martedì 19 aprile 2011

ANDATE A VOTARE AL REFERENDUM DEL 12 E 13 GIUGNO




Da:
Michele Boato (micheleboato@tin.it)
Inviato:
martedì 19 aprile 2011 16.33.53
A: MURO LIBERO

GAIA news
notizie dall'ecoistituto del veneto
fine aprile 2011
1. Puoi leggere e scaricare un utilissimo fascicolo su Nucleare e alternative, "Votare Sì per fermare il nucleare"
cliccando qui sotto
http://www.ecoistituto-italia.org/cms/files/fascicolo%20Vota%20Si%20per%20fermare%20il%20nucleare.pdf
Ora ne stiamo stampando alcune migliaia di copie, come numero di maggio di Tera e Aqua.
Se vuoi riceverlo, RISPONDI A QUESTA MAIL, dandoci l'indirizzo a cui spedire; dobbiamo dirlo noi che c'è il Referendum il 12 e 13 giugno;
lor signori hanno tutto l'interesse che la gente non vada a votare...
Se ne vuoi più copie, per farle leggere agli amici, AGGIUNGI IL NUMERO DI COPIE NELLA MAIL CHE CI MANDI

2. Mercoledì 20 aprile alle ore 18 il Coro Fanis tiene un concerto gratuito (canzoni popolari e di montagna)
a Venezia, FuturCenter di Campo S.Salvador (Rialto) siete tutti/e invitate/i


3. Per leggere Tera e Aqua n.62 di aprile-maggio 2011 clicca su:http://www.ecoistituto-italia.org/cms/files/Tera%20e%20aqua%2062.pdf

troverai
"L'atomo non conviene" di Gianni Silvestrini,
"Non disertate i Referendum" lettera aperta di Adriano Celentano
"Opposizione integrale alla guerra" del Movimento Nonviolento
"L'arroganza umana davanti alla natura" di Dacia Maraini
"Il Veneto: luogo ideale per le centrali nucleari" intervento ironico di Corrado Poli
"Effetto Fukushima: contrari tre italiani su quattro al nucleare"
"Venezia- Referendum sulla sub-lagunare" (si firma anche in Ecoistituto)
Invito all'assemblea del 15 maggio a Bologna "Cittadini in Movimento verso una Rete civica ecologista"
due poesie sugli alberi di Lidia Are Caverni e Antonella Barina

4. Per ricevere la nostra rivista Gaia, il versamento deve essere di almeno 20 euro per un anno (4 numeri e un libro)
Trovi altre notizie, interventi e avvisi nel nostro sito http:///
Se vuoi vedere l'indice e la copertina del numero di primavera 2011 di GAIA clicca qui:
http://www.ecoistituto-italia.org/cms/?q=node/566

Nel sito http://www.ecoistituto-italia.org/ puoi trovare i Tera e Aqua precedenti, tutti gli indici di Gaia, e molti altri documenti, articoli, appuntamenti
buona lettura.



Michele Boato

mercoledì 13 aprile 2011

ENERGIA E SOCIETA' DOPO FUKUSHIMA


Martedì 19 aprile alle ore 18.00,

presso il Centro di Santa Maria delle Grazie

(via Poerio 32 a Mestre)

Sinistra Ecologia e Libertà promuove l'incontro: "Energia e Società dopo Fukushima" Ragioni e Paure delle scelte che dovremo fare con la partecipazione di Pio d'Emilia (corrispondente dal Giappone) e Oscar Mancini (Comitato Referendario Veneto Vota Si per fermare il nucleare). Un' occasione per ragionare di un argomento tanto fondamentale quanto urgente, oltre l'impatto emotivo e in vista di un referendum che dobbiamo rendere visibile.

sabato 9 aprile 2011

Fortress Europe: Tra due fuochi. Gli stranieri in Libia al tempo de...

Fortress Europe: Tra due fuochi. Gli stranieri in Libia al tempo de...: "Viaggio a Misratah, 2 aprile 2011 Nashat non ha fatto in tempo a fare le valigie quando è scappato. E dietro si è portato soltanto la foto ..."

