mia scuola accedono al servizio mensa circa 170 alunni, il rapporto alunno-maestro è 1 a 30, servono 6 docenti per due ore al giorno).
Vuoi vedere che demanda tutto ai Comuni? Ci aveva già provato il ministro Moratti!
Ai genitori e agli italiani benpensanti, quelli pronti a sparare su questa Italia da buttare fatta da ladri, fannulloni, evasori,... (che sono sempre gli altri naturalmente) proviamo a ricordare che nella scuola del maestro unico:1- c'erano le CLASSI DIFFERENZIALI (le chiamavano le classi degli asini)2-gli alunni diversamente abili frequentavano le SCUOLE SPECIALI. (ora sono inseriti con l'accompagnamento di un insegnante di sostegno, ma solo per alcune ore, nel tempo restante è l'insegnante di classe che se ne occupa)3-in classe non c'erano bambini stranieri non italofoni4- i bambini che non imparavano venivano semplicemente BOCCIATI , ora per sostenere i bambini in difficoltà si prevedono progetti di recupero utilizzando le "poche" ore di contemporaneità disponibili.
Questa è la scuola alla quale pensa il governo?! Spieghiamolo alle famiglie!
Verso la (contro)riforma Tremonti-Gelmini stanno circolando parecchi documenti, tanto condivisibili quanto spesso inefficaci!Inefficaci perchè come al solito siamo disarmati di fronte allo strapotere dei mezzi di comunicazione (la madre delle CASTE). Stiamo discutendo perlopiù fra noi, in ambiti comunque circoscritti e limitati, mentre sui giornali e in tv circola una vergognosa campagna di sostegno al Ministro sorretta da pilastri fatti di qualunquismo, di pressapochismo, quando non di consapevole falsità.
Nelle scuole i docenti hanno all'inizio dell'anno scolastico molte occasioni per incontrare i genitori, in ambiti istituzionali ed anche in momenti informali. Utilizziamoli per spiegare ciò che sta accadendo. Il maestro unico può diventare uno specchietto per le allodole (cito il detto solo per chiarezza, ovviamente le allodole non hanno niente a che fare con i genitori), ma basta poco per smontare questa illusione, fosse anche solo il timore che il figlio si ritrovi con una insegnate sgradita: preoccupazione di tutto rispetto se consideriamo l'importanza che il confronto tra più docenti ha nella analisi e valutazione dei comportamenti e delle relazioni tra i bambini e con i bambini.
Chi è fuori dalla scuola non è esonerato dall'impegno personale nel contrastare le malefatte del governo, almeno in questo settore che mi sembra abbastanza sentito da tanti, se non da tutti.L'operazione del governo nasce da un problema economico forse ma ha un pericolosissimo sapore classista che non possiamo subire.
Buon lavoro a tutti!

Eleonora Dubini, maestra elementare, orgogliosa del suo lavoro e della sua scuola.

venerdì 3 ottobre 2008

CHI HA DETTO CHE NON AVREI PAGATO PIU' TASSE PER UNA SCUOLA ELEMENTARE COME QUELLA DI SCORZE'?

