sabato 31 gennaio 2009

è ufficialmente dichiarata guerra agli stupratori e non stiamo scherzando!


Condom Antistupro

Il condom antistupro si chiama Rapex, il prototipo è stato lanciato sul mercato il 31 agosto del 2005, a Kleimond, in Sud Africa.
E’ quì che infatti si registra un numero abnorme di stupri, ogni 24 secondi una donna viene violentata.
Vediamo nei dettagli quali sono le sue caratteristiche e come si usa.
Si tratta di un dispositivo di lattice, dalle dimensioni di un tampone, che si infila nel canale vaginale come un diaframma. Si inserisce grazie ad un tampone applicatore, e si toglie utilizzando lo stesso applicatore.
Durante la penetrazione le microscopiche setole dentate che lo ricoprono si conficcano nelle carni del violentatore, provocandogli pene infernali. Il dolore è talmente acuto e forte che la donna ha il tempo di fuggire e chiedere aiuto, dal momento che lo stupratore è ko per qualche tempo, e non riesce a reagire.
Nel momento in cui avviene la penetrazione il rapex rimane attaccato al pene e dunque viene rimosso dalla vagina, quando lo stupratore si ritrae. Può essere poi rimosso dal pene solo con un intervento chirurgico. Il rapex servirebbe così anche ad identificare il violentatore, in caso di stupro.
Questo particolare strumento antiviolenza è stato sviluppato da Sonnete Ehlers per far sì che le donne riescano a difendersi contro gli stupratori. L’idea è sorta quando una vittima di stupro le ha detto: “se soltanto avessi potuto avere dei denti laggiù!” Molte sono state le critiche negative al prodotto: è stato definito un metodo medievale, ma la Ehlers ha risposto che anche lo stupro è una rozza pratica che esiste sin da prima del medioevo e dunque…a mali estremi estremi rimedi.
Se gli uomini non riescono ad educarsi da soli al contenimento dei loro rozzi istinti, allora è giusto usare queste tecniche altrettanto spartane.In questo momento mi vengono in mente le espressioni bestiali che assumono i maniaci e gli stupratori, e non posso che compiacermi all’idea della brutta sorpresa che troverebbero grazie al rapex. Da donna , non concepisco l’idea di violenza sessuale e so quanto possa essere umiliante trovarsi addosso sguardi da maniaci… la sensazione è orribile e solo una donna sa cosa si prova a sentirsi spogliare con gli occhi da gente viscida e sessualmente deviata. Non oso immaginare cosa si può provare in caso di violenza carnale, se solo uno sguardo basta già a creare repulsione.
Quando si puo’ usare il rapex? Conviene che una donna lo usi in quelle occasioni, in cui non si sente totalmente sicura, lunghi viaggi in treno da sola, uscite con uomini poco affidabili, e in generale in tutte quelle occasioni in cui si sente minacciata dal punto di vista del sopruso sessuale (mi viene da chiedere, anche sul posto di lavoro?).
Se vi preoccupa che l’uomo possa accorgersi che lo indossiate, i produttori rassicurano che non è possibile, dal momento che si posiziona dietro le labbra della vagina e che non ha sporgenze visibili nè alcun tipo di stringa.
Non può disperdersi dentro la vagina perchè non supera mai l’altezza della cervice, non ci sono quindi particolari controindicazioni. Le infezioni sono possibili, ma solo nel caso in cui si usi lo stesso rapex più volte, bisogna usarne ogni volta uno nuovo, proprio come per un normale profilattico. Può essere indossato senza problemi per 24 ore consecutive.
L’uso del rapex è legale, dal momento che è uno strumento di autodifesa, e non è nè letale nè fatale.
I costi sono di poco superiori a quelli di un normale condom.
Ovviamente come tutti i profilattici, previene dalla trasmissione di HIV e da gravidanze indesiderate.