Lampedusa

A TUTTI COLORO CHE PROCLAMANO UN " FORA DAE BAE " PIU' O MENO GENERICO, CONSIGLIO LA VISIONE DEL FILM ILLEGAL E RACCOMANDO DI SOFFERMARSI A RIFLETTERE SULLA SCENA DELL'ESPULSIONE, PRIMA DI PARLARE A VANVERA.


LETTERA DI VALERIO LANDRI, DIRETTORE DI CARITAS AGRIGENTO

08 - aprile - 2011

Carissimi,

sono appena rientrato da Lampedusa e solo adesso posso scrivervi per aggiornarvi sulla situazione sull’isola. Attualmente sono presenti a Lampedusa quasi 5.000 migranti, nonostante il ponte aereo e i due viaggi della San Marco. Gli arrivi sono continui e, ormai, ingestibili con il c.d. Modello Lampedusa. Poiché il Centro di Primo Soccorso e Accoglienza è pieno oltremisura (potrebbe contenere un massimo di 800 persone), chi arriva viene praticamente lasciato ad arrangiarsi come meglio può. La collina che sovrasta il Porto (come avrete visto dalle immagini in TV) è infatti diventata un accampamento informale con tende costruite con legni e teli racimolati in giro. Si dorme all’addiaccio, a volte senza coperte, tant’è che molti preferiscono trascorrere la notte attorno al fuoco e dormire solo durante il giorno, riscaldati dal sole. Per quanto riguarda l’aspetto dell’alimentazione, il sistema di accoglienza attuale non riesce a soddisfare le esigenze dei migranti. La cucina a disposizione del centro è omologata per la preparazione di max 800 pasti e, invece, dovrebbe riuscire a prepararne 5.000. La macchina che sigilla i piatti riesce a sigillarne 200 all’ora: ciò fa sì che alcuni si trovino a pranzare alle 19. Il piatto è sempre lo stesso: un panino vuoto e maccheroni al sugo. Comprendete bene come l’organismo di una persona possa, alla lunga, risentirne: non credo dunque che si tratti di “andare incontro ai gusti e ai capricci dei tunisini” (come qualcuno sostiene), ma di un vero e proprio problema di sostenibilità alimentare. Alcune famiglie dell’isola invitano i migranti a mangiare in casa loro; è accaduto anche che alcuni lampedusani abbiano portato i migranti in pizzeria. Questi sono i Lampedusani! Rendendosi conto di tutto ciò, numerosi pescatori, al rientro dalla pesca, regalano grandi quantità di pesce ai migranti, che provvedono a cucinarlo nei loro fuochi. Caritas Diocesana, insieme a tantissimi lampedusani, offre ogni giorno panini imbottiti a quanti non sono riusciti ad accaparrarsi un pasto. Questi sono i Lampedusani! L’impegno di Caritas in riferimento a quanti dormono in accampamenti informali consiste in ronde della solidarietà: portando tè, latte caldo e barrette di cioccolata ogni notte si visitano centinaia di migranti che si scaldano al fuoco. È per noi l’occasione per farci prossimi, ascoltare le loro storie, spiegare loro quanto sta accadendo, orientarli ai pochi servizi esistenti sull’isola, invitarli a farsi una doccia in parrocchia, verificare il loro stato di salute e, se occorre, accompagnarli al presidio medico dell’isola. La consapevolezza dei migranti in merito alla loro situazione è assai scarsa: appena ieri un giovane tunisino mi ha chiesto timidamente e in un francese stentato di chiamare un suo parente a Modena, per chiedergli di venirlo a prendere! Non è mancato chi, appena sbarcato, ha chiesto dove si trovasse la stazione dei treni! Le condizioni igieniche sono pessime, ben al di sotto della dignità umana. I servizi igienici sono praticamente inesistenti, se si considera il numero dei fruitori. L’immondizia è dovunque. Se sollecitati, i Tunisini si prestano volentieri a servizi di ripulitura dell’isola: per tale ragione, Caritas sta inviando volontari che, con la collaborazione dei migranti, tengano pulite le aree degli accampamenti informali.In parrocchia si è attivato il servizio doccia: si comprende bene, tuttavia, che una doccia può soddisfare solo poche decine di migranti al giorno. Già da oggi sarà operativa anche l’acqua calda della doccia della Casa della Fraternità, di proprietà della parrocchia