ANNO SCOLASTICO 2009-2010: UNA CLASSE SECONDO IL MINISTRO GELMINI

... E SE OGGI DIAMO UN CALCIO SUI DENTI AI NOSTRI BAMBINI, CHE NE SARA' DEL NOSTRO DOMANI?
Roma, 23 settembre 2008
Gentile Ministro,
sono la Dirigente scolastica di una Scuola Primaria di Roma, la “Iqbal Masih”, ormai vicina all’età della pensione.
Assisto con vera angoscia alla morte annunciata della scuola del Modulo e del Tempo Pieno.
Questa scuola Elementare riformata noi “anziani” maestri l’abbiamo costruita giorno per giorno.
Partivamo, è vero, da una scuola che già funzionava con buoni risultati, ma che si trovava a far fronte, per prima fra tutti gli ordini, a nuove sfide e problemi : l’inserimento dei disabili, l’integrazione in tempi brevi di massicce quote di alunni immigrati, la progressiva crisi delle famiglie e dei contesti sociali, l’emergere di nuove forme di povertà e marginalità.
Contemporaneamente eravamo chiamati a sostenere l’impatto con la società multimediale, dove, intorno agli alunni, un grande e vorticoso rumore mediatico proveniente da un orizzonte globalizzato sostituiva la calma lenta del fluire del tempo e il ricorso rassicurante degli eventi familiari.
Sono entrati, fra gli alfabeti in cui istruire gli alunni, quelli delle immagini, dei suoni, del movimento.
Si sono dilatati gli spazi geografici e gli orizzonti storici, mitologie di popoli lontani si sono aggiunte a quelli a noi consuete; abitudini e culture diverse sono improvvisamente diventate contigue, prima attraverso il telecomando TV, poi con la presenza fra noi di nuovi cittadini, di colore diverso e che parlavano tante lingue e portavano fra noi storie di viaggi, gioie e fatiche, speranze e sogni da realizzare insieme a noi e ai piccoli compagni italiani.
La scuola è diventata fucina di nuova cittadinanza e presidio prioritario per prevenire razzismi, egoismi, separazioni, emarginazioni.
Per fare tutto questo occorreva tempo, tempo, tempo….
Tempo per ascoltare tutti i bambini, accogliere le loro ansie e le loro curiosità, aiutarli a “raffreddare” le esperienze e a mettere ordine e dare senso all’enorme quantità di nuove conoscenze ed esperienze che quotidianamente andavano facendo.
Tempo di ascolto dei genitori .
Tempo per lo scambio comunicativo fra gli alunni , perché potessero apprezzare le diversità di pensiero e di atteggiamenti presenti nelle classi e crescere attraverso il confronto.
Per fare tutto questo occorrevano anche tante competenze diverse, che non potevano essere patrimonio di un unico maestro, per quanto colto e dotato di buon afflato pedagogico.
Ma questi maestri, a cui si chiedeva di intervenire per educare ed istruire bambini diversi e più curiosi, dovevano essere capaci di lavorare insieme e di affinare le loro capacità di riflessione adulta, per non disorientare gli alunni con interventi divergenti. A questi maestri del “team” veniva affidato il compito di far affiorare lentamente e sempre più consapevolmente i diversi quadri disciplinari, come punti di vista molteplici attraverso i quali i bambini avrebbero potuto osservare e riorganizzare la realtà.
Tutto questo abbiamo sperimentato e realizzato in questi ultimi trent’anni, quasi sempre con risultati eccellenti.
Non abbiamo ampliato il tempo scuola per venire incontro alla crisi occupazionale..
Non abbiamo sperimentato la pluralità docente per lavorare di meno e in più persone.
Fa molto male sentir dire dal nostro Ministro, come ieri è avvenuto nella trasmissione “Porta a Porta” che “…se un docente sta in classe, altri due stanno fuori a non fare niente” .
Non possiamo permetterci una scuola di eccellenza, ma costosa?
Diciamolo: non inventiamo altri motivi .
Il “pedagogista” di riferimento per il nostro Ministro è il Ministro delle Finanze .
Stupisce la leggerezza, il pressappochismo, l’ignoranza di quanti, senza la minima competenza professionale, si esprimono sull’educazione delle nuove generazioni e sulla scuola.
Tornare indietro significherà umiliare la cultura dei docenti della scuola primaria, ma, soprattutto, far regredire il Paese
Tagliare sulla Scuola di tutti è grave per la coesione sociale del nostro Paese, per la sua cultura e per il futuro dei nostri figli.
Nella nostra scuola è iniziato un movimento di protesta e mobilitazione fra docenti e genitori.
Mi auguro che esso cresca e apra la riflessione nella società.
Mi auguro che lei voglia ascoltare chi la scuola la fa tutti i giorni, con passione e serietà.
Le chiedo, a nome di tanti docenti di ritirare il decreto e di presentare un disegno di legge che permetta, senza l’ansia dei tempi brevi e il ricatto del voto di fiducia, di aprire un ampio dibattito in Parlamento e nel Paese tutto
Con tanta amarezza, ma anche con la speranza che voglia accogliere il mio appello, la saluto
Simonetta Salacone

