domenica 13 marzo 2011

GIAPPONE: cade il mito di coloro che vogliono il nucleare di Bepi Papazzoni

GIAPPONE
cade il mito di coloro che vogliono il nucleare.
Quando si sono dovuti argomentare i motivi per cui si deve evitare l'installazione di centrali nucleari in un territorio sismico quale è l'Italia, se ne sono usciti sempre il nuclearisti portando come esempio il Giappone, territorio oltremodo sismico ma che comunque è sito di numerose centrali nucleari volute da coloro che hanno colà responsabilità di governo e di decisione.
Inutile sottolineare che in quel paese opera un movimento antinuclearista tra i più impegnati al mondo.
Sta di fatto che anche l'ultimo motivo che veniva ritenuto esempio favorevole a disposizione di coloro che vorrebbero il nucleare in Italia è caduto.
E' davanti agli occhi di tutti, oltre l'immane tragedia dovuta al sommovimento sismico, anche il tremendo pericolo che rappresentano le centrali nucleari.
Sono nella memoria di tutti i disastri nucleari sia negli Stati Uniti che in Europa e i continui incidenti che molte volte sono coperti da quell'omertà speculativa di coloro che introitano cospicui guadagni, ma mancava il continente asiatico e nella fattispecie la nazione simbolo della scelta nucleare.
Ed ora, quando oramai i dubbi sulla bontà della scelta nucleare stanno assillando quasi tutti gli stati che nel caso migliore evitano l'installazione di nuove centrali, ecco l'Italia che in controtendenza spinge per costruire centrali sul proprio territorio.
Il motivo è chiaro: visto che i costruttori di centrali non riescono ad istallarle in altri paesi ecco l'opportunità Italia, magari irrorando i centri decisionali con gli opportuni oli pecuniari.
Solo poco tempo fa abbiamo dovuto affrontare nel centro Italia un terremoto, che anche se nonostante non fosse della stessa intensità di quello giapponese ha causato vittime e disastri, si provi a pensare un medesimo sisma, magari nella vicinanza una centrale nucleare che avesse provocato l'emissione di radiazioni pari a quelle giapponesi: chi avrebbe, qui in Italia, potuto sentirsi al sicuro?
Però, malgrado tutto, si persevera su queste decisioni e poco importa se il Presidente della nostra regione dica che qui non c'è spazio per questi siti, ma vota a favore dell'opzione nucleare, tanto che sia a Porto Tolle o a Brescia o in Friuli (ancor peggio) con i venti che circolano sulla nostra penisola il pericolo è come averlo fuori dalla porta di casa.
Ma domandatevi perché alla presidenza dell'organo di controllo dell'energia nucleare hanno messo uno dei maggiori oncologi italiani, il messaggio è chiaro: “signori, c'è da mangiare per tutti”, per chi provoca le malattie dovute alle radiazioni e per chi le cura.
Di fronte a questo scenario apocalittico un ulteriore tassello: il governo con un decreto legge ha di fatto bloccato, sino ad un altro futuro decreto, gli incentivi per le fonti energetiche rinnovabili. Il messaggio è altrettanto chiaro: la gente non deve capire che l'energia è patrimonio di tutti e non di pochi.
Un fatto per la riflessione di tutti: se fosse coperto di pannelli fotovoltaici il 10% della superficie dei tetti delle case italiane si otterrebbe il totale del fabbisogno energetico dell'intera nazione.
Ma è così difficile capire che la salute è il bene primario di una nazione?
di Bepi Papazzoni

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