e attualmente utilizzata per l’accoglienza di oltre 60 minori e delle donne migranti (alcune delle quali in gravidanza). Benché siano poca cosa, sono comunque una risposta in un contesto in cui altrimenti sarebbe impossibile a chi vive fuori dal Centro di Accoglienza farsi una doccia. Impossibile pensare a container di servizi igienici, perché nelle aree di competenza della parrocchia manca un sistema fognario. La maggiore attività della parrocchia è rappresentata dal servizio guardaroba: in un mese sono stati distribuiti migliaia di capi di abbigliamento e coperte. La comunità lampedusana ha dato fondo a tutte le riserve dei propri armadi: ho assistito a scene di volontari lampedusani che hanno materialmente ceduto ad un migrante i calzini o i giacconi che indossavano. Questi sono i Lampedusani! Dopo un appello diffuso a tutte le parrocchie della Diocesi di Agrigento, la generosità della gente non si è fatta attendere: da Agrigento è arrivato un primo carico di abbigliamento, distribuito in un paio di giorni. Domenica mattina arriverà un TIR pieno di vestiti, biancheria intima, coperte e scatolame. Caritas ha acquistato sull’isola grandi quantità di cibo e biancheria intima. Altre offerte e manifestazioni di vicinanza sono arrivate dalle altre città siciliane (e non solo). Se solo aveste come noi la grazia di guardarli negli occhi! Se solo poteste parlare con loro! Ringraziamo ogni giorno il Signore per la grazia che ci sta dando: riconoscere la sua presenza in una situazione che, altrimenti, sarebbe insostenibile. Lampedusa ha oggi in sé i due opposti che misteriosamente si attraggono: la totale negazione della dignità umana, che ferisce il cuore e lacera l’anima e, allo stesso tempo, una immensa solidarietà umana che solo la fede può suscitare e sostenere. Vorrei dirvi tanto altro, ma il tempo è poco. Vi chiedo di sostenerci con la preghiera. EMERGENZA NORD AFRICA La situazione Mentre le navi civili hanno iniziato ad imbarcare gli extracomunitari presenti sull’isola per trasferirli verso altri centri in tutta la penisola, in particolare nelle tendopoli allestite a Manduria e in altre che si stanno allestendo, continuano gli sbarchi a Lampedusa, ma anche in altre località siciliane, come Pozzallo e Marina di Modica. Sono cominciati anche gli arrivi dalla Libia. Molto dipenderà dalla costanza del piano di trasferimento e dell’entità dei nuovi arrivi. Quando gli accordi per i rimpatri con il governo tunisino produrranno effetti, questi saranno limitati agli stessi tunisini. Per gli arrivi dalla Libia, trattandosi di richiedenti asilo, bisognerà verificare tempi e modalità di trasferimento presso i Centri di Accoglienza per i Richiedenti Asilo. L’Azione della Caritas in Italia Caritas Italiana continua a monitorare l’evolversi della situazione a Lampedusa e le operazioni di accoglienza e trasferimento dei migranti. In particolare continua a sostenere la Caritas di Agrigento che: · ha attivato un presidio fisso a Lampedusa volto alla promozione di servizi di orientamento e attività di interpretariato per i cittadini stranieri giunti via mare; · distribuisce vestiario e beni di conforto, ha allestito delle docce destinate soprattutto a chi è costretto a vivere all’aperto; · in accordo con la Prefettura assicura servizi nella ex base Loran, dove ci sono circa 400 persone: famiglie con minori al di sotto di 14 anni, donne e richiedenti asilo; · svolge servizio di accompagnamento e assistenza alla Casa della Fraternità, dove sono ospitati circa 100 minori stranieri non accompagnati tra i 14 e i 18 anni; · prosegue l’attività di monitoraggio nella zona degli sbarchi, in collegamento con gli altri organismi presenti sull’isola. Il Vescovo di Oria, mons. Vincenzo Pisanello, insieme al vicario generale, al direttore della Caritas diocesana e al delegato delle Caritas della Puglia ha visitato la tendopoli installata tra le campagne di Manduria e Oria. La