giovedì 2 ottobre 2008

Grazie



Finalmente una bella notizia… Grazie ai cittadini di Scorzè, grazie agli amici, grazie a Clara Caverzan allora Sindaco di Scorzè che ha partecipato attivamente al libro ma, non solo, io personalmente la ringrazio per la Sua grande Umanità, oltre per l’aiuto a realizzare la stupenda presentazione che ha avuto luogo al Teatro Elios, grazie a tutti coloro che hanno reso possibile questa cosa, grazie al grande operato dell’AIL di Dolo. Con il mio impegno molto sofferto per la stesura di questo libro insieme alla famiglia Bovo, che ha reso possibile la pubblicazione di “Con le ali di un angelo” dedicato appunto alla nostra piccola compaesana Linda Bovo, morta di leucemia; a tutte le offerte, ai mercatini, alla vendita delle uova pasquali e altro, vi riporterò questa notizia che mi riempie di gioia e con grande onore ho accettato di fare da Madrina a questo evento che ci fa sperare e comprendere che esistono ancora persone che credono nei valori della Vita, combattendo, "sacrificando" parte del loro tempo per un qualcosa e questo qualcosa si chiama “Amore verso il nostro prossimo”!

Sabrina Manente


Inaugurazione CASA AIL.

L’Associazione italiana contro le leucemie sezione di Venezia, gruppo Riviera del Brenta

Inaugurazione della nuova casa AIL, situata a Mirano in via del Murialdo n. 2 e che già dal 1° agosto 2008 è a disposizione per la residenza temporanea dei pazienti ematologici non residenti sul territorio in regime di day hospital e dei parenti dei pazienti ricoverati.

In particolare l’appartamento, che si trova in prossimità dell’Ospedale di Mirano, è stato diviso in due unità immobiliari allo scopo di poter ospitare simultaneamente due differenti nuclei familiari garantendo loro la massima privacy durante il periodo di trattamento e di cura. A tal fine i due appartamenti dispongono di 4 posti letto ciascuno. Essi verranno messi a disposizione gratuitamente, anche ai pazienti in cura presso la divisione ematologia dell’Ospedale di Mestre, dal gruppo Riviera del Brenta previa verifica della disponibilità.

Il gruppo Riviera del Brenta e tutti i volontari che lo compongono saranno a disposizione degli organi istituzionali e di informazione in occasione della apertura ufficiale della casa AIL che avrà luogo

il giorno 06 ottobre 2008 alle ore 12.00

La Presidente

Roberta Nalon

domenica 28 settembre 2008

A ONOR DEL VERO

( MACACO CON CORNA DI CAPRONE)

