mercoledì 31 agosto 2011

ECCO A CHE PUNTO SIAMO ... GENTE PRONTA A FARE, CHE VUOLE FARE E GENTE CHE STA A CASA A GIOCARE COI BAMBOLOTTI DAVANTI ALLA TV




Michele BoldrinMa scendete in piazza, porca troia! In silenzio a chiedere che questa banda d'ignoranti delinquenti se ne vada. E che se ne vada anche l'altra banda d'ignoranti delinquenti, quella che chiamano "opposizione" ...





Michele BoldrinMa scendete in piazza, porca troia! In silenzio a chiedere che questa banda d'ignoranti delinquenti se ne vada. E che se ne vada anche l'altra banda d'ignoranti delinquenti, quella che chiamano "opposizione" ...
circa un'ora fa ·Non mi piace piùMi piace ·

A te e altri 19 piace questo elemento.


Marina Morpurgo Ma poi chi resta?
circa un'ora fa · Mi piaceNon mi piace più


Monika Gaschnitz-Rossetti è quello che aspetto. Ma come back up per le poltrone vuote chi proponi?
circa un'ora fa · Mi piaceNon mi piace più


Michele Boldrin Non ti preoccupare, Marina, che qualcuno si trova dopo aver fatto pulizia. Ce n'e' di gente meno stupida di Brunetta, Bossi, Tremonti, Bersani e Veltroni!
circa un'ora fa · Non mi piace piùMi piace · 2 personeCaricamento in corso...


Michele Boldrin Intanto vuotiamole, Monika Gaschnitz-Rossetti ... poi si vedra' ... Il carro davanti ai buoi intralcia i buoi.
circa un'ora fa · Mi piaceNon mi piace più · 1 personaCaricamento in corso...


Loris Groppo Davvero, c'è bisogno di una mobilitazione generale al di fuori di etichette, partiti, organizzazioni. Rifiutando con violenza le strumentalizzazioni. Ma come fare, cazzo?
circa un'ora fa · Mi piaceNon mi piace più


Michele Boldrin Ma, non so. Mi prudono le dita (quelle che sulla tastiera comprano i biglietti degli aerei ... ma mia moglie mi castra ...). Non so, ma da qualche parte qualcuno deve pur muovere la gente, andare in piazza e dire basta, via tutti, ricominciamo da tre!
circa un'ora fa · Mi piaceNon mi piace più



Marina Morpurgo Eh eh :-)
59 minuti fa · Mi piaceNon mi piace più


Francesco Silvestri il problema è che rimarrebbe così l'ultima banda d'ignoranti delinquenti che è il popolo..
57 minuti fa · Mi piaceNon mi piace più · 1 personaCaricamento in corso...


Loris Groppo Le rivoluzioni le hanno sempre fatte gli intellettuali... sono loro che devono accendere la miccia. Ma dal tipico intellettuale italico, umanista, fanfarone, capace solo di filosofeggiare non verrà mai niente. E' lì il casino.
56 minuti fa · Mi piaceNon mi piace più · 1 personaCaricamento in corso...


Massimiliano GambardellaMichele Boldrin, so che hai le tue "remore" verso Grillo & C., ma quello che stanno cercando di fare i MeetUp ed il Movimento 5 Stelle (ti parlo degli aderenti e candidati), è proprio quello che auspichi tu... Perché non provare da li, colmando quel "gap" dovuto al fatto che il leader naturale (ovvero Grillo) è un comico e seppur in buona fede qualche bella cavolata la dice pure lui, immettendo "intellettuali" veri e facendogli fare il salto di qualità?
53 minuti fa · Mi piaceNon mi piace più


Loris Groppo Su Repubblica, ad esempio, da giorni imperversa un dibattito sul classico tema: "non esistono i fatti ma solo le interpretazioni". E' questo il contributo che questi cazzoni stanno dando al paese?
53 minuti fa · Mi piaceNon mi piace più · 2 personeCaricamento in corso...


Fausto Panunzi Se Grillo viene considerato un'alternativa non resta che emigrare.
50 minuti fa · Mi piaceNon mi piace più · 3 personeCaricamento in corso...