giovedì 29 gennaio 2009

GIUNTA BURINA

I privilegi dei leghisti
SAN DONA' DI PIAVE - AUTO BLU PER SINDACO, ASSESSORI , DIRIGENTI E QUANT'ALTRO.
CI VUOLE PROPRIO TUTTA PER FIRMARE UNA DELIBERA PER AUTO BLU PER SINDACO, ASSESSORI, DIRIGENTI E QUANT'ALTRO!
IN PERIODO DI CRISI GENERALIZZATA, SPERPERARE I SOLDI DEI CITTADINI IN AUTO BLU DENOTA ECCESSO DI AUTOSTIMA... BURINA!

domenica 25 gennaio 2009

EVENTO DONNA A CHIOGGIA


La Sala del Consiglio in cui si svolgerà l'iniziativa è presso il Municipio di Chioggia, in pieno centro città, alle ore 18.00 Venerdì 30 gennaio.
Il Comitato Donne Chioggia invita tutt* a partecipare al convegno dal titolo:
Il Corpo delle donne
Un oscuro soggetto del desiderio

Sala del Consiglio
del Comune di Chioggia
30 gennaio 2009, ore 18.00

Intervengono:
Maria Grazia Marangon
Assessore Pari Opportunità del Comune di Chioggia
Paola Zaretti
Psicoanalista Consulente filosofico, Presidente OIKOS - BIOS
Armando Penzo
Scrittore ed autore di Edipo Regina
Clara Caverzan
Scrittrice e autrice di Desideria


Modera:
Valentina Agatea
del Comitato Donne di Chioggia
IL CORPO DELLE DONNE, UN OSCURO SOGGETTO DEL DESIDERIO
Il corpo delle donne
Un oscuro soggetto del desiderio
Sala del Consiglio del Comune di Chioggia
Venerdì 30 gennaio ’09 alle ore 18.00L'iniziativa, aperta a tutta la cittadinanza e a tutti i soggetti interessati, è organizzata dall'Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Chioggia in collaborazione con il Comitato Donne di Chioggia e avrà luogo presso la Sala del Consiglio Comunale;
la discussione-dibattito porrà in luce il cambiamento della soggettività femminile anche attraverso l'esperienza artistica di due scrittori, un uomo e una donna, e la lettura psicanalitica sulla percezione sociale del corpo delle donne.
Intervengono:
Maria Grazia Marangon Assessore Pari Opportunità del Comune di ChioggiaPaola Zaretti Psicoanalista Consulente filosofico, Presidente OIKOS - BIOSArmando Penzo Scrittore ed autore di Edipo ReginaClara Caverzan Scrittrice e autrice di DesideriaModera:Valentina Agatea del Comitato Donne di Chioggia
In allegato, è possibile scaricare la locandina e il volantino dell’iniziativa.
Allegati:
Locandina 30 gennaio Chioggia Volantino 30 gennaio


sabato 17 gennaio 2009

tregua?




« [...]Il Profeta – le benedizioni e la salvezza di Allah siano su di Lui – dichiarò: “L’Ultimo Giorno non verrà finché tutti i musulmani non combatteranno contro gli ebrei, e i musulmani non li uccideranno, e fino a quando gli ebrei si nasconderanno dietro una pietra o un albero, e la pietra o l’albero diranno: 'O musulmano, o servo di Allah, c’è un ebreo nascosto dietro di me – vieni e uccidilo; ma l’albero di Gharqad non lo dirà, perché è l’albero degli ebrei”. (Articolo 7) »