COMUNICATO STAMPA DI
CLARA CAVERZAN GIA' SINDACO DI SCORZE'
OGGETTO: 515 - ART. APPARSO SULLA STAMPA IL 24-09-08
Mercoledì 24 settembre apro il quotidiano e con discreto stupore trovo il consigliere regionale Igino Michieletto che si gongola della buona riuscita di una “ sua “ azione politica.
Leggo in maniera approfondita l'articolo riguardante la 515, chiodo fisso del mio avversario politico che si ostina a non voler dare ad intendere a chi peraltro non vuole dotarsi di orecchie per intendere, che parliamo di un progetto del 1987 e quindi avulso dalla realtà attuale e dal nostro territorio, ormai attraversato da ferite insanabili, grazie anche e soprattutto a lui.
Mi informo, chiedo, chiamo , domando cosa si sia discusso in data 23 settembre alle ore 10.30 a Palazzo Fini e scopro che la gioia di cui si beava Igino è del tutto ingiustificata. Perchè?
I fatti:
Igino Michieletto chiede ufficialmente un incontro in II Commissione Regionale Infrastrutture e Viabilità al presidente Tiziano Zigiotto e all'assessore Renato Chisso, asserendo di essere pressato dai Sindaci di Noale e Salzano sulla 515.
Si apre la seduta e il Presidente della Commissione chiede a Igino se non sia stato lui ad insidiare i Sindaci sul tema e non viceversa , poiché sembra che i Sindaci parlino quasi quotidianamente con l'ass.re Chisso delle problematiche inerenti la 515 e non avevano bisogno dell'incontro istituzionale. Igino, stizzito, chiede di passare ai fatti . Intervengono i Sindaci e, infine, l'ass.re provinciale Gatto, che evidenzia il fatto che non essendoci più l'interlocutore che bloccava la realizzazione del secondo lotto del primo stralcio ( poteva fare anche il mio nome tanto era chiarissimo ) ora l'opera poteva procedere spedita.
Prende la parola l'ass.re Chisso il quale senza alcuna smentita di sorta sottolinea lo stato dell'arte dell'opera:
1- Si rammarica dell'utilizzo delle istituzioni per ragionare su questo tema rivolgendo ai Sindaci una semplice domanda: - Vi rispondo quotidianamente sulla 515? Occorreva farsi invitare qui?
I Sindaci abbassando lo sguardo, confermano silenziosamente, quindi, i dubbi dello stesso Presidente della Commissione.
Chisso a questo punto paventa un irrigidimento dei rapporti, esprimendo chiaramente il suo dissenso per l'inutile iniziativa che ai più dei presenti appariva proprio insistentemente voluta da Igino più che dai Sindaci.
2- L'ass.re Chisso si rivolge all'ass.re provinciale Gatto e precisa che nessuno a livello istituzionale aveva mai bloccato la strada nemmeno colei alla quale Gatto alludeva.
E' inconfutabile che nella zona vi sia un problema di inquinamento da elettrosmog e che i cittadini hanno vinto già per questo una causa di fronte al Tribumale ordinario di Venezia e avrebbero potuto vincere in un qualsiasi momento (anche a venire n. d.s.) una causa davanti al T.A.R. per la 515.
E' INDUBBIO POI CHE FINCHE' LUI SARA' ASSESSORE I CITTADINI SARANNO ASCOLTATI ( testuali parole n.d.s.).
3- Tornando alla strada , senza mezzi termini, l'ass.re Renato Chisso considerava precisamente che CON L'AVVENTO DEL NUOVO CASELLO DI PESEGGIA ( LAPSUS FREUDIANO???, corretto da Igino in “ Cappella”) LA VIABILITA' E' TUTTA DA RIPRENDERE IN MANO, BISOGNERA' QUINDI FARE UNA VIABILITA' VERSO IL CASELLO E IL SECONDO LOTTO DEL PRIMO STRALCIO DA RIVEDERE IN BASE A NUOVI INCARICHI DI STUDIO DA LUI ASSEGNATI A VENETO STRADE.
L'assessore , chiamato in Giunta, si alzava e mentre usciva dalla sala, subiva le urla del consigliere Igino. Urla di rabbia per le secche parole dell'assessore.
Urla di invidia di chi non può più strumentalizzare una strada che oramai non serve più, mangiata e sovrastata dal mostro del Passante che divorerà i suoi stessi creatori, i cui ruggiti, oramai abbisognano di altre strade più intelligenti e sovraccomunali per essere chetati.
A questo punto altri consiglieri regionali prendevano la parola per porre l'attenzione sulle arterie di Zero Branco e Mogliano in corso di realizzazione che sarebbero in grado di smaltire il traffico del casello di Peseggia ( ancora Lapsus ) o Cappella, con adeguati collegamenti tra la 515 e la 245.
Non mi meraviglia lo stile di Igino! Lui è così. Cavalca la tigre, come si suol dire. E come un circense vi cade e vi risale e lo spettacolo continua e continuerà fino a che ci sarà qualche bambolotto ad applaudirlo e non verrà ingoiato dalla sua stessa fiera, stanca anch'essa di essere usata per il picchio.
Non riesco invece a capacitarmi della stampa dalla notizia spicciola, dalla comunicazione drogata al servizio della casta .