Michele Boldrin Fausto, quello e' il sintomo del problema pero'. Se non vi mettete VOI, si mette Grillo. E la gente fa confusione. Diglielo a Tito: non ti fanno ministro del governo PD! Per due ragioni: non ci sara' governo PD e, comunque, c'e' qualche testa di cazzo in attesa.
48 minuti fa · Mi piaceNon mi piace più ·
1 personaCaricamento in corso...


Massimiliano Gambardella Mi sa che è tempo che tu faccia le valigie Fausto... perché che piaccia o no è l'unica alternativa al duopolio PD/PDL che è emersa fin'ora...
47 minuti fa · Mi piaceNon mi piace più


Fausto Panunzi Ma non vi rendete conto del vuoto mentale di Grillo?
45 minuti fa · Mi piaceNon mi piace più


Michele Boldrin Fausto: ma non vi rendete conto del vuoto mentale di Fassina, Bersani, Veltroni, D'Alema, Comecazzosichiamalacretinadiudine, eccetera?
44 minuti fa · Mi piaceNon mi piace più


Fausto Panunzi Certo che me ne rendo conto. Ma Grillo non è certo meglio
43 minuti fa · Mi piaceNon mi piace più


Michele Boldrin Good. Stabilito che fra Bersani e Grillo non v'e' differenza, andiamo avanti.
43 minuti fa · Mi piaceNon mi piace più


Fausto Panunzi e dove? All'estero
42 minuti fa · Mi piaceNon mi piace più


Giovanna Darko ‎..agree. Unica domanda: quando? Nel senso: ho lavoro precario, se perdo troppi giorni di lavoro per manifestare, "ciao-ciao" lavoro. per cui e' necessario concentrare le energie...
42 minuti fa · Mi piaceNon mi piace più


Michele Boldrin Il mio invito ai colleghi de La Voce e' serio. Da qualche parte il segnale che hanno passato il limite deve arrivare. Siete il gruppo piu' organizzato e siete in Italia. Datelo il segnale, capperi! Vi veniamo dietro, parola.
41 minuti fa · Mi piaceNon mi piace più


Fausto Panunzi Io sono marginale nella Voce. Mi occupo di sport.
40 minuti fa · Mi piaceNon mi piace più


Massimiliano Gambardella No Michele Boldrin, la differenza c'è... può essere che da un punto di vista "intellettuale" Grillo come Bersani non siano delle cime... ma tra i due uno cerca di "cambiare" ed ha dato la possibilità a "new entry" di entrare in politica.... l'altro continua a mantenere in piedi l'apparato attuale. Uno non si è preso il "rimborso spese" per le elezioni... l'altro continua a mangiare soldi tra rimborsi spese, giornali finanziati e pensioni d'oro... Insomma... se VOI vi uniste (non a Grillo, ma al Movimento) forse il gap si colmerebbe.... sennò invece di criticare, beh fatela questa alternativa! ;)
37 minuti fa · Mi piaceNon mi piace più


Teo Italia Se il problema italico fosse la classe dirigente, non sarebbe un gran problema.Basterebbe cambiare la classe dirigente..
25 minuti fa · Mi piaceNon mi piace più


Elle Zeta Ma chi Grillo? Ma per favore!
23 minuti fa · Mi piaceNon mi piace più


Mattia Poletti Sì ma se quello che da la possibilità a nuove persone di entrare a far politica non è una cima, sceglierà persone che non sono delle cime e siamo da capo. Che poi siano più morali di quelli attuali ci posso stare, però..
22 minuti fa · Mi piaceNon mi piace più


Massimiliano Gambardella No Elle Zeta no "Grillo" in quanto tale (ma qualcuno si prende la briga di leggere quello che ho scritto... o appena si nomina Grillo la gente perde il senno???)... il mio suggerimento era quello di "usare" ciò che ha costruito Grillo e vi invitavo ad entrarci ed a colmare il GAP, pur mantenendo quello che oramai era stato fatto (visibilità, membri aderenti, gruppi sul territorio, progetti, etc etc)... e visto che i candidati sono scelti ad elezione interna... se all'interno del Movimento ci sono gli "intellettuali", allora forse verrà scelto qualche "intellettuale"... sennò poi non lamentatevi... il Movimento fa quel che può con la gente che ha... non è che può costruirseli da soli gli "intellettuali"!
18 minuti fa · Mi piaceNon mi piace più


Luca Gori Il problema, in Italia, oltre al vuoto intellettuale del candidato mediano alle variegate elezioni politiche, è il vuoto intellettuale dell'elettore mediano. Il risultato è evidente.
17 minuti fa · Mi piaceNon mi piace più · 1 personaCaricamento in corso...