GAZA E' VIVA


Chiudo le pagine del quotidiano e per un attimo mi assale un dubbio: ma chi sono i buoni? La fredda contabilità della guerra parla di più di mille morti nella Striscia: civili, miliziani, ma in fondo è difficile fare una distinzione perché contro truppe, aerei, elicotteri e carri armati israeliani, non si è battuto un esercito regolare bensì chi, in un popolo afflitto dalle privazioni dell’embargo, ha avuto la forza di farlo, ritrovandosi poi più che altro impegnato a scavare tra le macerie in cerca di vittime. Eppure è stata Hamas a violare la tregua coi lanci di missili da Gaza verso le città israeliane, motivo per cui la reazione di Gerusalemme andrebbe giustificata, e di certo quest’ultima non ha colpa se, nel tentativo di annichilire gli integralisti, colpisce dei civili, dal momento che i primi si mescolano tra le case e le vie di Gaza con i cittadini innocenti: sappiamo bene che la tragicità di ogni conflitto sta proprio nelle sofferenze che devono patire popolazioni che, delle guerre volute dai rispettivi rappresentanti governativi, il più delle volte farebbero volentieri a meno. In questo caso però il dubbio torna: e se civili e integralisti fossero le stesse persone, o comunque vivessero sotto gli stessi tetti per veri legami di sangue? Allora la scelta di rompere la tregua sarebbe una follia, un’inspiegabile forma di autolesionismo collettivo dettata da quel fondamentalismo islamico che alimenta le organizzazioni terroristiche che scuotono il mondo in nome della jihad.
Esiste però un’altra giustificazione ad un simile azzardo: la disperazione.
Sì perché stiamo parlando di un popolo, quello palestinese, sempre più stremato dalla mancanza dei più basilari mezzi di sopravvivenza imposta dall’embargo.
Non dimentichiamoci delle immagini che, solo qualche mese fa, ci hanno mostrato la gente abbattere le alte pareti del muro eretto attorno a questo territorio, alla ricerca di generi di prima necessità; la stessa gente che anche oggi cerca una via di fuga scavando tunnel verso l’Egitto; la stessa gente che, con ogni probabilità allora, è disposta a rompere una tregua contro un nemico più forte e più influente, non in virtù dell’ideologia, ma della sopravvivenza: in fondo chi non preferirebbe morire combattendo per il proprio diritto di esistere, nel momento in cui l’alternativa fosse morire di fame, sete o freddo? Probabilmente anche in virtù di simili considerazioni, oggi Ban ki-moon, attuale segretario dell’ONU, colpevole di avere fatto dietrofront dopo un timido tentativo di intervento, ha affermato che la reazione israeliana è stata “eccessiva”, ma è allora doveroso chiedersi per quale motivo non sia stata fermata, o per lo meno mitigata, se ha suscitato lo sdegno anche delle Nazioni Unite.
Non si è alzato un coro di voci a chiedere il “cessate il fuoco” se non da qualche manifestazione di piazza: la maggioranza del mondo politico sembra essere rimasta a guardare, e anzi numerosi leader occidentali, così come il più dei politici italiani, sono arrivati a propagandare, attraverso televisioni e giornali, il dovere di sostenere Israele in questa sua battaglia per il diritto di esistere.
Eppure sembrerebbe che fosse la sopravvivenza dei palestinesi ad essere messa maggiormente a repentaglio, stando alle notizie che giungono fino a noi, confidando sempre che non vengano prima opportunamente “filtrate” per ridimensionare la portata degli attacchi inflitti da Israele. Sarà pure il solito ritornello, ma considerato quello che sta accadendo e vista la reazione del mondo, come non ci si può chiedere, ancora una volta, fin dove arrivino i tentacoli di quelle lobby di potere economico e politico che fanno capo a Gerusalemme?
E come non riflettere sulla verosimile influenza che queste possono avere nelle scelte della politica internazionale?
Va considerato poi un ultimo aspetto, in parte già accennato in precedenza: il sodalizio tra Stati Uniti e Israele è inattaccabile, il mondo occidentale, Italia compresa, non sembra comunque voler trovare il coraggio di remare, se necessario, contro il binomio Washington-Gerusalemme, e l’ONU, la più importante delle organizzazioni internazionali, sembra soffrire della stessa malattia, tutto questo dichiarazioni a parte (tanto “verba volant”). Detto ciò diventa più facile capire con quanta facilità la forza del fronte “pro-Israele”, sia stata in grado di garantire carta bianca nell’operazione Piombo Fuso. Notizie dell’ultima ora affermerebbero che Hamas ha accettato una tregua: se è vero che di solito cede il cattivo allora abbiamo vinto, siamo noi i buoni…e quindi possiamo dormire tranquilli.

sabato 10 gennaio 2009

05-03-09 Bassano alla Bassanese EVENTO LETTERARIO DESIDERIA BY OPHLUCHI

GIOVEDI' 5 marzo 2009
ore 20.30
LIBRERIA LA BASSANESE
FRANCESCO BETTIN
presenta
DESIDERIA by Ophluchi
di Clara Caverzan