giovedì 25 settembre 2008

PEDIBUSSSSSSSSSSSI'

Quando io ero piccola non esisteva lo scuolabus. E meno male! Altrimenti, anche se l'odore di nafta mi faceva cambiar colore e vomitare, sicuramente mi ci avrebbero caricato su, soprattutto nella stagione fredda ... ma anche in primavera e, forse, anche in estate, per non farmi sudare e poi buscarmi " qualcosa". Mia nonna aveva e mi metteva il terrore della pleure, malattia di cui, mi diceva, i bambini morivano. Così, anche se non era ancora stato inventato, noi facevamo il pedibus! col metodo naturale, naturalmente!
Io abitavo di fronte alla Susy Bolzonello, la quale abitava vicino alla Maria Rosa Scuglia e più avanti abitava la Fiorella Costantin. Noi eravamo quelle del centro. Per prima partiva Fiorella, che andava a chiamare Maria Rosa. Le due andavano a chiamare Susy e poi, tutte e tre venivano a chiamare me. Mio nonno, con la scusa di portarmi la cartella, ci accompagnava. Ma non sempre, soltanto quando pioveva. Giunti alla chiesa vecchia, il nonno ci salutava e tornava indietro, mentre noi quattro entravamo all'asilo " La casa dei bambini" per la dottrina.
Più o meno alla stessa ora , dal bosco Montello, partiva per prima Sandra Tocchetto che abitava vicino alla chiesa di S. Lucia. Scendeva e andava a chiamare l'Antonella Bordin e altre più grandi si univano più giù. Poi anche loro raggiungevano l'asilo assieme alla Laura Fasan, Gianni Tonello, Fernando, Bruno Miotto, e tanti altri che arrivavano da Via Aglaia Anassillide. Dopo la dottrina c'incamminavamo tutti insieme verso la Scuola Elementare Francesco Baracca. Ci facevamo gli occhi ammirando il giardino del Collegio dei Padri Missionari della Consolata e se eravamo fortunate qualche padre ci regalava un pansè per la maestra. Una volta un padre ci regalò una rondine che era caduta e si era spezzata un'ala. Noi non avevamo mai visto da vicino quell'uccello così padrone della nostra fantasia ed egli ci fece osservare la coda a due punte e la pancia bianca. La nostra maestra, Zita Raccamari, che arrivava sempre in anticipo con la bicicletta, ci aspettava sulle sue gambe lunghe e tozze, coi piedi dentro delle comode scarpe basse di camoscio marrone bruciato. Le braccia conserte e gli occhi vigili su di noi bene in fila ordinata. Tutte le mattine questo rito: col sole, con la pioggia, con la neve, col caldo, col fresco, col freddo, col gelo...
Se pioveva indossavamo, sopra i cappottini e i berretti, delle mantelline col cappuccio di tela cerata verde o blu e ci riparavamo con ombrellini colorati. Io ne portavo uno a spicchi coi colori dell'arcobaleno. C'era un solo bambino che arrivava in automobile, solo, con un adulto. Una mattina arrivò guidando la macchina e fu il fattaccio... Sì ci arrivava all'acceleratore, era alto perchè era un ripetente. Ma il bello era che arrivava ugualmente sempre in ritardo e faceva ridere tutti!
Al ritorno, gli stessi gruppi, ognuno per la sua strada, faceva ritorno a casa senza fretta. Un divertimento inappagabile... Un'allegria propria dell'infanzia che non può tornare mai più. Se è persa è persa!
Stamane ho visto dei bambini che venivano accompagnati in automobile, fino al passaggio a ovest della scuola: chi li accompagnava infrangeva il divieto di accesso, faceva manovre di inversione a U, pericolose anche per l'incolumità di chi arrivava in bicicletta o a piedi...
Bambini, voi che siete così saggi, aderite al Pedibus, non costa nulla, vi divertirete, affronterete la giornata più sani e in allegria.
Il 30 settembre alle ore 20.30, i genitori della Scuola Elementare Marconi di Scorzè terranno una riunione in Sala Gatto per spiegare tutto ciò che c'è da sapere. Forza si parte!