Massimiliano Gambardella Mattia, appunto... torno a ripetere, se VOI vi unite, forse si fa gioco di squadra... Grillo ha "aperto la porta" e VOI evitate che passino delle "capre"...
16 minuti fa · Mi piaceNon mi piace più


Teo Italia ‎@Luca GoriAssolutamente d` accordo con te.Questo e` il nocciolo del problema, secondo me.Non la classe politica
11 minuti fa · Mi piaceNon mi piace più


Mattia Poletti Dici? Leggendo alcuni articoli e i numerosissimi commenti sul suo blog, non credo :)
10 minuti fa · Mi piaceNon mi piace più


Umberto Marin io non vedo gli italiani tanto migliori di questi qui a dire il vero.certo,ressitenze,ma anche luca di condelo,gli immobili dei sindacati,le mille corporation(e da cui discende fiumi e rivoli di larovi,lavoretti,prebende anche per i miti e i puri di spirito)e quelli che n on contano un cazzo.
Alziamo anche noi le nostre suole delle scarpe in faccia a quei buffoni ignoranti!
pubblicata da Clara Caverzan il giorno mercoledì 31 agosto 2011 alle ore 10.10
Gli/ le intoccabili, loro e i calciatori: "La signora Beltrametti in Tremonti – nata il 18 giugno 1947, cioè due mesi esatti prima del futuro marito – andò in pensione nel settembre del 1986, a 39 anni compiuti da poco. All’epoca dell’inchiesta del Mondo, 14 anni fa, percepiva circa mille euro al mese di pensione. Poi l’importo sarà stato rivalutato negli anni. La cosa sicura è che la consorte del ministro dell’Economia ha versato contributi per 181 mesi e al momento ha già riscosso 300 ratei di pensione, 119 mesi più di quanto versato."
Questo e tanto, tanto altro, troppo!
Allora, come dice M. Boldrin, - Ma scendiamo in piazza porca troia!!!
Siamo inebetiti di fronte a rai news, incollati ai quotidiani, c'incazziamo e continuiamo il nostro tram tram ...
Se servisse, come disse qualcuno, "affittiamo" giovani egiziani per fare una rivoluzione, ma,
ALZIAMO ANCHE NOI LE NOSTRE SUOLE DELLE SCARPE IN FACCIA A QUEI BUFFONI IGNORANTI!
p.s.: Avviso alle colleghe: non aderirò a nessuno sciopero ma solo a spontanee manifestazioni ad oltranza .



giovedì 18 agosto 2011

LE TRE CAMPANELLE DI GIUSEPPE PAPAZZONI



Che disdetta: dopo cinquant’anni ho scoperto di non essere italiano!