situazione resta difficile perché la tendopoli è stata allestita in una spianata senza vegetazione e le temperature iniziano ad aumentare. Accoglie al momento tutti uomini tunisini. Molti tentano la fuga. I pasti finora sono arrivati dall’esterno, ma si sta allestendo una cucina da campo. L’Azione della Caritas nei Paesi del Nord Africa La presenza Caritas nella crisi del Nord Africa continua sui vari fronti: · al confine tunisino l’afflusso di persone è al momento diminuito ed è di circa 2.000/3.500 rifugiati al giorno: vi è una discreta assistenza, anche se resta difficile il trasferimento di alcune migliaia di bengalesi, 300 fra eritrei e somali e altri ancora. Lo staff Caritas offre un servizio di informazione e aiuto per le pratiche legali per il rimpatrio, cura dei casi più vulnerabili (bambini e ammalati), offre sostegno per la risoluzione dei conflitti che nascono fra i rifugiati stessi; · la Caritas Tunisia sta cercando di potenziare la distribuzione di viveri, medicine e prodotti igienici che finora ha riguardato circa 3.000 persone, sia tunisini rientrati in patria, che immigrati di altre nazionalità; · al confine egiziano la Caritas, in coordinamento con le autorità, è coinvolta nella distribuzione di viveri e di acqua per 2.000/2.500 persone al giorno; · al confine con il Niger la Caritas assicura un servizio di prima assistenza (problemi legali per i richiedenti asilo, viveri, accompagnamento ai villaggi di origine) a circa 4.500 persone; · la preoccupazione maggiore è nella Libia stessa. A Tripoli ora è diminuito l’afflusso degli emigrati che richiedevano aiuto, proprio perché molti sono fuggiti. Continua il lavoro della Chiesa locale in favore soprattutto dei migranti grazie soprattutto alle religiose rimaste nel Paese. Purtroppo i viveri cominciano a scarseggiare, come pure la benzina. Si vive, e si aiuta, misurando le scorte. Di notte non si dorme a causa dei bombardamenti. Anche a Bengasi prosegue il lavoro delle suore e degli operatori pastorali, ma restano difficili i contatti e le comunicazioni. ABRUZZO: A DUE ANNI DAL TERREMOTO La caritas resta accanto alla popolazione Sono passati due anni da quel 6 aprile 2009 in cui un violento terremoto ha devastato L'Aquila e altre zone dell'Abruzzo. Caritas Italiana si è prontamente attivata per dare sostegno e solidarietà alle popolazioni colpite dal sisma. Monsignor Vittorio Nozza, direttore di Caritas Italiana, in questi giorni ricorda che “quando la terra trema, servono autoambulanze e gru, ma anche volontari come i nostri, in grado di accogliere, relazionarsi, ascoltare, aiutare la popolazione terremotata mentre altre braccia si occupano delle esigenze materiali”. Questo il suo bilancio dei due anni: “in una prima fase abbiamo collaborato all’emergenza mettendo a disposizione la competenza e l’energia di circa 3.000 volontari provenienti da tutte le regioni d’Italia, quindi ci siamo concentrati sulle opere per dare concretezza alla generosità dei donatori”. Nella fase dell’emergenza infatti è stato avviato un Centro di Coordinamento nazionale per tutti gli aiuti della rete Caritas, agendo in costante collegamento con la Delegazione regionale delle Caritas di Abruzzo e Molise, la Caritas diocesana e l’intera Chiesa aquilana. Il Centro di coordinamento Caritas ha suddiviso il territorio colpito dal sisma in 9 zone omogenee, oltre a prestare attenzione anche agli sfollati lungo la costa. Ogni zona è stata “affidata” alle 16 Delegazioni regionali delle Caritas diocesane, secondo lo schema dei “gemellaggi”, strumento collaudato con successo sin dal dopo-terremoto del Friuli, nel 1976. La seconda fase, che coincide con il periodo del commissariamento seguito alla partenza di Bertolaso, è quella delle polemiche sulla Casa dello Studente e dei ritardi della ricostruzione, problemi con cui ha dovuto fare i conti anche la Caritas: “per alcuni mesi abbiamo parlato linguaggi diversi, prosegue