MARCO FERRARESE MI SCRIVE



E adesso che i signori delle palazzine hanno vinto (in realtà non hanno vinto ma hanno solo schiantato un paese che tentava a fatica di sollevare la testa dal radicchio e dai posti di malta) cosa si fa? Tutto rinviato?
Parlo dello sport di Scorzè, ricco di talenti evidenziati modestamente dalla nostra Amministrazione e maltrattati da tutte le precedenti, parlo delle strutture sportive fatiscenti antiquate e inadeguate.
Parlo dei fondi e delle sovvenzioni che hanno contribuito a far si che sportivi agonisti compissero grandi imprese . Imprese non solo fatte di orgoglio e di medaglie ma di impegno quotidiano , fatica ben ripagata per avere nel comune persone che siano di esempio a chi perde tempo, a chi si droga e spacca, a chi danneggia le vetrine dei negozi a chi sporca Scorzè, a chi incendia gli uffici delle poste e distrugge le sale mensa e le scuole infischiandosene del bene comune, di tutti.
Chi ci fa da garante per la lotta a questi fenomeni dilaganti? Chi preverrà invece di curare? Chi darà una mano al maestro unico? Chi insegnerà ai genitori a fare davvero i genitori e non i tifosi par- time per quell'ora di partita? O gli invasati e menefreghisti parcheggiatori di bambini...
non lo sport tassato, tartassato e relegato in postriboli polverosi dove si poteva fare sport negli anni sessanta ma non nel duemila.
Sono affranto Clara dal fatto che idee buone non vedono mani e cuori per poter essere realizzate.
Con rinnovato affetto e stima
tuo Marco

mercoledì 24 settembre 2008

SEGUIAMO QUESTA NOTIZIA


NON SOLO FALSA MA INCOMPLETA E TENDENZIOSA! LE COSE NON SONO ANDATE PROPRIO COSI' MA PER RAGIONI IGNOBILMENTE PROPAGANDISTICHE SI RACCONTA CIO' CHE FA COMODO, SI FA MARKETING DELLA NOTIZIA E LA STAMPA CI STA!
NOALE L’annuncio della Regione
Sr 515, la variante va in appalto a dicembre
Il secondo lotto partirà nel 2009
Noale
(d.t.) Ora si vede la luce. Dopo tanto attendere, infatti, la Regione ha fornito finalmente una tempistica precisa per la conclusione del primo stralcio della variante Noale-Scorzè della Sr 515 . La scadenza data dall'amministratore delegato di Veneto Strade, Silvano Vernizzi, per la cessione dell'appalto per i lavori di realizzazione del secondo lotto dell'opera è la fine dell'anno.
È quanto emerso ieri nel corso di un incontro tenutosi a palazzo Ferro-Fini, che ha visto la presenza dei sindaci Quaresimin, Brunello e Zalunardo, del commissario prefettizio di Scorzè, oltre all'assessore regionale ai Trasporti Renato Chisso, al presidente della Commissione urbanistica e viabilità Tiziano Zigiotto, al consigliere regionale del Pd Igino Michieletto e all'assessore provinciale alla Viabilità Paolo Gatto.
Ora, dunque, anche la variante ha il suo cronoprogramma: entro la fine del 2008 si concederà l'appalto per poi partire immediatamente con l'avvio dei lavori. O almeno si spera. A ruota, si dovrebbe procedere con il secondo stralcio. Una bella accelerata a un'opera che, negli anni, sembrava essersi arenata tra beghe politiche e altri incresciosi problemi, come il ritrovamento di due discariche abusive non segnalate lungo il tracciato. Proprio queste due discariche, a detta di Vernizzi, sono state la causa principale dei ritardi.
«Siamo comunque in presenza di un'accelerazione - ha spiegato l'Ad di Veneto Strade - in quanto entro maggio 2009 contiamo di concludere il tratto fino a via Mestrina ed entro il dicembre, sempre 2009, verrà realizzato il sottopasso». E soprattutto, appalti entro la fine dell'anno per il tratto successivo che chiuderà il primo stralcio. «Queste affermazioni - afferma Michieletto - ci consentono di dire che l'audizione di oggi in commissione ha avuto un esito decisamente positivo. Resta lo scandalo dei tanti ritardi, per molti versi incomprensibili se si tiene conto che questa variante è già finanziata da tempo: non va dimenticato che stiamo parlando di un investimento da oltre 50 milioni di euro» ( ATTENZIONE AL FALSO!). È uscito soddisfatto dall'incontro anche uno dei principali sostenitori dell'opera, il sindaco Carlo Zalunardo che, nei mesi scorsi, aveva intrapreso un estenuante braccio di ferro con la Regione proprio a causa dell'insufficiente stato di avanzamento dei lavori. «Lasciamoci alle spalle le polemiche e lo scaricabarile sulle responsabilità per i ritardi, pensiamo ad andare avanti: ora mi pare che finalmente le cose abbiano preso la giusta piega. Per il secondo lotto, fino ad ora, non si era mai parlato di tempi. Ora ci auguriamo che vengano rispettati, perché Noale, ma non solo, tutto il territorio, ora più che mai ha bisogno di quest'opera». (IL GAZZETTINO DEL 24-09-08)
PERCHE' NON SONO PUBBLICATE LE PAROLE DELL'ASSESSORE REGIONALE CHISSO? EPPURE HA PARLATO: HA DETTO IL CONTRARIO DI QUANTO DICHIARATO DA VERNIZZI E HA SBUGIARDATO IL CONS. MICHIELETTO .
SEGUIAMO QUESTA BELLA NOTIZIA! NE SENTIREMO DELLE BALLE!