E’ vero, devo ammetterlo, non seguo costantemente la cronaca politica nazionale, da tempo mi sono stufato delle ripetute “fregnacce” ed i continui voltafaccia che il ceto politico ci propina, esemplare è la conferenza stampa del nostro premier, condita da madornali errori, a favore del nucleare e la successiva calata di scudi di fronte al disastro giapponese ed al risultato del referendum.
Però sono rimasto di “sasso” quando lo stesso premier, indaffarato dal superlavoro, affermava col piglio di colui che sa quello che dice ed è pronto a difenderlo oltremodo, di non aver mai messo mani nelle tasche degli italiani!
Di fronte a tale affermazione che non temeva smentita, mi sono sentito sprofondare nella più sentita costernazione: evidentemente se è così sicuro di quel che dice, non mi rimane che un’unica ipotesi percorribile, ovvero, “non sono italiano”!
Ho la sensazione d’essere di fronte al tavolino del truffatore delle tre campanelle che nascondono la pallina che tu sprovveduto imbecille dovresti indovinarne il sito.
Le tre campanelle sono Stato, Regioni e Comuni ed all’incontrario di quello che succede nella truffa, sotto ogni campanella, trovi il balzello da pagare: Irpef, Addizionale Regionale ed Addizionale Comunale.
Lo Stato non aumenta le tasse, ma lo fanno Regioni e Comuni che con i diminuiti trasferimenti non riescono a far fronte alle spese.
Alla fine non è chi fa cosa, ma quanto alla fine incide nel tuo reddito la continua sottrazione fiscale.
E non dimentichiamoci i continui aumenti di costo dei servizi sociali: Asili, Scuole Materne, Università (quasi 2.500 euro annui di tassa di frequenza) buoni pasto scolastici, trasporti scolastici, trasporti pubblici, sanità, assistenza…..
Un continuo esborso per sopravvivere …… vivere è un’altra cosa!
Evidentemente tutto questo non è mettere le mani nelle tasche degli italiani, sempre considerando opportuna la definizione di “italiano”.
Se “italiano” è colui che si dichiara nullatenente e possiede redditi da far paura, oppure, proprietario di natanti da mille ed una notte intestate a società di comodo rigorosamente registrate in “stati canaglia”, oppure, trasportatore ondivago di capitali da e per l’Italia (in base agli scudi) a seconda della presenza di leggi che minimizzano l’esborso fiscale, o proprietario di innumerevoli immobili intestati alle solite società di comodo o di provenienza clericale, se questo è “l’italiano” a cui non si è messe le mani in tasca, ebbene io non sono italiano.
Faccio parte di quel limbo di individui che si alza alla mattina alle cinque e trenta e rientra a sera, assediato da bollette, tasse e canoni, quel limbo di persone che “anticipatamente” paga le tasse e che qualche imbecille si permette di affibbiare il termine “fannulloni”!
Quel limbo di persone alle quali, con pervicacia e ciclicamente si succhia il sangue per coprire i deficit che altri provocano.
Quel deficit provocato da speculatori di borsa, i talebani dell’economia che decidono i destini di milioni di persone, gli accentratori di capitali, sovvertitori di democrazie e creatori di regimi.
Quel deficit provocato da personaggi che mai pagheranno il fio delle loro colpe, perché purtroppo è verissimo uno slogan coniato nel ’68 (numero che li terrorizza) che questo sistema è un sistema che “privatizza i profitti e pubblicizza le perdite”.
Ci chiedono ancora sacrifici, ma per chiedere sacrifici bisogna in maniera imprescindibile dare il “buon esempio” e non parlo della buffonata delle spese della “casta”, ma del “buon esempio” dei rappresentanti del capitalismo protetto dallo Stato. Non chiedo il suicidio in diretta come successo in Giappone, ma una buona cosparsata di cenere ed un “mea culpa” che ristabilisca l’equilibrio delle classi, quello sì è indispensabile!
Qualcuno dice che abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità, ecco, comincino a dare il buon esempio.
Per ultimo un piccolo pensiero ad i costi della democrazia, non agli sprechi: diminuire il numero dei rappresentanti dei cittadini è un bel gioco, ma attenti ….. a forza di dimezzare e diminuire i rappresentanti ne potrebbe rimanere solo uno …. ed allora …. vent’anni di disastri non sono bastati?

venerdì 5 agosto 2011

CUORE, NELLE SCELTE POLITICHE CI VUOLE ANCHE CUORE DA GIUSEPPE PAPAZZONI



Il risultato del referendum del 12 e 13 giugno ci ha fatto gioire!
Finalmente un sussulto di dignità da parte di un paese, che ha dimenticatonel marasma della polemica fine a sé stessa, il sentimento dell’indignazione.
Ma non è questo il tema che vorrei sottoporre all’attenzione del lettore, anche se della necessità del ritorno a quei valori sociali e culturali che ci hanno fatto crescere come popolo e come nazione sarebbe bene qualche volta discuterne, ma è la domanda che preoccupa coloro che sono abituati a guardare oltre, sperando di non intravvedere il baratro: ed ora che si fa?
Il popolo italiano sovrano ha ribadito il suo no all’opzione nucleare (per la seconda volta), anche se si è tentato in tutte le maniere di far si che non si esprimesse facendo mancare il quorum referendario e lasciare libero spazio alle solite iniziative di quei pochi, che a cuore non hanno il “bene comune” ma solo il proprio e lo ha ribadito in maniera chiara e precisa con una percentuale inequivocabile, ora però chi guarda oltre (essendo abituato a disertare i festeggiamenti) si chiede e chiede: quale sarà il il tipo di futuro dell’energia in Italia?
A questo quesito si può rispondere in molti modi:

· facendo spallucce adottando il metodo della cicala;
· lasciando tutto così come sta, tanto tra cinque anni, magari di fronte ad una crisi energetica (idea non peregrina) ed occupazionale, riproporre un altro referendum dal quale estrarre di nuovo soluzioni accantonate, ma mai abiurate;
· cominciare a discutere seriamente ad un nuovo modello di sviluppo ed ad un nuovo concetto di risposta alla necessità energetica del nostro paese.