Nozza: noi eravamo preoccupati di realizzare strutture che diventassero – e diventeranno – dei punti di riferimento stabili per la popolazione, mentre le istituzioni locali si muovevano ancora nella logica della provvisorietà”. Risultato: alcune strutture realizzate su terreni delle parrocchie e dei comuni terremotati rientrano nella categoria degli edifici provvisori costruiti in deroga alla normativa edilizia e rischiano di essere considerate abusive. “In molti casi abbiamo deciso di non avvalerci del decreto detto dei 36 mesi – spiega Nozza – perché noi realizziamo strutture destinate a durare, ma non è stato facile lavorare”. Grazie alla solidarietà espressa da quasi 23.500 donatori italiani ed esteri (singoli, parrocchie, associazioni, diocesi, scuole…) e al contributo della Conferenza Episcopale Italiana, Caritas Italiana ha raccolto complessivamente 35.143.685 euro, così impiegati: 18.343.970 euro sono stati spesi per le attività già realizzate (emergenza, progetti sociali, ricostruzione…), di cui 14.053.311 euro per gli interventi di ricostruzione; 3.213.800 euro sono impegnati per le opere attualmente in corso di realizzazione; circa 10.500.000 euro sono previsti per le opere ed i progetti in fase di verifica. La filosofia dell’intervento Caritas è nota e collaudata: i fondi non sono utilizzati per restaurare chiese ma strutture destinate alla vita della comunità e quindi aperte a tutti, anche quando si tratta di immobili di proprietà della Chiesa o gestiti da ecclesiastici. In genere, si tratta di strutture che corrispondono agli scopi caritativi, che permettono cioè di proiettare nel tempo le attività di prossimità e sostegno alla popolazione che hanno impegnato l’organizzazione nella fase dell’emergenza. Si è potuto così rispondere ai bisogni primari della popolazione, attraverso: interventi di prima emergenza; azioni di prossimità e sostegno diretto (in particolare ad anziani, persone sole, ammalati…); realizzazione di Centri di comunità (7 realizzati, 2 in corso, 10 in fase di avvio); scuole per l’infanzia e primarie (3 scuole realizzate, una in fase di avvio); strutture di edilizia sociale ed abitativa per anziani, donne sole con figli… (una realizzata ed una in via di realizzazione); servizi sociali e caritativi: centri di ascolto e accoglienza, servizi per minori, servizi per indigenti… (7 realizzati, 3 in fase di avvio); consolidamento e ripristino funzionale di locali parrocchiali per attività sociali e comunitarie; progetti di animazione e aggregazione rivolti in particolare ai bambini, preadolescenti e giovani; progetti sociali a favore delle persone in situazione di grave emarginazione, immigrati, borse lavoro per giovani, sostegno al reddito, microcredito…; iniziative di scambio e accompagnamento tra comunità cristiane e Chiese sorelle. In questa fase si sta rafforzando il sostegno alla Caritas diocesana de L’Aquila perché possa elaborare strategie di lungo periodo quanto più possibili stabili e ordinarie, procedendo in modo sempre più autonomo nei quattro ambiti principali dell’intervento di ricostruzione: ascolto, accoglienza, sostegno economico al reddito, animazione.

martedì 5 aprile 2011

INSH'ALLAH di Clara Caverzan all'interno di MIELE E LATTE SOTTO LA TUA LINGUA sensuali latenze dell'eros multietnico

20 Aprile: Miele e latte sotto la tua lingua …la nostra nuova antologia che tenterà di indagare il mistero che si cela nell’eros multietnico. Secondo le statistiche del 2010, in Italia un matrimonio ogni sette coinvolge un partner straniero. C’è qualcosa che rende emotivamente più ricca la coppia mista? Dove si cela la magia dell’eros multietnico? E' questa magia la protagonista dei racconti di Miele e latte sotto la tua lingua: in queste pagine autori italiani e migranti ci raccontano la poetica dell’altrove, l’eros tenero o violento, fugace o coniugale, di un Paese sempre più misto, meticcio, multietnico.