martedì 23 settembre 2008

HASTA LA POLTRONA SIEMPRE!

Un articoletto uscito sull'Espresso, spiega che, recentemente, il Parlamento ha votato all'UNANIMITA' e senza astenuti un aumento di stipendio per i deputati di circa euro 1.135,00 al mese!
Inoltre, la mozione è stata camuffata in modo tale da non risultare nei verbali ufficiali...
Sarà vero?
Intanto, per non dimenticare, ricordiamo quanto guadagnano...
STIPENDIO medio Euro 19.150,00 al mese;
STIPENDIO BASE circa Euro 9.980,00 al mese;
PORTABORSE circa Euro 4.030,00 al mese;
RIMBORSO SPESE AFFITTO circa Euro 2.900,00 al mese;
INDENNITA’ DI CARICA (da Euro 335,00 circa a Euro 6.455,00).
Inoltre:
TELEFONO CELLULARE gratis
TESSERA DEL CINEMA gratis
TESSERA TEATRO gratis
TESSERA AUTOBUS - METROPOLITANA gratis
FRANCOBOLLI gratis
VIAGGI AEREO NAZIONALI gratis
CIRCOLAZIONE AUTOSTRADE gratis
PISCINE E PALESTRE gratis
FERROVIE DELLO STATO gratis
AEREO DI STATO gratis
AMBASCIATE gratis
CLINICHE gratis
ASSICURAZIONE INFORTUNI gratis
ASSICURAZIONE MORTE gratis
AUTO BLU CON AUTISTA gratis
RISTORANTE gratis
Intascano uno stipendio e hanno diritto alla pensione dopo 35 mesi in parlamento.
Circa Euro 103.000,00 li incassano con il rimborso spese elettorali (in violazione alla legge sul finanziamento ai partiti), più i privilegi per quelli che sono stati Presidenti della Repubblica, del Senato o della Camera.
La classe politica ha causato al paese un danno di 1 MILIARDO e 255 MILIONI di EURO.
La sola camera dei deputati costa al cittadino Euro 2.215,00 al MINUTO!!!

GIUSEPPE PAPAZZONI
CARO BRUNETTA DEI MIEI STIVALI FATTI I C...ONTI TUOI!