Le scelte governative di questi ultimi periodi hanno fatto aumentare i livelli di pessimismo relativi ad un approccio bio sostenibile del problema, ciò non toglie che è nostro dovere discuterne e proporre soluzioni.
E’ estremamente necessario che il nostro paese, malgrado vi sia una crisi economica epocale in corso, investa e molto sulla ricerca (cosa che sinora non ha fatto), una ricerca che veda coinvolte tutte le forze economiche, lavorative e culturali del paese, una ricerca che produca risultati, non assistenza.
Questa ricerca dovrà operare, innanzitutto, su più piani:
· individuazione di nuove forme di energia rinnovabile ottimizzazione di quelle esistenti,
· ottimizzazione del risparmio energetico,
· soluzioni tecnologiche atte all’abbattimento delle emissioni inquinanti dovute ai combustibili, solidi, liquidi e gassosi in uso e che per anni rappresenteranno la fetta preponderante della torta energetica.
Solo ad enunciarne i propositi spaventa la mole di lavoro da investire in questo percorso.
Insomma a buttarla nel paradosso dovremmo investire per poter produrre meno ed in maniera diversa. E se chi legge, ha capacità di analisi dovrà ben rendersi conto che è nel risparmio globale che si potranno trovare le soluzioni per questa ed altre crisi economiche ed occupazionali che ciclicamente aggrediscono il nostro vivere.
La “DECRESCITA PER LA QUALITA’” potrebbe essere una parola d’ordine atta alla salvaguardia del pianeta. Puntare sulla qualità, non sulla quantità: qualità della vita, del lavoro, dei prodotti, del consumo …..!
Abbattiamo foreste per mobili che non verranno mai usati, usiamo carta per libri che non verranno mai letti e lascio al lettore quanti altri esempi per capire che il nostro vivere è un “passaggio” transitorio sulla strada della discarica.
Le statistiche danno dati impressionanti sulla quantità di prodotti che ancor nuovi o poco usati prendono la strada della discarica, questa è un’anomalia paradossale di un mondo che genera in maniera esponenziale la propria fine.
Ritengo sia ora che una nuova teoria economica soppianti quella consumistica del secolo passato, che sia ora che i benefici della vendita del prodotto vada a chi lo lavora e non ai vari passaggi di intermediazione e di quotazione dei titoli che lo rappresentano.
Auspico che tra i giovani vi sia la forza di distruggere il potere della Borsa e di creare una nuova economia più giusta, più solidale e soprattutto più compatibile con le limitate risorse del nostro pianeta.
Chi pensa si sia divagato dal tema d’apertura evidentemente non ha capito che il problemi enunciati sono vicendevolmente dipendenti: energia, sistema economico, sistema produttivo, sistema di vita, calmieramento dei bisogni sollecitati in modo esponenziale, abbattimento degli sprechi ora considerati economicamente rilevanti per la salvaguardia del titolo rappresentativo.
Devo ammettere che anche il WEB è stato importante per la vittoria ai referendum, bene, ma è bene ricordarsi che anch’esso è un mezzo e che va sfruttato, ma rimane solo un mezzo; le idee, la forza di proporle, quella di sostenerle ed infine quella di attualizzarle sono patrimonio delle nostre menti e dei nostri cuori, che per sopravvivere hanno estremo bisogno di condividere fisicamente emozioni e sensazioni e non affidarle alla freddezza di una tastiera o di uno schermo.



BY GIUSEPPE PAPAZZONI



giovedì 4 agosto 2011

SONIA SERRAVALLI E IL SEGRETO DELLA FELICITA': LA SEMPLICITA'

Amy Winehouse ubriaca in concerto


C’è un’ape che se posa su un bottone de rosa:



lo succhia e se ne va…



tutto sommato,



la felicità è una piccola cosa.



(Trilussa)


Se ci fermassimo ogni tanto ... invece di stare, anche in vacanza ...




SEMPRE DENTRO LA RUOTA
pubblicata da Sonia Serravalli il giorno giovedì 4 agosto 2011 alle ore 0.39
Nella società in cui vivo la gente si ammazza di lavoro trascurando per questo i rapporti personali più importanti, le persone più care, le cose che non ritornano. Rispondiamo male alle persone a cui vogliamo più bene perché abbiamo un treno da prendere, il cartellino da timbrare, le lavatrici da mettere avanti, il pasto sul fuoco, abbiamo fretta al telefono e tronchiamo i discorsi a metà. Sì, molti si bevono ogni cosa solo a metà. Non sorseggiamo più niente, assaggiamo e sputiamo fuori prima ancora di vivere. E alla fine la maggior parte della gente non si rende conto che tutto questo zelo è per fare le cose che detesta di più e per perdersi quelle che ama più al mondo. Quelle per cui corre, perché nella speranza di qualche ora libera che non arriva mai il sorriso al familiare è negato, il grazie rimandato, il racconto di un evento toccante, divertente o memorabile posticipato a un momento “libero” che poi si riempie solo di altro lavoro, e quello che volevamo dire al papà, al fidanzato, all’amica, è già dimenticato per sempre, nell’infinito dello scopo tradito, del senso della vita che abbiamo perso di vista.
E’ per questo che da quando sono tornata in Italia non ho più il tempo materiale di scrivere le miriadi di riflessioni che ancora mi fioriscono dentro ad ogni passo della primavera araba, ad ogni conflitto nel 2011 italiano, ad ogni intuizione cruciale risalendo alle crisi mistiche dell’adolescenza, mentre rifletto sui sentimenti che mi dà il confronto con la mia seconda terra. Ad ogni articolo letto a morsi voraci e quasi mai per intero perché questo mondo pretende che io corra con gli altri. E’ per questo che ormai da mesi una catena di versi che mi sono venuti in mente in macchina o in bicicletta o sull’autobus si sono sentiti trascurati, e quando si sentono trascurati poi si negano per sempre, perduti nelle pagine non scritte del convoglio umano.
Non so niente tranne che non è così che si vive. Sono diventata ingrata, quest’estate difficile, mentre dovrei dire grazie ogni giorno anche solo per il fatto che il destino mi ha concesso di accorgermene. Che qui si è perso il lume della ragione: è un mondo in cui da mattina a sera devi dimostrare qualcosa a qualcuno. Al capo di essere abbastanza veloce per sbrigare in otto ore più mansioni di quante un essere umano in condizioni normali ne sbrigherebbe in una settimana, ai tuoi conviventi di essere abbastanza veloce da riuscire, nelle poche ore libere, a non lasciar segno del tuo passaggio tra la cucina, il letto e i chili di biancheria da lavare, ai vigili urbani di essere abbastanza veloce da aver cambiato il fanalino rotto, da sbrigare tutto ai cinquanta all’ora e da apparire impeccabile, allo Stato e alle società di servizi di essere abbastanza veloce da avere sempre tutte le carte in regola, e bolli, e documenti, e bollette, e denunce fiscali, e contributi, e timbri, devi mangiare abbastanza veloce, devi fumare abbastanza veloce, devi stare in viaggio un tempo accettabile (dagli altri). E non ti puoi dimenticare niente o qualcuno ti punirà. E la punizione consiste nell’umiliazione davanti agli altri, nel furto di qualcosa che è tuo e che ti strozzerà ancora di più sulla ruota dei criceti, o nel ricevere la rabbia di chi è riuscito a correre più di te – la cosa che mi fa più male.
Sono stata in terre in cui tutto ciò sarebbe parso assurdo.
Sono stata in terre in cui il valore della persona non si dimostra dalla sua rapidità o da quanto riesce a stare in equilibrio nello shangai di una burocrazia impossibile.
Sono stata in terre in cui ti vogliono bene anche se non riesci ad arrivare dappertutto.
Sono stata in terre in cui, con un decimo di quel che abbiamo noi, la gente campa cent’anni perché non deve dimostrare a tutti ogni santo giorno di essere abbastanza veloce, abbastanza bravo, abbastanza abile – non deve dimostrare ogni giorno di essere abbastanza.
Sono stata in terre in cui se non corri non c’è nessuno che ti toglie l’amicizia, il saluto o, peggio, la stima.
Sono stata in terre in cui non si vive così.